Divisi a Roma ma uniti in Sicilia? Era questo il grande nodo da sciogliere nell’assemblea regionale del M5s. La coalizione regge ma i Cinque stelle detteranno delle condizioni precise al Pd e se non saranno rispettate “saremo pronti a rompere l’alleanza e ad andare da soli”, così ha tuonato Nuccio Di Paola, referente del M5s in Sicilia, al termine dell’assemblea. E questo è in sintesi quanto venuto fuori dal dibattito al quale ha preso parte nella fase iniziale pure il leader Giuseppe Conte: “Dobbiamo fare valere le nostre posizioni”. Era sembrata, a più di qualcuno, quasi un’apertura al Pd quella dell’ex premier che ha però lasciato la decisione in mano all’assemblea.

Dopo il discorso di Conte, i toni si sono, tuttavia, accesi e gli interventi hanno fatto emergere una platea quasi compatta nel volersi staccare dalla coalizione. La cesura netta e immediata col Pd alla fine è stata evitata ma non si può dire sia stata esclusa, anzi: il consesso pentastellato ha deciso di sottoporre “9 temi come 9 erano i temi sottoposti da Conte a Draghi” e se non saranno condivisi, allora l’addio sarà sancito. Questa è stata la sintesi trovata al termine della riunione fiume, tra parlamentari e attivisti, durata quasi 6 ore, tirata fino all’1 del mattino. In ballo c’era il sostegno alla candidata vincitrice delle primarie: Caterina Chinnici, figlia di quel Rocco che aveva dato vita al pool antimafia e ucciso nel 1983 – il cui impegno antimafia è stato sottolineato da Conte durante il suo intervento – candidata del Pd e uscita vincente dal confronto con Claudio Fava (Cento passi) e Barbara Floridia (M5s). Dopo la rottura con Enrico Letta, però, il dubbio se restare o meno nella coalizione di centrosinistra per le prossime regionali si è fatto strada tra i grillini siciliani che così andrebbero alle urne nello stesso giorno da separati, alle politiche, e da alleati, alle regionali. “Verrebbe facile mandare tutto all’aria e correre da soli, soprattutto dopo gli attacchi del segretario nazionale del Pd, ma non sarebbe serio. Abbiamo preso un impegno quando abbiamo deciso di affrontare le primarie e non sarà il risultato di queste ultime (che non ci ha soddisfatto), né le dinamiche nazionali, a far venir meno la parola data”, così ha commentato al termine della riunione la consigliera regionale Gianina Ciancio.

Le primarie si sono svolte lo scorso 23 luglio, in un clima molto teso: nei giorni precedenti era caduto il governo Draghi, sancendo la fine dell’alleanza con il Pd. Il M5s aveva però condiviso in Sicilia un percorso con i dem e il resto della sinistra, dando vita riunione dopo riunione, tavolo dopo tavolo, alla prima consultazione fatta dall’asse giallorosso. Ma le posizioni all’interno del dibattito dei grillini lunedì sera sono state molto vivaci. Infine, dopo la linea di Conte, la sintesi è che il M5s vuol dire la sua nella campagna elettorale di Chinnici, e per questo convocheranno la candidata dem per “sottoporle una serie di punti programmatici per noi imprescindibili”, ha raccontato ancora Ciancio. “Se la coalizione col Pd resterà in piedi dipende da una ferrea convergenza sui temi, sui quali non arretreremo di un centimetro”, conferma ancora Nuccio Di Paola. La prossima mossa è dunque un “incontro urgente con Caterina Chinnici e con le altre forze della coalizione del fronte progressista”. Un confronto prima di una decisione definitiva, perché è tutto ancora da vedere: “Alla luce di quanto successo a Roma il cammino della coalizione progressista non è scontato come quando è stato avviato e come è stato evidenziato da numerosi interventi fatti oggi in assemblea”. Il Partito democratico è avvertito.

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