Il caso della nomina del procuratore capo di Roma si arricchisce di un nuovo capitolo e di un nuovo ricorso. Il procuratore Michele Prestipino ha impugnato, al Consiglio di Stato e in Cassazione, la decisione dei giudici di Palazzo Spada che l’11 maggio scorso hanno bocciato i ricorsi del Csm e dello stesso Prestipino contro la sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio che aveva annullato la sua nomina a procuratore della Capitale. Per i giudici amministrativi è illegittima la delibera con cui il Csm ha nominato Prestipino, e che era stata impugnata da uno dei candidati esclusi, il procuratore generale di Firenze Marcello Viola.

Nel ricorsi depositati si afferma che la sentenza “è viziata da errore revocatorio e deve essere annullata e riformata”. Nel provvedimento Prestipino chiede “in via cautelare” di “sospendere l’esecutività della sentenza impugnata“. Nel documento di 34 pagine, scritto dagli avvocati difensori Massimo Luciani, Piermassimo Chirulli, Patrizio Ivo D’Andrea, si afferma che “Prestipino vanta due esperienze semidirettive in uffici complessi quali la Procura di Reggio Calabria e la Procura di Roma, ove, come si è dato conto, è stato destinatario di importanti deleghe e ha dimostrato capacità di eccezionale prestigio, sia nella gestione dei flussi, come comprovato dagli eccellenti risultati raggiunti anche a fronte di procedimenti particolarmente complessi”.

In merito alla decisione dell’11 maggio scorso, i difensori del procuratore di Roma scrivono che “la pronuncia ha ritenuto viziata la comparazione tra il dotto Viola e il Dott. Prestipino, in particolare quanto alla valutazione dell’esperienza di tre anni del primo quale procuratore generale di Firenze e di quella del secondo di soli tre mesi quale Procuratore Aggiunto di Roma. Ebbene – si legge nel ricorso – risulta in atti l’autorelazione del dottor Prestipino dalla quale si evince ch’egli ha svolto le funzioni di Procuratore Aggiunto di Roma sin dall’11 novembre 2013. Egli è stato sin da subito designato come collaboratore del Procuratore per il coordinamento della Dda e dal 16 aprile 2018 ha assunto l’incarico di coordinatore di quel gruppo specializzato in via autonoma”. E ancora: “”la vacanza del dottor Pignatone (precedente Procuratore della Repubblica di Roma) è iniziata in data 9 maggio 2019. Il periodo di svolgimento, da parte del Dott. Prestipino, dell’incarico semidirettivo di Procuratore Aggiunto di Roma che poteva essere validamente considerato dal Csm è pertanto di 5 anni e 6 mesi, non certo di 3 mesi“, si afferma nel procedimento. Infine ai giudici della Suprema Corte il ricorrente lamenta “il vizio di eccesso di potere giurisdizionale per invasione della sfera di discrezionalità riservata al Csm per una pluralità di profili”.

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