Sono almeno 41 i morti e 17 i feriti causati dalle inondazioni improvvise di “lava fredda” che stanno colpendo l’isola indonesiana occidentale di Sumatra. Da sabato 11 maggio le forti piogge che si stanno abbattendo sull’area hanno portato a valle torrenti di cenere e rocce dal Monte Marapi, il vulcano più attivo di Sumatra, causando forti disastri per la popolazione.

Le frane hanno inondato due distretti a ridosso del vulcano, travolgendo qualsiasi cosa si trovasse sulla loro strada e distruggendo centinaia di abitazioni, moschee e strutture pubbliche. La lava fredda è una miscela di materiale vulcanico e ciottoli che scorre lungo i pendii del vulcano trasportata dalla pioggia e, genericamente, ha una temperatura contenuta fra 0 e 100 gradi. Solitamente rimane inferiore ai 50°.

Secondo Wengki Purwanto, direttore della sezione di Sumatra occidentale dell’Indonesian Forum for Environment citato dalla BBC, le inondazioni improvvise e le colate di lava fredda continuano a ripetersi e ad aumentare di intensità a causa “dell’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali“. Scenari del genere non sono rari sull’isola di Sumatra: nello scorso febbraio altri allagamenti avevano danneggiata la zona di Tanah Datar.

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