Sono 34 gli anziani morti durante la prima ondata del coronavirus nella residenza per anziani di Messina “Come d’Incanto”. E ora sono cinque gli indagati per cooperazione colposa mediante omissione in omicidio colposo. Si tratta dei vertici della struttura, del medico interno e di un medico del 118, oltre all’allora commissario straordinario per l’emergenza Covid, Carmelo Crisicelli. La procura di Messina, guidata da Maurizio De Lucia, vuol vederci chiaro su cosa è accaduto all’interno della “Come d’Incanto”. Per questo il procuratore aggiunto Rosa Raffa ha firmato la richiesta di incidente probatorio, chiedendo una perizia medico-legale, con approfondimenti di esperti di infettivologia e pneumologia.

“Sono stati completamente abbandonati, per giorni abbiamo gridato aiuto restando inascoltati: è così che ho perso mia madre”, ricorda Rosetta Scimone, figlia di Annamaria Santacroce, morta a 85 anni lo scorso 2 aprile. E continua: “Per giorni siamo rimasti senza notizie. Io non sapevo nemmeno se mia madre fosse positiva, se avesse sintomi: assolutamente niente”. Per diversi giorni, infatti, dal 19 marzo, anziani e operatori sono rimasti chiusi in isolamento all’interno della struttura di via Primo settembre a Messina.

“La mia prima pec è del 22 marzo”, ricorda Antonello Scordo, legale della direttrice dell Rsa, Donatella Martines, adesso tra gli indagati. Una situazione di stallo che si è sbloccata solo dopo l’intervento dell’assessore siciliano alla salute, Ruggero Razza. Così il 25 marzo finalmente il Covid Team del Policlinico di Messina è entrato in via Primo Settembre e gli anziani sono stati tutti trasferiti in strutture ospedaliere. Lo stesso giorno è avvenuta la prima delle 34 morti tra i pazienti della Rsa.

Adesso la procura peloritana vuole verificare se il contagio diffuso all’interno della struttura non sia stato inizialmente nascosto: “Noi siamo stati i primi a denunciare, abbiamo chiesto aiuto a tutte le autorità, fino al presidente della Repubblica, più di quello che abbiamo fatto non potevamo fare”, assicura Scordo. Un’altra ipotesi al vaglio degli inquirenti è che Crisicelli, all’epoca commissario Covid, abbia solo ordinato l’isolamento della struttura senza tamponare tempestivamente il resto degli anziani. “Mia madre non è morta di coronavirus, questo è certo – provoca Scimone –: è morta con coronavirus ma è morta di abbandono, a causa di evidenti negligenze”.

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