Prati umidi montaniCortina d’Ampezzo… uno scrigno di biodiversità”. La foto di Campo di Sotto, alle porte del centro turistico bellunese, è bellissima. Mostra un prato di circa 30 ettari al limite del bosco ed è riportata nel mese di settembre del calendario “Habitat di prateria del Veneto 2023” edito dalla Regione Veneto. Una lunga dicitura spiega che ci si trova in una zona di “prati pingui e freschi” che “se non troppo concimati e invasi da specie sinantropiche (ortiche, romici, ecc…) sono scrigno di biodiversità”. Poi avverte: “Qui un aspetto montano nella conca ampezzana in cui emerge la popolazione di Sanguisorba officinalis. L’abbandono porterebbe al rapido incespugliamento e anche le eccessive concimazioni sarebbero deleterie”. Nella pagina accanto un’altra foto mostra un’autentica esplosione naturale di Sanguisorba officinalis e Galium boreale con un’altra spiegazione: “Due specie rare in Veneto, che identificano prati freschi e pingui e che è importante continuare a falciare evitando pascolo e liquamazioni per evitare la perdita di elementi fondamentali del paesaggio montano”.

Ebbene, in questo luogo delicatissimo e incantato vogliono far sorgere il Villaggio Olimpico che, per tutta la durata dei Giochi e delle Paralimpiadi, ospiterà fino a 1.200 persone, atleti e staff delle squadre nazionali. Il progetto è quello di utilizzare elementi prefabbricati, quindi senza fondamenta, ma che devono avere una base su cui appoggiare. Questo comporterà la copertura del prato, nonché la posa di tutte le condotte per garantire scarichi igienici e per portare l’alimentazione di acqua e luce alle casette, oltre alla realizzazione di passaggi per permettere agli atleti di muoversi. Una devastazione paradossalmente promossa dal piano olimpico, che ha nella Regione Veneto e nel Comune di Cortina i due soggetti amministrativo-politici coinvolti.

Il titolo del calendario non è casuale, perché richiama la direttiva europea 92/43/Cee Habitat, approvata il 21 maggio 1992, che ha lo scopo di mantenere le biodiversità conservando gli habitat naturali nel territorio europeo. La pubblicazione è stata curata dall’Unità organizzativa Strategia regionale della Biodiversità e Parchi che fa parte della Direzione Turismo. Il tema è così importante da essere condiviso da due assessori, entrambi della Lega: Cristiano Corazzari si occupa di Territorio nonché di parchi e aree protette, mentre Federico Caner, ha la delega sul turismo. Alla solennità delle foto e degli impegni, però, non sembrano seguire atti conseguenti.

A sottolineare questa paradossale contraddizione è stato il consigliere regionale dem Andrea Zanoni, che ha illustrato in prima commissione un’interrogazione di denuncia. Lo ha fatto pochi giorni prima del 12 aprile, giorno in cui si riunisce la cabina di regia dell’organizzazione olimpica. In quella sede, con i ministri delle Infrastrutture (Matteo Salvini) e dello Sport (Andrea Abodi), si deve decidere dove realizzare il villaggio, un’opera che ha previsto uno stanziamento di 47 milioni di euro. “Sullo scempio ambientale sicuro che la realizzazione del Villaggio nella piana di Campo di Sotto provocherebbe, di fatto non è arrivata alcuna risposta, visto che l’assessore non era presente. Eppure lo stupore generale dei consiglieri è stato eloquente quando ho mostrato che la stessa Regione del Veneto, non il WWF o un’associazione ambientalista, ha realizzato il calendario 2023 inserendo nel mese di settembre proprio la foto del prato di 30 ettari che andrebbe distrutto per sempre”. L’interrogazione è stata sottoscritta anche da Vanessa Camani, Francesca Zottis e Anna Maria Bigon del Pd, Cristina Guarda di Europa Verde e dal portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni (Gruppo misto).

Zanoni ha aggiunto: “Quello che la natura ha creato in centinaia di secoli verrebbe alterato per realizzare un insediamento umano di poche settimane, con danni irreversibili. Chiediamo alla Giunta se non ritenga di dover intervenire con la massima urgenza per bloccare la realizzazione del Villaggio Olimpico”. La preoccupazione per i danni ambientali è stata espressa anche da uno studio di Michele Da Pozzo, direttore del Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo gestito dalle Regole e pubblicato dal Comitato Civico Cortina. Ad occuparsi della realizzazione del Villaggio è la società Infrastrutture Milano-Cortina 2026, che ha a capo l’ingegnere Luigi Valerio Sant’Andrea, commissario straordinario del governo. Il progetto è nato male perché nel dossier di candidatura olimpica si era scelto l’insediamento nell’area di Fiames, a nord dell’abitato. Quando tecnici e associazioni ambientaliste hanno reso pubblico che si trattava di una zona geologicamente instabile si è cercata un’alternativa, individuata nella piana di Campo di Sotto. Sono state scartate altre alternative, come le vecchie caserme di Cimabanche verso la Val Pusteria o il villaggio Eni di Borca di Cadore. Ormai il tempo stringe e una soluzione dovrà essere presa, anche se rischia di essere l’ennesima dimostrazione (oltre alla nuova pista da bob) di quanto impattanti saranno le Olimpiadi per Cortina.

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