Saranno tenuti in carcere fino all’inizio del loro processo e quindi per diversi mesi. È questa la decisione di un tribunale slovacco per dodici attivisti di Greenpeace, arrestati venerdì scorso per una manifestazione pacifica contro la lignite, il più inquinante tipo di carbone. Gli attivisti avevano srotolato striscione sulla torre mineraria di una compagnia slovacca che estrae questo combustibile fossile. “Le accuse sono infondate e rischiano fino a 5 anni di carcere. Gli avvocati di Greenpeace – si legge in una nota dell’associazione ambientalista – faranno immediatamente appello contro questa decisione”.

L’organizzazione chiede solidarietà internazionale ancor più considerando che si è aperta a Katowice, in Polonia, la Conferenza Mondiale sui Cambiamenti Climatici (COP24). “Siamo di fronte – dichiara Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace Internation – alla più grande sfida per l’umanità, milioni di persone in tutto il mondo stanno chiedendo azioni in difesa per il clima e stanno agendo in prima persona. I governi riuniti alla COP24 devono adesso schierarsi una volta per tutte al fianco dei cittadini. Questi 12 attivisti hanno condotto una protesta pacifica contro il carbone, il più inquinante dei combustibili fossili, e la loro detenzione è una vergogna. Chiediamo alla Slovacchia di rilasciare immediatamente gli attivisti”.

La conferenza di Katowice sul clima arriva a tre anni di distanza dal quella di Parigi e lavorerà fino al 14 dicembre. Vede la partecipazione di 20mila persone tra negoziatori e diplomatici dei 197 paesi firmatari dell’Accordo di Parigi. “Abbiamo solo dodici anni per salvare il clima del nostro pianeta. Per questo il summit di Katowice non può che avere obiettivi ambiziosi. Questo è un momento cruciale per tutti noi, un vero e proprio test per l’umanità” sottolinea Morgan. La direttrice esecutiva aggiunge che “i leader di tutti i Paesi del mondo devono affermare di essere al fianco di tutti noi. Quelli che non lo faranno saranno condannati dalla Storia e ne dovranno render conto. Alla CoP24, i governi devono agire e impegnarsi, entro il 2020, ad allineare i loro piani nazionali sul clima all’obiettivo di mantenere l’incremento delle temperature entro 1,5°C”.

Il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio rileva che “ci dà ancora speranze, ma il tempo per le chiacchiere è finito da un pezzo. I cittadini chiedono a gran voce azioni concrete. Ci sono bambini che marciano fuori dalle scuole, attivisti che si mobilitano e sono sempre più frequenti le cause legali che contrappongono singoli o intere comunità ai responsabili delle emissioni di gas serra: dall’industria petrolifera ai responsabili della deforestazione del pianeta”.

Foto di archivio

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