Kevin Prince Boateng, ex calciatore del Milan, ha voluto dire la sua riguardo agli insulti razzisti nei confronti di Mike Maignan nella gara di sabato scorso tra l’Udinese e la squadra rossonera. “Sembra che rispetto a undici anni fa non un solo passo sia stato fatto in direzione della lotta al razzismo. Se nel 2024 il portiere del Milan si trova a dover abbandonare il campo, vuol dire che non è cambiato nulla sul tema degli insulti razzisti. È una vergogna. Io capisco cos’ha provato. Per combattere questa battaglia abbiamo bisogno di tutti. Il problema è che parlano sempre e solo giocatori di colore. Se si parla della guerra in Ucraina o a Gaza, siamo in prima linea tutti a dire che son cose che devono smettere d’esistere ma anche sul razzismo c’è necessità che ci mettano la faccia tutti“, spiega l’ex calciatore in un’intervista a Repubblica.

Anche Boateng 11 anni fa durante l’amichevole con la Pro Patria fu vittima di cori razzisti che lo costrinsero ad abbandonare il campo. Le immagini fecero il giro del mondo e Boateng fu successivamente invitato a Ginevra al palazzo dell’Onu per tenere un discorso sull’eliminazione delle discriminazioni raziali: “Tenni anche un discorso alla Fifa ma se in quell’occasione ero emozionato, perché mi trovavo là per cose brutte, ora sono orgoglioso di avere l’opportunità di contribuire al cambiamento”. L’ex rossonero racconta che sta collaborando ad un progetto da diversi mesi con Fifa per la questione del razzismo e per la salute mentale dei giocatori. “Tutti pensano che siccome siamo ricchi e famosi non abbiamo problemi ma purtroppo non è così. Ne conosco tanti che soffrono di depressione, anche io ci sono passato”.

Boateng esprime quindi tutta la sua vicinanza a Maignan e racconta di avergli mandato un messaggio: “Ho scritto due volte a Mike, è un ragazzo fenomenale. Se vorrà andrò a trovarlo a Milanello, perché ha bisogno di una mano. Anche se magari dice di stare bene, non sai mai come persona come reagisce nel suo intimo”, conclude Boateng.

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