Proseguono gli attacchi alle basi Usa in Iraq, in una escalation che nelle ultime settimane ha portato le forze statunitensi a Erbil ad alzare al massimo il livello di allerta. L’ultimo assalto risale a mercoledì 24 gennaio, quando un drone armato ha preso di mira una base che ospita gli americani nei pressi dell’aeroporto della capitale del Kurdistan iracheno, nel nord della Repubblica. L’attacco è stato riferito da due fonti all’emittente del Qatar Al Arabiya e, come riportato anche dal corrispondente della tv Al-Mayadeen in Iraq, è stato condotto, come i precedenti, dalla Resistenza Islamica, coalizione di milizie sciite sostenute dall’Iran. L’episodio segue i raid aerei condotti dalle forze americane contro le milizie filoiraniane in Iraq, che hanno causato la morte di due persone e che Baghdad ha definito “un atto di aggressione” e “una violazione della sovranità territoriale”, dopo che l’amministrazione statunitense negli scorsi giorni aveva annunciato di aver colpito altri tre siti utilizzati da Hezbollah.

La Resistenza Islamica in Iraq già il 22 gennaio aveva rivendicato l’attacco a una base militare Usa vicino al giacimento di gas di Koniko, nella Siria orientale. L’attacco, ha spiegato in quell’occasione il gruppo, era stato lanciato in risposta alla guerra di Israele su Gaza e all’occupazione statunitense dell’Iraq. Che il clima sia peggiorato a partire dal 7 ottobre, giorno che ha segnato l’inizio del conflitto tra Hamas e Tel Aviv, lo confermano del resto i numeri degli attacchi: oltre cento raid alle basi militari Usa in Iraq e Siria dall’inizio dell’ultima crisi in Medio Oriente. E intanto la guerra dilaga, con Teheran e il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica che il 16 gennaio hanno rivendicato l’attacco alla base del Mossad a Erbil. Offensiva condannato duramente dal governo di Baghdad, che ha ancora una volta parlato di “aggressione alla sovranità irachena”, e dagli stessi Usa, che hanno parlato di bombardamenti “irresponsabili”. Il premier del Kurdistan iracheno Masrour Barzani, in conferenza stampa a Davos, ha definito “ingiustificata” la rivendicazione degli attacchi a Erbil, sottolineando che gli attacchi avevano preso di mira solo civili e residenze private.

Foto d’archivio di Erbil

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