Il tabù ribadito solo la scorsa settimana ora vacilla. Il divieto imposto all’Ucraina di usare armi americane per colpire in territorio russo inizia a scricchiolare. Su spinta del Dipartimento di Stato si è infatti avviato un intenso dibattitto all’interno della Casa Bianca sulla possibilità di far cadere il diniego imposto da Joe Biden fin dall’inizio della guerra. Lo riporta il New York Times. Il segretario di Stato Antony Blinken, riferisce il quotidiano, avrebbe esortato il presidente a revocare il divieto dopo la sua ultima visita a Kiev e l’avanzata russa sul fronte di Kharkiv. Se fosse confermato, si tratterebbe di un vero e proprio dietrofront rispetto alla linea tenuta fino a questo momento da Washington. Gli Stati Uniti stanno anche valutando l’ipotesi si addestrare le truppe ucraine all’interno del Paese in guerra con Mosca, anche se non è chiaro come potrebbero reagire se gli addestratori finissero sotto attacco.

La Russia, intanto, sul tema risponde al Regno Unito. Le forze armate russe condurranno attacchi contro obiettivi britannici “nel territorio dell’Ucraina e oltre i suoi confini” se le armi che Londra fornisce a Kiev verranno usate per colpire il territorio russo, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Nelle scorse settimane il ministro degli Esteri britannico David Cameron aveva affermato che l’Ucraina aveva il diritto di utilizzare le armi fornite da Londra per colpire obiettivi all’interno della Russia.

A Kharkiv si continua a morire sotto i missili S-300 di Mosca. Il governatorato della regione ha riferito che 7 persone hanno perso la vita e 16 sono rimaste ferite negli attacchi russi di oggi . “Gli attacchi sono stati registrati nei distretti di Kholodnohirskyi e Osnovyanskyi” della città, dove sarebbe stata bombardata anche una “tipografia civile”, ha scritto il governatore. Le persone evacuate dall’area da quando le forze di Mosca hanno lanciato la nuova offensiva, hanno aggiunto le autorità, hanno toccato quota “10.980“. E Volodymyr Zelensky torna a criticare gli alleati occidentali, accusati di non fornire a Kiev gli armamenti che servirebbero: “I terroristi russi stanno approfittando del fatto che l’Ucraina non dispone ancora di una sufficiente protezione aerea e della capacità affidabile di distruggere i lanciatori terroristici esattamente dove si trovano, vicino ai nostri confini”, ha affermato il presidente ucraino sui social media.

“La Russia ha colpito Kharkiv e Lyubotyn con numerosi missili, provocando vittime e distruzione. Questo attacco atroce deve ricordare a tutti nel mondo che l’Ucraina ha ancora urgentemente bisogno di sette sistemi ‘Patriot’ – ha fatto eco su X il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba -. Siamo molto grati alla Germania per aver annunciato un sistema aggiuntivo. Ma ottenerne altri sei il prima possibile rimane fondamentale non solo per la sopravvivenza dell’Ucraina ma per la pace in Europa. Tutti dovrebbero capire chiaramente qual è la posta in gioco”.

Al di qua dell’ex cortina di ferro, dopo che la Russia ha dichiarato di aver iniziato esercitazioni nucleari nel suo distretto militare meridionale, la Francia ha effettuato il primo test di lancio di un missile aggiornato con capacità nucleare, l’Asmpa-r, progettato per essere lanciato da un caccia Rafale. Lo ha riferito il ministro della Difesa francese, Sebastien Lecornu, secondo quanto riportato dal Guardian. Lecornu ha detto che il missile è stato lanciato senza testata da un aereo “sopra il territorio nazionale” e che l’esercitazione mirava a sostenere “la credibilità dell’elemento di deterrenza nucleare aereo”.

Intanto le frontiere continuano a chiudersi. La Norvegia ha annunciato la chiusura delle frontiere ai turisti russi a partire dal 29 maggio, privandoli dell’ultimo punto di accesso diretto allo spazio Schengen. “La decisione di inasprire le regole di ingresso è in linea con l’approccio della Norvegia di stare al fianco dei suoi alleati e partner in risposta alla guerra illegale di aggressione della Russia contro l’Ucraina”, ha detto il ministro della Giustizia, Emilie Enger Mehl.

Oslo, membro della Nato che condivide una frontiera terrestre di 198 km con la Russia nell’Artico, ha quasi smesso di concedere visti turistici ai cittadini russi dalla primavera del 2022. Solo i titolari di un visto a lungo termine rilasciato prima di questa data o concesso da un altro paese dell’area Schengen potevano attraversare il posto di frontiera di Storskog-Boris Gleb, l’unico punto di passaggio terrestre tra i due Paesi. Ora sarà loro vietato entrare dal 29 maggio. Sono previste alcune eccezioni, ha affermato il ministero, in particolare per i cittadini russi che visitano i loro parenti stretti residenti in Norvegia e per coloro che lavorano o studiano nel Paese o in altri Stati dell’area Schengen. Sebbene non sia membro dell’Ue, la Norvegia è strettamente associata ad essa e ha adottato quasi tutte le sanzioni adottate da Bruxelles contro la Russia.

Sull’altro fronte diplomatico Mosca continua a tessere rapporti con i vicini di casa e gli amici storici. Vladimir Putin partirà questa sera per una visita di due giorni in Bielorussia, dove avrà colloqui oggi stesso e domani con il suo omologo Alexander Lukashenko. Lo ha annunciato il Cremlino, sottolineando che durante gli incontri verranno discussi tra l’altro “la partnership strategica tra i due Paesi, le prospettive dell’integrazione e temi chiave dell’attuale agenda internazionale”.

In Russia invece continua il repulisti ai vertici delle forze armate. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ria Novosti, il generale Vadim Shamarin, capo della Direzione delle comunicazioni, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta per corruzione.

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