Ucraina, la diretta – Lukashenko: “La guerra si poteva evitare, ora si può fermare”. Stoltenberg: “Posizione della Nato invariata, sui negoziati decide l’Ucraina”

Le dichiarazioni del segretario dell'Alleanza arrivano dopo dopo che uno dei suoi più vicini consiglieri, Stian Jenssen, aveva suggerito che all’Ucraina potrebbe essere concessa l’adesione alla Nato in cambio della cessione di parte del suo territorio alla Russia. Parole bollate da Kiev come ridicole (leggi). Battaglione Azov nuovamente al fronte

Aggiornato: 22:39

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    22:39

    Niente F-16 a Kiev in inverno. Il battaglione Azov torna al fronte

    Per gli ucraini sono gli eroi che hanno difeso a costo della loro vita l’acciaieria di Azovstal, a Mariupol. Per il Cremlino sono la prova del fatto che quello di Kiev sia un regime nazista, ma ne sono preoccupati, perché il battaglione Azov ha dato del filo da torcere alle forze di Mosca sia nel Donetsk – dal 2014 – che nei primissimi mesi dell’invasione. Dopo essere stati prigionieri dei russi a seguito della caduta della città martire di questa guerra, i soldati di Azov sono tornati al fronte e hanno iniziato a svolgere missioni nell’area della foresta di Serebryanske, nella regione di Lugansk, ma anche in direzione di Zaporizhzhia, come testimoniato dal video di un mezzo russo distrutto, pubblicato sui loro canali Telegram.
    L’Ucraina avrà a disposizione i soldati di Azov, ma non gli F-16, che secondo il portavoce dell’aeronautica Yuri Ignat non arriveranno fino al prossimo autunno o inverno. Kiev non dovrà difendere i propri cieli dalla Bielorussia, almeno stando a quanto sostenuto dal presidente Alexander Lukashenko. L’alleato di Vladimir Putin sottolinea che “aiuterà sempre la Russia”, ma se gli ucraini non varcheranno i confini bielorussi, Minsk non combatterà contro gli ucraini in una guerra che poteva essere evitata, e che “può essere fermata ora”. “Un principio classico della diplomazia” secondo Lukashenko, che sottolinea la necessità di sedersi al tavolo negoziale e discutere di tutto, “compresi la Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk”.
    Il conflitto, però, al momento continua e vedrà di nuovo protagonisti i cinque comandanti ucraini del battaglione Azov, il capitano Denis Prokopenko, il suo vice Sviatoslav ‘Kalinà Palamar, il maggiore Serhiy Volyna, Oleh Khomenko e Denys Shleha. Dopo aver difeso l’acciaieria di Mariupol fin dall’inizio della guerra, si erano dovuti arrendere alle forze russe abbandonando la struttura il 20 maggio 2022. Portati in Russia, erano stati inseriti nello scambio di prigionieri con Mosca del 22 settembre dello scorso anno, attraverso il quale erano stati liberati 212 soldati ucraini.
    I comandanti di Azov, però, non erano tornati in patria, perché nell’accordo col Cremlino la clausola prevedeva che rimanessero in Turchia fino alla fine della guerra. Così non è stato: nonostante le proteste di Mosca, l’8 luglio 2023 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, di ritorno da Istanbul, li ha riportati in Ucraina. E la promessa di tornare presto al fronte ora è stata mantenuta.
    Rispetto all’anno scorso avranno a disposizione le controverse bombe a grappolo, già utilizzate in passato ma ora sdoganate dall’apertura degli Stati Uniti che ha cominciato a inviarle ai propri alleati. Secondo analisti ascoltati dalla Cnn queste munizioni sarebbero state utili anche per la recente riconquista del villaggio di Urozhaine, nel Donetsk.
    Per gli F-16, invece, bisognerà ancora attendere. Ignat ha parlato di un altro inverno senza gli aerei da combattimento, mentre il ministro degli esteri Dmytro Kuleba ha dichiarato che l’Ucraina riceverà i caccia statunitensi quando i suoi piloti avranno terminato l’addestramento. Kuleba ha aggiunto che “se i nostri partner ci chiedono di garantire che tale arma sarà usata solo sul territorio ucraino, noi diamo questa garanzia e la manteniamo”.
    Mentre la Turchia avverte Mosca di evitare ulteriori escalation sul Mar Nero, dopo che la marina russa aveva sparato colpi di avvertimento contro una nave da carico di Ankara battente bandiera di Palau, tra le file dell’esercito del Cremlino scompare un altro generale. Questa volta si tratta di Gennady Zhidko, che nel 2022 fu a capo dell’operazione militare in Ucraina. E’ morto a Mosca all’età di 58 anni dopo “una lunga malattia”, hanno riferito i media russi. Zhidko era stato in passato capo di Stato maggiore delle forze russe in Siria e viceministro della Difesa. Non è noto per quanto tempo abbia guidato le truppe in Ucraina, ma si sa che nell’ottobre dello stesso anno le autorità di Mosca annunciarono la nomina a nuovo comandante del generale Serghei Surovikin dopo che, a settembre, l’Armata aveva subito la disfatta più grave dall’inizio del conflitto. E si era dovuta ritirare da gran parte della regione nord-orientale di Kharkiv.

