Ogni tre minuti, nel mondo, un bambino muore di cancro. Un dato impressionante, e questo nonostante gli enormi progressi nelle terapie fatti negli ultimi anni. Mentre un’allarmante criticità resta tuttora irrisolta: sono ancora troppo pochi i farmaci oncologici sperimentati direttamente sulla popolazione pediatrica, per la quale si utilizzano prevalentemente farmaci per adulti, ma in dosaggi e modalità differenti. È il quadro tracciato da medici e associazioni per la Giornata mondiale della lotta al cancro infantile, che si celebraoggi, promossa dall’organizzazione Childhood Cancer International (CCI).

Impressionanti sono i numeri: il cancro – riporta l’Ansa – continua ad essere la principale causa di morte nei pazienti pediatrici tra le malattie non trasmissibili ed in Italia, ogni anno, si ammalano di tumore 2.200 bambini e adolescenti, con un bambino su 650 che ha meno di 15 anni. A livello mondiale, i nuovi casi l’anno sono più di 300.000 (ma è una stima in difetto, poiché in molti paesi non esiste un registro) e seimila sono le nuove diagnosi in Europa. Tassi di mortalità altissimi (oltre l’80%) si registrano poi nei Paesi in via di sviluppo, dove si stima che oltre 100.000 bambini ogni anno potrebbero essere strappati alla morte se anche a loro fosse garantita una diagnosi tempestiva e l’accesso alle cure al pari dei coetanei europei.

Proprio per riaccendere i riflettori sul fenomeno e sensibilizzare le istituzioni si celebra domani la XVI Giornata Mondiale, promossa in Italia dalla Federazione italiana associazioni genitori onco-ematologia pediatrica (Fiagop). Tante le iniziative anche nel nostro Paese, dove dalle piazze e ospedali di oltre 40 città verranno lanciati in cielo 15.000 palloncini dorati biodegradabili, con il ‘nastro d’oro’ simbolo dell’oncologia pediatrica. Il messaggio da lanciare, sottolinea la presidente dell’Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica (Aieop), Franca Fagioli, “è che oggi abbiamo fatto enormi passi avanti, tanto che le percentuali di guarigione per vari tumori raggiungono l’80-90%, mentre erano solo del 10% meno di 40 anni fa. Ma per migliorare ulteriormente, soprattutto per i tumori infantili più difficili, è necessario sviluppare nuovi farmaci che siano sperimentati e testati direttamente sulla popolazione pediatrica, ciò per garantire una maggiore efficacia ed un’azione più mirata”.

Il problema, evidenzia, “è che le aziende farmaceutiche, nonostante sia previsto anche da un Regolamento Ue, non sviluppano tali sperimentazioni, spesso per mancanza di interesse, ed anche in Italia solo l’8% delle sperimentazioni di farmaci è fatta ‘a misura di bambino’“. Infatti, rileva la Fiagop, “più del 50% dei farmaci somministrati in oncologia pediatrica sono stati testati solo sugli adulti, ma i bambini non sono adulti in miniatura: c’è bisogno urgente di nuovi farmaci appositamente studiati per l’infanzia, considerando che un bambino su cinque non ha una terapia disponibile”. Per questo, 43 organizzazioni di 20 paesi Ue, compresa Fiagop, hanno inviato una lettera aperta al Commissario Ue per la Salute, Vytenis Andriukaitis, per chiedere di migliorare il prima possibile il Regolamento sui Farmaci Pediatrici. Insomma, è l’appello del presidente Fiagop Angelo Ricci, “non possiamo fare finta che il problema non esista: il cancro in età pediatrica è un’emergenza e richiede immediati interventi mirati, sia sul piano terapeutico che sociale”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

“I soldi danno la felicità”, una ricerca stabilisce il reddito che rende la vita più bella

next
Articolo Successivo

“Mais ogm non è rischioso per salute umana” e l’agricoltore Fidenato: “Ora farò ricorso contro lo Stato”

next