Nel trimestre giugno-agosto 2020, le vendite al dettaglio hanno messo a segno un aumento del 22,8% rispetto al trimestre precedente. Risalita abbastanza prevedibile visto che si confronta con i tre mesi del lockdown. Nel solo mese di agosto il progresso è stato dell’8,2% rispetto a luglio e dello 0,8% nei confronti dello stesso mese 2019. Salgono soprattutto gli acquisti di beni non alimentari (+ 13,8% su luglio e + 0,6% sull’anno prima) favoriti dal boom degli acquisti on line. Gli ordini in rete sono balzati di quasi il 37% rispetto all’agosto 2019 a testimonianza che le abitudini rafforzate durante i mesi di “chiusura” sembrano destinate a restare. Nei primi otto mesi dell’anno il bilancio dell’e-commerce è di un + 30%. Continuano a soffrire invece i piccoli negozi che anche in agosto hanno assistito ad un calo delle vendite dello 0,5% rispetto all’anno prima. Il bilancio del periodo gennaio agosto è di un meno 12,7%. Lieve recupero per la grande distribuzione che archivia il mese con un + 0,4% rispetto al 2019.

Tra i gruppi di prodotti non alimentari che nel mese di agosto hanno segnato un “deciso incremento” l’Istat segnala “il risultato positivo dell’abbigliamento che torna a crescere su base tendenziale per la prima volta da febbraio 2020, presumibilmente grazie all’effetto dei saldi che quest’anno, in molte regioni, sono iniziati ad agosto anziché a luglio”.Gli aumenti maggiori riguardano informatica, telecomunicazioni, telefonia (+12,3%) e utensileria per la casa e ferramenta (+8,4). Le flessioni più marcate per cartoleria, libri, giornali e riviste (-7,7%).

Nel comparto alimentare Coldiretti segnala un forte incremento degli acquisti di cibo low cost nei discount alimentari che fanno segnare un balzo del 4,8% delle vendite che su base annua è secondo solo a quello registrato dal commercio on line. Gli alimentari, precisa la Coldiretti, registrano una sostanziale tenuta nel commercio al dettaglio anche per effetto del crollo dei consumi fuori casa in bar, ristoranti e mense. Coldiretti, evidenzia anche un taglio complessivo della spesa a tavola degli italiani, a casa e fuori casa, di ben 24 miliardi nel 2020 per effetto dell’emergenza coronavirus, sulla base delle elaborazioni su dati Ismea.

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