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  • 22:39

    Niente F-16 a Kiev in inverno. Il battaglione Azov torna al fronte

    Per gli ucraini sono gli eroi che hanno difeso a costo della loro vita l’acciaieria di Azovstal, a Mariupol. Per il Cremlino sono la prova del fatto che quello di Kiev sia un regime nazista, ma ne sono preoccupati, perché il battaglione Azov ha dato del filo da torcere alle forze di Mosca sia nel Donetsk – dal 2014 – che nei primissimi mesi dell’invasione. Dopo essere stati prigionieri dei russi a seguito della caduta della città martire di questa guerra, i soldati di Azov sono tornati al fronte e hanno iniziato a svolgere missioni nell’area della foresta di Serebryanske, nella regione di Lugansk, ma anche in direzione di Zaporizhzhia, come testimoniato dal video di un mezzo russo distrutto, pubblicato sui loro canali Telegram.
    L’Ucraina avrà a disposizione i soldati di Azov, ma non gli F-16, che secondo il portavoce dell’aeronautica Yuri Ignat non arriveranno fino al prossimo autunno o inverno. Kiev non dovrà difendere i propri cieli dalla Bielorussia, almeno stando a quanto sostenuto dal presidente Alexander Lukashenko. L’alleato di Vladimir Putin sottolinea che “aiuterà sempre la Russia”, ma se gli ucraini non varcheranno i confini bielorussi, Minsk non combatterà contro gli ucraini in una guerra che poteva essere evitata, e che “può essere fermata ora”. “Un principio classico della diplomazia” secondo Lukashenko, che sottolinea la necessità di sedersi al tavolo negoziale e discutere di tutto, “compresi la Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk”.
    Il conflitto, però, al momento continua e vedrà di nuovo protagonisti i cinque comandanti ucraini del battaglione Azov, il capitano Denis Prokopenko, il suo vice Sviatoslav ‘Kalinà Palamar, il maggiore Serhiy Volyna, Oleh Khomenko e Denys Shleha. Dopo aver difeso l’acciaieria di Mariupol fin dall’inizio della guerra, si erano dovuti arrendere alle forze russe abbandonando la struttura il 20 maggio 2022. Portati in Russia, erano stati inseriti nello scambio di prigionieri con Mosca del 22 settembre dello scorso anno, attraverso il quale erano stati liberati 212 soldati ucraini.
    I comandanti di Azov, però, non erano tornati in patria, perché nell’accordo col Cremlino la clausola prevedeva che rimanessero in Turchia fino alla fine della guerra. Così non è stato: nonostante le proteste di Mosca, l’8 luglio 2023 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, di ritorno da Istanbul, li ha riportati in Ucraina. E la promessa di tornare presto al fronte ora è stata mantenuta.
    Rispetto all’anno scorso avranno a disposizione le controverse bombe a grappolo, già utilizzate in passato ma ora sdoganate dall’apertura degli Stati Uniti che ha cominciato a inviarle ai propri alleati. Secondo analisti ascoltati dalla Cnn queste munizioni sarebbero state utili anche per la recente riconquista del villaggio di Urozhaine, nel Donetsk.
    Per gli F-16, invece, bisognerà ancora attendere. Ignat ha parlato di un altro inverno senza gli aerei da combattimento, mentre il ministro degli esteri Dmytro Kuleba ha dichiarato che l’Ucraina riceverà i caccia statunitensi quando i suoi piloti avranno terminato l’addestramento. Kuleba ha aggiunto che “se i nostri partner ci chiedono di garantire che tale arma sarà usata solo sul territorio ucraino, noi diamo questa garanzia e la manteniamo”.
    Mentre la Turchia avverte Mosca di evitare ulteriori escalation sul Mar Nero, dopo che la marina russa aveva sparato colpi di avvertimento contro una nave da carico di Ankara battente bandiera di Palau, tra le file dell’esercito del Cremlino scompare un altro generale. Questa volta si tratta di Gennady Zhidko, che nel 2022 fu a capo dell’operazione militare in Ucraina. E’ morto a Mosca all’età di 58 anni dopo “una lunga malattia”, hanno riferito i media russi. Zhidko era stato in passato capo di Stato maggiore delle forze russe in Siria e viceministro della Difesa. Non è noto per quanto tempo abbia guidato le truppe in Ucraina, ma si sa che nell’ottobre dello stesso anno le autorità di Mosca annunciarono la nomina a nuovo comandante del generale Serghei Surovikin dopo che, a settembre, l’Armata aveva subito la disfatta più grave dall’inizio del conflitto. E si era dovuta ritirare da gran parte della regione nord-orientale di Kharkiv.

