Quartiere Maggiolina, Milano: per acquistare un bilocale di 65 metri quadri nel 2015 bisognava mettere in conto una spesa di circa 190mila euro. Non poco, certo, ma molto meno se paragonato alla cifra richiesta in media nel 2020: 288mila euro, ovvero il 49% in più. E il trend al rialzo accomuna tutte le zone del capoluogo lombardo, sebbene con numeri diversi a seconda della tipologia di immobile e della distanza dal centro. Esaminiamo i dettagli messi in luce da Immobiliare.it anche a fronte dell’emergenza sanitaria e del suo impatto sul settore residenziale.

Una crescita costante da 5 anni a questa parte

I numeri, analizzati in collaborazione con l’azienda proptech Realitycs, parlano chiaro: il prezzo al metro quadro è passato dai 3.672 euro del 2015 ai 4.756 euro del 2020, esattamente il 30% in più. Stiamo parlando di una città con oltre un milione di abitanti, quindi è chiaro che esistano zone più esclusive e altre meno ambite, e quindi meno costose. In linea generale possiamo affermare che i prezzi scendono a mano a mano che ci allontaniamo dal centro, ma con alcune eccezioni: la già citata area Istria-Maggiolina, per esempio, e quella di Pasteur-Rovereto, che grazie agli interventi di riqualificazione sono diventate un punto di riferimento per la vita notturna e il prezzo del mattone è passato da 2.769 euro al mq a 3.918 euro (+41%). Meno sorprendente è invece l’aumento di valore di zone tradizionalmente costose come Arco della Pace-Arena-Pagano, dove si possono spendere anche 280.000 euro per un monolocale di 35 metri quadri (+34% rispetto al 2015), Garibaldi, Moscova, Porta Nuova (8.794 euro al mq, +25%) e centro storico (9.625 euro al mq, +23%). Chi vuole spendere cifre nettamente inferiori deve spostarsi in periferia, che cresce a ritmi inferiori e si mantiene spesso al di sotto dei 3.000 euro al metro quadro: un esempio è la zona di Santa Giulia, che è stata quella meno toccata dall’aumento dei prezzi e si ferma a 2.559 euro al mq (+4%).

Il Covid-19 servirà a calmierare i prezzi?

Il mercato residenziale italiano ha resistito allo scoppio del Covid-19 senza grossi scossoni, ma di fronte alla seconda ondata le cose sono cambiate: nell’arco di un mese, tra settembre e ottobre, i prezzi sono scesi e Milano ha perso oltre 2 punti percentuali, tanto che gli esperti hanno cominciato a chiedersi se non sia cominciato un trend al ribasso destinato a proseguire a lungo. La risposta non è ancora chiara e molto dipenderà dalla durata dell’emergenza sanitaria, tuttavia lo scenario che si prospetta potrebbe non essere del tutto negativo: come spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it, «se questo trend al ribasso proseguirà anche nei prossimi mesi si delineerebbe un quadro di calmieramento dei costi, dopo anni di costanti aumenti che stavano rendendo l’accesso all’acquisto sempre più complesso». A conferma di questa teoria c’è il fatto che a perdere maggiormente di valore sono stati proprio gli immobili di alta gamma.

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