Sono passati 10 anni da quando Mazda ha lanciato il suo suv compatto CX-5 sul mercato mondiale. Una scommessa stravinta, che ad oggi rappresenta per la casa giapponese un terzo dei volumi in Europa con oltre 350000 unità vendute l’ultimo anno globalmente. È stata inoltre la prima vettura ad introdurre il Kodo Design, l’inconfondibile stile che caratterizza tutte le Mazda sviluppate nell’ultimo decennio.

Nella sua continua evoluzione, il 4×4 nipponico si presenta con un sostanzioso rinnovamento estetico per il model year 2022. Le dimensioni non sono cambiate: 457 cm di lunghezza per 184 di larghezza ed un’altezza complessiva di 168 cm, con il passo di 270 cm che garantisce sbalzi ridotti, soprattutto al posteriore.

La calandra anteriore è stata ridisegnata incorporando una trama tridimensionale ed è ora incorniciata tra due “ali” laterali: non più semplici linee ma superfici complesse che si evolvono fino a raggiungere i nuovi proiettori a LED con matrice a 20 diodi luminosi (che integrano funzioni avanzate autoanabbaglianti). La firma luminosa composta da quattro “C” è ben definita e viene ripresa dagli indicatori posteriori, anch’essi dotati di tecnologia LED.

Il profilo del CX-5 appare dinamico e spiovente grazie a un sapiente gioco di linee e gli affusolati finestrini laterali, il tutto senza rinunciare al confort. I sedili posteriori mantengono un’abitabilità notevole per occupanti di tutte le stature e quelli anteriori non sono da meno con un’ergonomia ineccepibile. I sedili a regolazione elettrica e il volante regolabile in altezza e profondità, permettono di trovare sempre la posizione di guida corretta. Il Jinba Ittai di Mazda, la filosofia secondo la quale guidatore e veicolo si fondono in un’unica entità, è evidente.

Il sistema telematico, recentemente rinnovato, integra tutte le tecnologie di ultima generazione: Apple Carplay, Android Auto, ricarica wireless per smartphone e Sistema di Navigazione GPS che invia le indicazioni stradali all’head-up display posto di fronte al guidatore. Non mancano infine le
telecamere con monitoraggio a 360° per aiutare nelle manovre più complesse e in ambienti difficili, sia in città che in fuoristrada. Unica “rinuncia” se così si può dire, è l’assenza della funzionalità touch nello schermo centrale da 10.85 pollici. Una scelta nondimeno ragionata, visto che si è voluto prediligere un posizionamento del monitor non raggiungibile agevolmente con le mani ma funzionale per la sicurezza di utilizzo, che permetta una lettura senza allontanare eccessivamente lo sguardo dalla carreggiata.

A bordo si percepisce una chiara atmosfera “premium” che si avvicina molto a quella delle più blasonate auto teutoniche. I materiali sono ottimi, le plastiche sono morbide al tatto e nei più lussuosi allestimenti la pelle riveste sedili, plancia e consolle centrale.

Vengono ora proposte tre versioni principali per il mercato: Homura, con finiture esterne e specchietti nero lucido, cuciture delle sedute e del volante in colore rosso, Signature, caratterizzata dall’utilizzo della pelle Nappa per gli interni e un generale aspetto che strizza l’occhio a lusso e semplicità ed infine Newground, un allestimento dedicato a chi predilige l’avventura con interni in tessuto, finiture verde lime e un ingegnoso fondo del bagagliaio ribaltabile rivestito da un lato in moquette ed dall’altro in gomma, adatto ad accogliere carichi bagnati o materiali abrasivi.

Con 522 litri di capacità (che salgono a 1395 abbattendo i sedili posteriori), il bagagliaio si presenta spazioso e dalle forme lineari. Il piano di carico è posizionabile a livello della soglia del portellone e i sedili (suddivisi 40-20-40%) sono abbattibili con comode leve direttamente dal vano bagagli.

Abbiamo avuto modo di provare nelle campagne spagnole, la motorizzazione Skyactiv-D (diesel) da 2,2 litri e 184 cavalli con sistema All Wheel Drive (AWD) a quattro ruote motrici. Ed è stato un piacere notare come nonostante le complicazioni della trazione integrale e del cambio automatico, il peso si attesti intorno ai 1700 kg e non venga sacrificato il piacere di guida.

Nonostante l’assenza delle più raffinate sospensioni a controllo elettronico, l’assetto risulta sempre fermo e confortevole, a tutto vantaggio di una dinamica di guida piacevole e ben bilanciata. Solo il cambio automatico, aggiornato nella gestione elettronica e con comandi al volante, lascia l’amaro in bocca quando si chiede qualcosa in più in termini di reattività.

Il sistema AWD funziona ottimamente sia su strada che in leggero fuoristrada garantendo sicurezza e trazione in tutte le condizioni. Per le vetture dotate di Mi-Drive, è possibile, selezionando una delle modalità di guida aggiuntive (Sport ed Off-Road), modificare le soglie e le logiche di intervento del sistema di controllo della stabilità e le logiche di torque vectoring a seconda del percorso che si intende affrontare.

Il ventaglio di motorizzazioni si completa con un 2.2 turbodiesel da 150 Cv e due propulsori benzina
Skyactive-G da 2 e 2,5 litri, rispettivamente da 165 e 194 cavalli. Per tutti è disponibile la trazione integrale che diventa unica scelta possibile se si associano i propulsori di punta al cambio automatico a 6 marce. Il prezzo di attacco è di 33.800 € in allestimento business (dedicato principalmente alle flotte) mentre la versione Newground è disponibile a partire da 36100 € (solo 2 ruote motrici). Infine le versioni Homura e Signature sono entrambe offerte a prezzi variabili tra i 39000 e i 48000 €. Cifre in apparenza importanti ma che nascondono allestimenti full optional, comprensivi di cerchi da 19 pollici e tutti gli accessori solitamente offerti a pagamento dalla concorrenza.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Renault Mégane E-Tech, la prova de Il Fatto.it – Il romanticismo dell’elettrone – FOTO

next