  • 20:37

    La Turchia avverte Mosca: “Nessuna escalation nel Mar Nero”

    La Turchia ha avvertito la Russia di evitare ulteriori escalation dopo che la marina russa ha sparato colpi di avvertimento verso una nave da carico di proprietà turca battente bandiera di Palau lo scorso fine settimana. Lo ha dichiarato l’ufficio del presidente Recep Tayyip Erdogan. “Dopo l’intervento (russo), i nostri interlocutori nella Federazione Russa sono stati avvertiti in modo appropriato di evitare tali iniziative, che aggravano le tensioni nel Mar Nero”, ha dichiarato la presidenza turca, rompendo un silenzio durato giorni sull’incidente.

  • 19:02

    Lukashenko: “Putin sarà rieletto presidente”

    Vladimir Putin sarà rieletto presidente in Russia. E’ la convinzione espressa dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, stretto alleato del leader del Cremlino. “Penso che Putin sarà il prossimo presidente – ha detto, intervistato dalla giornalista ucraina Diana Panchenko – Le elezioni saranno tra sei mesi, nessuno al momento è in grado di sfidarlo”.

  • 18:42

    Lukashenko: “Aiutiamo Mosca, ma non entreremo in guerra”

    La Bielorussia “aiuterà sempre la Russia”, ma se gli ucraini non varcheranno i confini bielorussi, Minsk non entrerà in guerra contro Kiev. Lo ha detto il presidente Aleskandr Lukashenko in un’intervista con la giornalista ucraina Diana Panchenko, ripresa dalle agenzie russe. Lukashenko ha ammesso che alcune unità dell’esercito russo sono entrate durante il conflitto in territorio ucraino dalla Bielorussia.

  • 18:30

    Lukashenko: “La guerra si poteva evitare, ora si può fermare”

    Il conflitto in Ucraina poteva essere evitato, e “può essere fermato ora”. Lo ha detto il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko citato dalle agenzie russe.

  • 16:17

    Allerta aerea in tutta l’Ucraina

    In tutta l’Ucraina è stato dichiarato un allarme aereo. Lo riferisce il ministero della Trasformazione digitale ucraino che inizialmente aveva emesso un allarme aereo a Kiev e nella regione di Kharkiv, per poi estenderlo in tutto il Paese.

