L’ultimo rapporto stilato da ANIASA sulla mobilità, che traccia un bilancio dei cambiamenti che questa ha subito nel corso del 2020, dichiara che ad assorbire il calo delle vendite delle motorizzazioni endotermiche (-13% rispetto al 2019) è stato (complessivamente, quindi compresa anche la più consistente fetta delle full hybrid) il comparto delle ibride, salito al 18%.

Un comparto che, inquadrato nel segmento dei suv compatti, nel 2021 sta già realizzando una crescita del 10% per quanto riguarda le ibride alla spina, e del 5% per quanto riguarda le full hybrid; una crescita che, al contrario, nel segmento dei suv medio-grandi porta le PHEV a +5% (rispetto al 2020) e le HEV a +17%. Questo è il contesto in cui si inserisce anche l’offerta di Hyundai, che ora propone un aggiornamento dei suoi sport utility Santa Fe e Tucson con la motorizzazione PHEV, in aggiunta a quelle full hybrid e mild che già compongono la gamma di entrambi i modelli.

L’aggiornamento dei motori fa parte del più ampio restyling che nel 2020 ha interessato anche l’estetica di Santa Fe e Tucson, visibile a partire dai frontali – la calandra che in Tucson ingloba i fari a led fino a camuffarli, da spenti – e dai posteriori – i nuovi gruppi ottici uniti da una firma luminosa che corre su tutta la larghezza del portellone. In alto, invece, lo spoiler di Tucson nasconde il tergicristalli posteriore, visibile solo quando in funzione.

Anche gli interni rispecchiano un cambio di stile deciso, con la Santa Fe che ha ottenuto una strumentazione del tutto digitale e la Tucson caratterizzata da una console ampia e piatta che funziona con sistema touch. Su entrambe il tunnel è rialzato e ospita il cambio, il selettore per scegliere la modalità di guida e tutti i pulsanti (tanti, forse troppi) del clima: ma se sulla Santa Fe è un tutt’uno con la plancia e ha un’inclinazione che ne facilita la gestione, sulla Tucson il tunnel resta orizzontale e segue una linea che non rende sempre immediata la visuale e quindi la scelta dei tasti, in particolare del drive mode select. Questo, tra l’altro, permette di settare non solo la modalità di guida sulla base del terreno e del percorso che si sta facendo, ma fa scegliere anche tra la guida in ibrido, endotermico oppure solo a batterie.

Come detto, sia Tucson che Santa Fe ora sono proposte con motore ibrido plug-in a trazione integrale e cambio automatico a 6 rapporti, che prevede un benzina 1.6 turbo da 180 Cv affiancato da un propulsore elettrico da 66,9 kW, per una potenza complessiva di 265 Cv e una coppia massima di 350 Nm. Ad alimentare il motore elettrico è, in entrambi i casi, una batteria da 13,8 kWh che permette a Tucson di viaggiare in elettrico per poco più di 60 km e a Santa Fe per circa 58 km.

I due suv “alla spina” di Hyundai promettono una guida piuttosto comoda e rilassata, senza esaltazioni di sorta. È piena la consapevolezza di stare al volante di vetture dal peso di quasi 2 tonnellate in ordine di marcia, che per di più non “beneficiano” del guizzo dato dall’elettrico puro, che dà la coppia massima tutta e subito.

Ma la sensazione data da Tucson e Santa Fe è anche quella di vetture stabili e che intendono la sicurezza come altro sinonimo di comfort: un sistema di assistenza alla guida molto apprezzabile è, infatti, il blind spot view monitor che fa comparire sulla strumentazione ciò che vede la telecamera degli specchietti laterali, così da avere una visuale ancora più chiara quando si svolta a destra o sinistra. Molto reattivo è anche il sistema di mantenimento della corsia.

Infine i prezzi: la Tucson ibrida plug-in con allestimento base (sono 4 in tutto) è proposta a partire da 44.500 euro, che tra vantaggio cliente ed eco bonus scende a 36.500 euro. La Santa Fe, invece, si presenta con il solo allestimento Xclass e ha un prezzo di partenza di 56.000 euro per il motore diesel, che sale di 2.000 euro per la versione full hybrid, cui si aggiungono altri 3.000 euro per la versione PHEV, arrivando così a 61.000 euro.

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