“Ogni tanto anche voi giornalisti scrivete di quelle ca***te che la metà basta”. La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si scalda immediatamente quando, parlando al Forum internazionale del Turismo italiano a Genova, viene messa sul tavolo la questione della pista da bob per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. L’opera che doveva nascere proprio a Cortina, dove Santanché voleva pure costruire un aeroporto e dove con il gruppo Majestas l’amico Flavio Briatore e il compagno Dimitri Kunz gestiscono lo storico locale “Camineto”, finora è rimasta in un cassetto per l’indisponibilità delle imprese a sobbarcarsi la costruzione di una pista complessa in tempi risicati. Quando ormai l’ipotesi del bob a Cortina sembrava definitivamente tramontata, è sceso in campo il ministro Matteo Salvini che ha proposto un progetto light.

Intervista dal direttore de Il Sole 24 Ore Fabio Tamburini, Santanché promette: “La pista da bob la faremo in Italia, è rimasto indietro direttore, mi stupisco”. La ministra poi accusa la stampa di scrivere “ca***te”. Nel ricostruire la vicenda, però, dice ben due falsità. La prima: “Ma vi pare che un governo come il nostro fa una pista da bob in Germania e in Svizzera“. Ovviamente non è mai stata nemmeno un’ipotesi la costruzione di una pista fuori dai confini italiani. Semplicemente, come chiede peraltro il Comitato olimpico internazionale, tuttora è in piedi la possibilità di disputare le gare olimpiche di bob, slittino e skeleton in un impianto già esistente all’estero. In pratica, “affittare” una pista da bob per i Giochi, risparmiando circa 100 milioni di euro ed evitando il rischio di costruire una cattedrale nel deserto.

La Fondazione Milano-Cortina, presidente Giovanni Malagò, deve decidere entro fine gennaio quale opzione scegliere. È il termine ultimo fissato dal Cio. E su questo punto la ministra Santanché dice una seconda affermazione errata: “Quando si apriranno le buste vedremo se sarà meglio l’offerta di Cortina e meglio quella di Cesana. Noi siamo italiani e orgogliosi di esserlo e faremo in Italia la pista da bob”. La Fondazione non dovrà aprire nessuna busta, ma valutare i dossier dei progetti che ha già sul tavolo (compresi appunto quelli arrivati da Svizzera, Germania e altri Paesi). Le buste a cui si riferisce probabilmente Santanché riguardano invece solamente la pista di Cortina: il 18 gennaio alle 12 scade infatti il termine del bando-lampo sul progetto light del bob voluto appunto da Salvini. In pratica, si scoprirà se ora c’è almeno un’impresa disponibile a costruire l’opera. Solo in tal caso, l’opzione Cortina potrà essere di nuovo presa in considerazione. Ma con le buste l’opzione di Cesana (che ormai pare accantonata) non c’entra assolutamente nulla.

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