La Regione Lombardia dice no al Comune di Milano che aveva chiesto mille licenze in più per fronteggiare il problema dei taxi introvabili in città. Così mentre Matteo Salvini convoca i tassisti al ministero e mette su l’ennesimo tavolo per risolvere l’annosa questione legata a una categoria assai cara al centrodestra, l’amministrazione guidata dal leghista Attilio Fontana risponde picche all’amministrazione Sala, alle prese con code chilometriche in aeroporto e in stazione, nonché a chiamate notturne che vanno a vuoto in quasi un caso su due.

La strada che la Regione vorrebbe percorrere è sostanzialmente quella proposta dagli stessi tassisti: doppie guide, aperte a familiari e terzi. Una strada già in parte sperimentata e fallita, con appena 71 richieste giunte agli uffici competenti. “Mille licenze sono troppe – ha detto Franco Lucente, assessore regionale alla Mobilità, riporta Repubblica – Da parte nostra non c’è una contrarietà a prescindere all’aumento delle licenze. Siamo pronti al dialogo e a confrontarci con il Comune e le categorie dei tassisti. Prima dell’aumento delle licenze, però, ci sono altre soluzioni percorribili che andrebbero sperimentate prima di arrivare a toccare le licenze”.

Il problema non riguarda solo il capoluogo lombardo. Anche a Bergamo, denuncia il sindaco Giorgio Gori via social, la situazione è difficile. “Bergamo ha 120 mila abitanti, oltre un milione di presenze turistiche, un aeroporto da oltre 13 milioni di passeggeri a 5 km dal centro. E solo 41 taxi autorizzati“, spiega il primo cittadino, lamentando il silenzio della Regione. “A novembre, dopo il lungo stop dovuto al Covid, abbiamo chiesto alla Regione Lombardia il rilascio di 40 nuove concessioni. Dopo due solleciti, tutto tace, nessuna risposta. Nel frattempo, da oltre 4 anni è bloccato al ministero dei Trasporti il rilascio delle licenze NCC che avevamo ottenuto dalla Provincia nel 2018, superando il ricorso dei tassisti. Abbiamo fatto il bando, abbiamo i nomi degli aggiudicatari, ma tutto è fermo a Roma”.

Eppure proprio da Roma, città dove il problema taxi si fa sentire e dove non è insolito trovare lunghe code di potenziali passeggeri in attesa di un’auto fuori dalla stazione, Matteo Salvini promette di trovare una soluzione nel breve periodo. “Ho incontrato 23 sigle sindacali dei taxi e 26 sigle sindacali degli Ncc, poi ascolteremo Comuni e Regioni. L’obiettivo è quello di arrivare con un piano di riordino prima della pausa estiva e di avere più auto nel breve periodo a disposizione dei cittadini italiani”, ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti interrogato al question time al Senato dello scorso 20 luglio. Insomma lo sblocco di ulteriori licenze potrebbe avvenire a stretto giro a livello centrale. Oppure Salvini potrebbe optare per delle soluzioni più soft come quella proposta dalla Regione Lombardia. “Spero di poter incontrare anche Salvini nei prossimi giorni – ha aggiunto ancora Lucente parlando con Repubblica – Così da capire quali sono le intenzioni a livello centrale”.

Il problema però, secondo l’opposizione, è stato affrontato troppo tardi. “Basta affacciarsi alla stazione Termini per vedere code lunghe centinaia di metri di malcapitati in attesa di salire su un taxi sotto al sole cocente. Il problema dei taxi nella Capitale e nelle altre metropoli italiane c’è dai primi ponti primaverili, visto il flusso enorme di turisti presente nel nostro paese da Pasqua in avanti. Salvini ha deciso di svegliarsi solo a fine luglio per ovviare al problema, ma sempre col suo stile: sparate demagogiche e zero soluzioni – lamentano in una nota i deputati e senatori del Movimento 5 stelle della commissione trasporti – Dice che per agosto avremo più auto in strada per garantire il servizio, ma non dice come, dove e con quali modalità. Il combinato disposto è terrificante per un turista che arriva in Italia”.

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