Migranti catturati e abbandonati nel deserto o venduti a trafficanti di esseri umani anche grazie ai soldi dell’Unione europea. Un’inchiesta congiunta di Washington Post, Enass, Der Spiegel, El Pais, IrpiMedia, ARD, Inkyfada e Le Monde ha svelato come gli Stati con i quali l’Ue ha siglato o sta cercando di siglare accordi stiano compiendo respingimenti illegali esponendo i migranti a fame, sofferenze, violenze, torture, stupri e anche morte, con la consapevolezza dei vertici di Bruxelles.

Secondo quanto scrivono i reporter, in Marocco, Mauritania e Tunisia i migranti, ma anche le persone che godono di uno status legale, vengono arrestati in base al colore della pelle, caricati su autobus e portati in zone aride e desertiche senza alcuna assistenza, acqua o cibo, esposti al rischio di rapimento, estorsione, tortura, violenza sessuale e morte. Altri vengono addirittura venduti dalle autorità a trafficanti di esseri umani e bande che li torturano per ottenere un riscatto dalle famiglie d’origine.

Che l’operato delle forze di sicurezza di questi Paese oltrepassasse spesso il confine della legalità è noto da anni, da quando si è avuto accesso alle immagini delle violenze all’interno dei centri di detenzione gestiti dalle milizie con le quali i funzionari spesso sono in contatto, oppure osservando l’operato della Guardia Costiera libica di fronte alle proprie coste. Ma il lavoro svolto dal gruppo di giornalisti evidenzia, utilizzando documenti riservati, testimonianze e contributi fotografici e video, che tali pratiche non sono sconosciute all’Unione europea che, però, continua a finanziare governi e forze di polizia.

I media hanno intervistato più di 50 sopravvissuti a queste espulsioni in Mauritania, Marocco e Tunisia, alcuni hanno fornito materiale visivo o dati sulla posizione del loro viaggio, ma a fornire la propria testimonianza sono stati anche attuali ed ex membri del personale dell’Ue e fonti all’interno delle forze di polizia nazionali e delle organizzazioni internazionali che hanno permesso ai reporter di appurare che l’Ue è ben consapevole dell’esistenza di tali pratiche e, in alcuni casi, è direttamente coinvolta. Negli ultimi anni, l’Ue ha fornito a questi Paesi circa 400 milioni di euro per la gestione dell’immigrazione, ma le fonti hanno rivelato che è “impossibile” fornire un completo resoconto del modo in cui i finanziamenti europei vengano spesi.

Se è difficile ricostruire tutte le voci di spesa dei milioni di euro inviati a questi tre Paesi, non è impossibile, secondo documenti interni di Frontex visionati dai media, stabilire che parte di essi siano finiti nelle mani di Stati che violano sistematicamente i diritti umani dei migranti. Si legge infatti che il Marocco stava effettuando profilazione razziale e ricollocava forzatamente principalmente migranti neri. Altri documenti dimostrano che i funzionari dell’Ue hanno tenuto discussioni su alcune delle pratiche illegali citate almeno dal 2019. Hanno anche rivelato che l’Europa sta finanziando direttamente le forze ausiliarie paramilitari marocchine filmate mentre radunavano persone con la pelle nera nella capitale Rabat. Inoltre, risulta che i veicoli utilizzati durante i rastrellamenti ed espulsioni sono in alcuni casi gli stessi forniti dai Paesi europei. Tutte scoperte che, come mostrano le interviste effettuate, vengono confermate dai protagonisti, ossia coloro che sono stati vittima di soprusi da parte delle forze di sicurezza locali.

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