  • 16:06

    Seul: “Collaborazione militare ampia tra Corea del Nord e Russia”

    Il leader nordcoreano Kim Jong-un e il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, nel faccia a faccia di luglio a Pyongyang, hanno raggiunto “un ampio quadro” di accordi sulla cooperazione militare. Lo riporta la Yonhap, citando il deputato Yoo Sang-bum, dopo l’audizione parlamentare a porte chiuse del National Intelligence Service (Nis). “La Russia sembra aver richiesto la vendita di proiettili e missili e la conduzione di un’esercitazione militare congiunta, mentre il Nord probabilmente ha richiesto il noleggio di armi prodotte in Occidente e l’assistenza tecnica, comprese le riparazioni di attrezzature fatiscenti”, ha detto Yoo. Yoo, deputato del People Power Party, ha riferito poi che l’agenzia di spionaggio ha rilevato che un funzionario russo di livello lavorativo ha visitato la Corea del Nord dall’1 al 2 agosto su un aereo militare per discutere l’attuazione dei vari accordi di cooperazione negoziati da Shoigu, in visita a sorpresa a Pyongyang dal 25 al 27 luglio scorsi. In seguito, è stato rilevato un cargo russo che trasportava rifornimenti per la difesa “non identificati” partito dalla capitale nordcoreana l’8 agosto. “Ci aspettiamo che la cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord possa accelerare”, ha ammesso il parlamentare, aggiungendo che l’intelligence di Seul sta tenendo sotto stretto controllo la possibilità che le principali tecnologie nucleari o missilistiche della Russia possano essere trasferite alla Corea del Nord. Yoo, deputato del People Power Party, ha riferito poi che l’agenzia di spionaggio ha rilevato che un funzionario russo di livello lavorativo ha visitato la Corea del Nord dall’1 al 2 agosto su un aereo militare per discutere l’attuazione dei vari accordi di cooperazione negoziati da Shoigu, in visita a sorpresa a Pyongyang dal 25 al 27 luglio scorsi. In seguito, è stato rilevato un cargo russo che trasportava rifornimenti per la difesa “non identificati” partito dalla capitale nordcoreana l’8 agosto.
    “Ci aspettiamo che la cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord possa accelerare”, ha ammesso il parlamentare, aggiungendo che l’intelligence di Seul sta tenendo sotto stretto controllo la possibilità che le principali tecnologie nucleari o missilistiche della Russia possano essere trasferite alla Corea del Nord.

  • 13:38

    Kiev: “Abbattuti due elicotteri russi, ciascuno da 16 milioni di dollari”

    Le forze ucraine rivendicano di aver oggi abbattuto due elicotteri russi Ka-52, ciascuno dei quali vale 16 milioni di dollari. Il primo abbattimento è avvenuto sul fronte di Bakhmut, il secondo nell’oblast di Zaporizhzhia, riferiscono i media ucraini citando fonti militari. Noto come Aligator, il Ka-52 è un elicottero russo d’attacco e ricognizione.

  • 13:27

    Stoltenberg: “Posizione della Nato invariata, sui negoziati decide Kiev”

    La posizione della Nato sull’Ucraina è invariata ed è che se si vuole la pace la soluzione è il sostegno militare a Kiev e che sono gli ucraini stessi che devono decidere quando vorranno sedersi al tavolo dei negoziati. È quanto ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, durante un incontro pubblico ad Arendal, in Norvegia, di cui riferisce l’emittente Nrk. Le parole di Stoltenberg giungono dopo che martedì uno dei suoi più vicini consiglieri, Stian Jenssen, aveva suggerito che all’Ucraina potrebbe essere concessa l’adesione alla Nato in cambio della cessione di parte del suo territorio alla Russia. Kiev aveva bollato le parole di Jenssen come ridicole, il giorno stesso la Nato per bocca di un portavoce aveva ribadito che la posizione dell’Alleanza non era cambiata e ieri lo stesso Jenssen aveva rettificato le sue dichiarazioni: “Non avrei dovuto dirlo in quel modo. È stato un errore”, ha detto, sottolineando che il suo commento “faceva parte di una discussione più ampia sui possibili scenari futuri in Ucraina”.