Chiedono di poter sollevare nuovamente le serrande palestre, piscine e centri sportivi. Imprenditori e operatori dello sport riuniti nella Federazione sindacale sport Italia questa mattina hanno manifestato in piazza Montecitorio. “Non ripartire, ma riaprire”, specifica il segretario nazionale della F.S.S.I, Fabio Ronghi. “Se abbiamo delle spese fisse di quarantamila euro al mese e mi arriva un ristoro di seimila e cento euro, cosa ci faccio?” si domanda Ronghi, sindacalista e imprenditore. Critico anche il presidente Federazione italiana nuoto, Paolo Barelli: “La situazione è drammatica. Le piscine che sono chiuse, la metà o oltre, lo sono perché fallite”.

A rischio, denunciano, ci sono migliaia di posti di lavoro. Secondo quanto riportato dalla federazione “in questo momento un milione di lavoratori è a casa”. Per il segretario Ronghi: “Con lo sblocco dei licenziamenti si genererà una bomba sociale”. Intanto allenatori, preparatori e semplici dipendenti aspettano da mesi la cassa integrazione, come Alessandro, personal trainer di Torino: “Così è difficile, puoi solo andare avanti come meglio si riesce”. Le perdite per gli impianti ormai chiusi da un anno ammonterebbero a “quasi due miliardi di euro”, riferiscono i vertici del sindacato. Dalla piazza arriva l’appello al futuro governo: “Dei 209 miliardi di euro del Recovery Plan, almeno il 2% investitelo nei centri sportivi”, chiede il segretario della F.S.S.I e poi chiosa: “Noi non ce la facciamo più”.

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