Meno due. Con la versione elettrica della Astra, alla Opel – il solo marchio tedesco fra i 14 del gruppo Stellantis, che ne annovera italiani, francesi e americani – manca ancora una coppia di suv a zero emissioni per completare la conversione della gamma. O, meglio, per riuscire ad offrire una declinazione elettrica di ciascun veicolo a listino: i successori a batteria della Crossland e della Grandland arriveranno già nel 2024. E con il 2028 Opel commercializzerà in Europa solo auto elettriche (sette anni prima rispetto ai vincoli imposti a livello comunitario), anche se nel frattempo vende sempre di più fuori dal Vecchio Continente: in due anni la penetrazione in paesi non europei è passata dall’8 al 15%.

La Astra Electric è stata sviluppata a Rüsselsheim, dove verrà anche fabbricata, sulla piattaforma multienergy del gruppo, la stessa sulla quale è nata la E-308, che pure arriva in autunno. Nel 2024 debutterà anche la variante di carrozzeria Sports Tourer, la familiare.

Il prezzo verrà ufficializzato entro le prossime settimane e coinciderà con il giorno dell’apertura degli ordini. Ma anche dalla filiale italiana fanno sapere che i volumi delle elettriche dipendono da altre formule. In Germania il listino parte da poco più di 45.000 euro, superiore all’entry level di altri modelli con caratteristiche analoghe. Federico Scopelliti, direttore del marchio nel Belpaese, avverte che non solo nulla è deciso, ma che conta di offrire allettanti soluzioni per il finanziamento. “Nel prezzo noi includiamo anche la wallbox”, ricorda. E aggiunge che grazie a una intesa con Allianz è possibile ottenere installazione e collegamento fino a 50 metri con 1.200 euro.

La berlina a cinque porte è a trazione anteriore con un motore da 156 Cv da 270 Nm di coppia. In realtà, impostando le modalità di guida Eco e Normal le prestazioni possono venire limate a beneficio dell’autonomia. Quella dichiarata è di 418 km nel ciclo misto Wltp, con un consumo omologato di 14,8 kWh/100 km. I 142 chilometri di prova nel traffico alla periferia della capitale tedesca Berlino e verso Potsdam (46 orari di media) hanno prodotto un dato diverso, decisamente più lusinghiero, anche se statisticamente non rilevante: 13,1 kWh con il 64% di carica residua della batteria.

Lo spunto da 0 a 100 non mette i brividi (9,2”), ma non si può certo dire che la Astra sia “ferma”. Anzi. Può essere brillante, anche se questo incide immediatamente sulla percorrenza, se non altro perché arriva fino a 170 all’ora di velocità massima. La batteria agli ioni di litio è da 54 kWh e il costruttore promette tempi di rifornimento inferiori alla mezz’ora dal 10 all’80%. Grazie alla app eSolutions Charging, “i clienti possono godere della massima libertà e ricaricare il proprio veicolo anche fuori casa grazie a una rete di oltre 500.000 punti di ricarica in tutta Europa”, ricorda la Ceo francese della Free2move Solutions, una società del gruppo Stellantis, Mathilde Lheureux.

La vettura è composta e precisa (lo sterzo si fa apprezzare parecchio), e agli occupanti garantisce un abitacolo ben insonorizzato (Opel ha fatto ricorso a vetri speciali) e spazioso ottenuto grazie a un passo di 2,68 metri. La Astra Electric misura 4,37 metri di lunghezza ed è anche molto filante con i suoi 149 centimetri di altezza che incidono quasi solo sul parabrezza, che soprattutto per i pivot scende troppo in fretta. Pur essendo immaginata come prima e anche unica macchina, la berlina a 5 porte ha un bagagliaio la cui capacità è compresa fra i 352 e i 1.268 litri. Il cruscotto digitale include due schermi da 10” ciascuno ed è inserito in una plancia morbida e piacevole al tatto. L’auto, che nasce per essere proposta in un unico allestimento, è la prima Opel a montare il sistema Intelli-Drive 2.0 con assistenza al cambio di corsia semiautomatico e adattamento intelligente della velocità disponibili per la prima volta come optional.

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