Nella migliore delle ipotesi, ci vogliono 24 ore per raggiungerla e almeno un paio di scali intermedi. Eppure, come nelle 12 fatiche di Ercole, anche un viaggio aereo che dura un giorno intero merita quando la destinazione scelta è Tahiti. Un angolo di paradiso nel cuore dell’Oceano Pacifico, dove il colonialismo ha fatto sì che si parlasse il francese a posto – o meglio integrandolo – del più difficile polinesiano, la lingua del Moana (mare).

Una terra lontanissima, almeno nei termini della quotidianità, 6000 chilometri dall’Australia e quasi il triplo dall’Italia. Un sogno per il suo mare, davvero uno dei più limpidi e allo stesso tempo esclusivi al mondo, dove sentirsi avvolti – o travolti – da una realtà che supera la più fervida delle immaginazioni.

Quello delle Isole del Vento, dove si trova anche la capitale Papeete – sì, è da qui che prende il nome uno dei locali più noti dell’estate – è solo uno dei cinque arcipelaghi della Polinesia Francese, una terra vastissima e incredibile, dove è estate pressoché tutto l’anno. Arrivarci è oggi più facile, comodo e veloce di un tempo anche grazie ai collegamenti di Air Tahiti Nui e alle strutture di Turisanda (gruppo Alpitour). Insomma, una vacanza a Tahiti che rispetti parte bene già… dalla partenza!

Vivendo Tahiti, l’isola dei fiori

Quando, nel 2021, il presidente francese Macron visitò Tahiti, fu accolto con le tradizionali collane di fiori che vengono poste intorno al collo. Gliene misero così tante che le immagini diventarono istantaneamente un meme, ma è un’abitudine che i polinesiani dedicano a tutti i visitatori, un gesto di bontà e accoglienza spontanea.

Le producono con i fiori del luogo, e rappresentano uno dei tanti simboli della cultura tahitiana, la più importante delle isole della Polinesia Francese. Insieme alla musica, al consumo di frutta tropicale, alla pratica del surf e della canoa, sono solo alcune delle abitudini di questo popolo che parla francese ma che ha sangue aborigeno nelle sue vene. Una full immersion che è ben evidente quando si arriva, dopo un volo di una decina d’ore da Los Angeles (scalo preferito per chi proviene dall’Europa, poiché divide il viaggio solo in una tappa intermedia), a Tahiti.

Un’isola vulcanica, come molte dell’arcipelago, intorno alla quale insiste una rigogliosa e florida barriera corallina. Dove le acque turchesi si aprono in baie, golfi e insenature, intorno alle vette verdissime del Monte Orohena. Terre di basalti e tufi, permeate dall’acqua, erose e trasformate in salti d’acqua decisamente spettacolari, come quelli di Faarumai, Pape’ana’ana o Vaihi.

Il tutto, senza dimenticare ovviamente le spiagge, che per molti sono da sole il motivo di una vacanza così lontana da casa. Sia quelle delle isole principali, ma anche sui motu (isolotti), come quello di Mataiea, oppure arrivando a Vaiava (sabbia chiara), Punui (palme e rocce), Tautira (sabbia scura).

Per chi vuole salire in alto, in tutti i sensi, i belvedere di Taravao e Marae si trovano sui punti più alti dell’isola (che ha una forma “a otto”), e permettono di ammirare in un solo, straordinario colpo d’occhio tutta Tahiti.

Cosa fare a Papeete

Non è solo il punto d’approdo, ma anche la ‘capitale’ de facto della Polinesia. Papeete è una piccola cittadina, con le sue caratteristiche sicuramente interessanti, dai bei giardini pubblici (Jardinj de Paofai e il Bassin de la Reine) ai palazzi delle amministrazioni politiche.

Non c’è tantissimo da vedere, ma una delle sue caratteristiche più interessanti è la presenza di numerosi luoghi di culto dedicati a tutte le religioni: c’è una cattedrale cattolica, la Notre-Dame de Papeete e un tempio protestante, una bella cappella episcopale che ricorda molto da vicino le chiese americane, un tempio Kanti (shintoista), uno mormone e persino una piccola sinagoga.

Non solo Tahiti

Una volta in Polinesia Francese, è difficile limitarsi alla sola idea di visitare una singola isola o atollo che sia. Once in a lifetime, è forse il caso di concedersi qualche esplorazione in più. Ecco alcune idee:

  • Tikehau e Taha’a, piccoli atolli le cui lagune sono ricche di colori, rilassanti luoghi di pace e natura tropicale con coralli, orchidee e il costante profumo di vaniglia
  • Bora Bora, la regina della Polinesia, dove risuonano gli ukulele e il sorriso della popolazione locale è il miglior biglietto da visita
  • Moorea, con le sue baie rigogliose, i giardini fioriti e la pace straordinaria che emana un luogo lontano dal turismo di massa

Rangiroa e Fakarava, le migliori destinazioni per chi ama il diving, con le sue spiagge di colore rosa e piccole capanne dove alloggiare

Articolo Precedente

Natale in Messico, un viaggio tra storia e mare

next
Articolo Successivo

Mauritius, l’isola dolcissima

next