La tensione tra Iran e Israele, le minacce e il voto all’Onu | La giornata
Sempre più tesa l’aria in Medio Oriente. Mentre Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione europea annunciano sanzioni contro l’Iran, Teheran minaccia di colpire i siti nucleari israeliani in caso di risposta di Tel Aviv: “La posizione dei centri nucleari del nemico sionista è stata definita e abbiamo a nostra disposizione le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi. In risposta a qualsiasi ipotetica azione che potrebbero intraprendere, saremo pronti a lanciare potenti missili per distruggere questi obiettivi”: è l’avvertimento lanciato dal generale Ahmad Haqtalab, comandante dell’unità di difesa e sicurezza nucleare dei pasdaran, assieme alla minaccia di “riconsiderare” la politica nucleare di Teheran se “Israele minaccerà gli impianti nucleari iraniani”. Più tardi, al Consiglio di Sicurezza Onu, il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian è andato dritto al punto: “In caso di ulteriori attacchi da parte del regime israeliano, l’Iran non esiterebbe neanche un attimo ad una risposta che gli faccia rimpiangere le sue azioni”. L’Iran si prepara così all’annunciato contrattacco israeliano che, secondo fonti americane, non dovrebbe avvenire prima della fine della Pasqua ebraica, che inizia il 22 aprile e termina il 29. Intanto la diplomazia silenziosa continua a lavorare per evitare un allargamento del conflitto.
Dopo le indiscrezioni secondo le quali la Casa Bianca avrebbe dato al premier israeliano Benyamin Netanyahu il via libera a un’operazione a Rafah in cambio della rinuncia a colpire l’Iran come rappresaglia dell’attacco dello scorso fine settimana, fonti Usa smentiscono questa ricostruzione. Tutto questo nel giorno in cui il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha anticipato il voto sulla risoluzione proposta dall’Algeria a nome dei Paesi arabi per l’ammissione piena della Palestina. Una conta importante tra i membri dell’organo più importante dell’Onu ma che si è scontrata con il veto subito annunciato degli Stati Uniti. Dal palazzo di Vetro, ancora una volta, il segretario generale Antonio Guterres ha avvertito sul rischio di un conflitto regionale e ha ribadito che l’offensiva israeliana a Gaza ha creato un “paesaggio infernale” nel quale, ha comunicato Hamas, sono state uccise finora 33.970 persone.