Troppe udienze civili fissate in un solo giorno, “anche 41 cause col medesimo orario”, violando le regole stabilite dalla Presidenza del Tribunale di Milano per non creare sovraffollamento per l’emergenza coronavirus. Caos sui giudici di pace di Milano: le proteste degli avvocati hanno costretto il presidente del Tribunale Roberto Bichi ad intervenire con una direttiva. Tutte le udienze dei giudici di pace, dal 26 febbraio fino al 2 marzo “sono rinviate a data che sarà comunicata a cura dell’Ufficio”.

Questa mattina, negli uffici di via Francesco Sforza a Milano, gli avvocati e il personale amministrativo hanno protestato perché erano state messe in calendario troppe udienze: i giudici di pace si occupano anche, per fare un esempio, di ricorsi contro le multe. Il presidente Bichi, che lunedì aveva già emanato un provvedimento nel quale invitava tutti i giudici dei vari uffici “a fissare le cause e le procedure ad orari distinti”, una regola che “deve essere assolutamente rispettata per evitare che tali improprie prassi determinino affollamenti anche nei corridoi”. Bichi, sulla base delle informazioni e delle segnalazioni pervenute dagli avvocati, ha verificato che la sua indicazione “non è mai stata attuata”, dati “anche i ristretti tempi” e così si sono determinati “inconvenienti” causati, ad esempio “dalla calendarizzazione di 41 cause con il medesimo orario”. Da qui la decisione di rinviare tutte le udienze fissate durante la settimana: i giudici dovranno “organizzare i rispettivi ruoli di udienza con un numero di cause non superiori a dieci e a orari adeguatamente distanziati”. Confermate, invece, le udienze penali dei giudici di pace.

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