- 13:03 - Ucraina: attacchi russi a Kherson, 1 morto e 2 feriti
Kiev, 4 giu. (Adnkronos) - Le forze russe hanno attaccato i villaggi di Veletenske e Bilozerka nell'oblast di Kherson, uccidendo una persona e ferendone due. Lo ha riferito il governatore regionale Oleksandr Prokudin.
- 13:02 - Ismea: "Mercati all'ingrosso asset strategico per filiera agroalimentare più efficiente"
Roma, 4 giu. (Adnkronos) - La rete dei mercati all’ingrosso in Italia sono un asset strategico per una filiera agroalimentare più efficiente e più equa. Snodi centrali nel commercio di prodotti freschi e freschissimi, con un importante ruolo nella valorizzazione delle produzioni locali e stagionali, nella tracciabilità di filiera e nella sicurezza igienico-sanitaria, i mercati all’ingrosso però in Italia rappresentano una realtà molto composita e frammentata, dove alla maggiore densità di strutture rispetto ai partner europei corrisponde un giro d’affari più contenuto, ma con un potenziale ruolo cruciale nel favorire un riequilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare. E' quanto emerge dall’indagine “I Mercati all'Ingrosso nella Filiera Agroalimentare” condotta da Ismea presso il network di riferimento di Italmercati, partner dell’iniziativa, presentata al Cnel nel corso di un convegno.
I mercati stanno evolvendo verso un modello di hub multifunzionale capace di offrire una molteplicità di servizi in aggiunta alla tradizionale funzione di intermediazione commerciale, logistica e stoccaggio delle merci. In Italia operano 137 strutture (numero sei volte superiore a quello di Spagna e Francia) ma con un giro d'affari inferiore (10 miliardi di euro rispetto ai 14 della Spagna e ai 12,5 della Francia) da cui transita circa il 50% dell’offerta ortofrutticola complessiva, il 33% di quella ittica e il 10% delle carni, quote che, ad eccezione dell’ortofrutta, risultano significativamente inferiori a quelle di analoghe realtà di altri paesi Ue.
"In una congiuntura difficile per le imprese, con ricadute soprattutto sulla tenuta dei redditi, schiacciati dagli alti costi di produzione, – ha commentato il direttore generale di Ismea Maria Chiara Zaganelli – i mercati all’ingrosso possono assumere un importante ruolo di stimolo per favorire un processo virtuoso, indirizzato a una più equa ripartizione del valore lungo la filiera e meno penalizzante per le imprese agricole, l’anello strutturalmente più debole. Su questo fronte la nostra indagine ha messo in evidenza i fattori di criticità che non consentono di garantire la presenza diretta degli agricoltori nei mercati all’ingrosso. Rispetto a questa esigenza i mercati potrebbero fornire servizi di supporto e di facilitazione ai piccoli produttori, anche con una diversa programmazione degli orari di apertura, un aspetto, quest’ultimo, segnalato anche da altri operatori". Le relazioni di Ismea e Italmercati sono state introdotte dal video messaggio del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida e dai saluti del residente del Cnel Renato Brunetta.
Lo studio di Ismea, presso il network di Italmercati, fotografa dunque una rete di 22 strutture, distribuite in 14 regioni italiane e quantifica un giro d’affari di 115 milioni di euro, un valore che raggiunge la ragguardevole cifra di 11 miliardi se si considerano anche le attività delle 4.000 realtà economiche operative nei mercati, tra distributori, aziende agricole, bar, ristoranti, facility provider e servizi accessori, con il coinvolgimento quotidiano di 26 mila addetti.
Le strutture aderenti a Italmercati operano nelle immediate dei sistemi logistici, nelle vicinanze di uno svincolo autostradale, oltre la metà nei pressi di un aeroporto, il 50% vicino a uno scalo merci ferroviario, quasi un quinto in prossimità di un porto commerciale. Una collocazione favorevole anche rispetto alle produzioni commercializzate, con molte strutture che operano all’interno di distretti agroalimentari o di areali di produzione di qualità riconosciuta (a marchio Dop-Igp), a riprova dello stretto legame con le imprese del settore primario.
L’origine del prodotto che transita da questi hub commerciali è prevalentemente nazionale, con una quota rilevante di produzioni locali, provenienti cioè da una distanza massima di 100 km, ad eccezione delle carni, costituite per lo più da prodotti d’importazione. Più in dettaglio, le merci locali sono oltre la metà dei prodotti florovivaistici, un terzo degli orticoli e degli ittici, un quinto della frutta. Queste realtà, accanto alle attività strettamente connesse al core business, contribuiscono anche alla produzione di energia rinnovabile, con il 60% delle strutture che ha investito in questo settore con l’installazione di impianti in parte finanziati dal Pnrr. La previsione è di arrivare, entro il 2026, a una quota di energia autoprodotta pari a quasi la metà del fabbisogno. La sostenibilità è ulteriormente rafforzata dal comune impegno nella lotta agli sprechi, attraverso il recupero di prodotti invenduti, donazioni a enti caritatevoli e vendita diretta ai cittadini.
Tra i clienti dei mercati, la quota più consistente è rappresentata dai dettaglianti del circuito tradizionale (37%), seguiti dai retailer della distribuzione moderna (18%) e dei mercati rionali (17%). Rilevante anche la partecipazione di intermediari ed esportatori nazionali (11%) ed esteri (7%) e operatori del canale Horeca (6%), in particolare ristoratori, questi ultimi in crescita insieme a quelli della distribuzione moderna.
Nel corso del convegno si è svolta la tavola rotonda “Riforma dei Mercati e ruolo nella nuova Pac”, nella quale si sono confrontati alcuni dei protagonisti della filiera agroalimentare: Paolo De Castro, europarlamentare; Valentino Di Pisa, presidente Fedagromercati; Cristiano Fini, presidente Cia – Agricoltori Italiani; Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Ettore Prandini, presidente Coldiretti; Paolo Cetorelli, presidente Esd Italia. All’evento è intervenuto anche il presidente dell’Ice Matteo Zoppas, mentre le conclusioni sono state affidate al capo di Gabinetto del Ministero dell’agricoltura Raffaele Borriello.
- 12:57 - Sanità: Faraone, 'governo senza pudore prende in giro elettori'
Roma, 4 giu. (Adnkronos) - "Dopo due anni di governo la Meloni scopre le liste d’attesa in sanità a quattro giorni dal voto e finge di volerle tagliare con qualche spicciolo e con i dubbi anche delle Regioni che amministrano: Veneto e Lombardia. Prima dicono di no al Mes sanitario e condannano il nostro sistema sanitario all’inefficienza e poi prendono per i fondelli per gli elettori con provvedimenti farlocchi. Un governo senza alcun pudore". Così Davide Faraone, capogruppo Iv alla Camera, su twitter.
- 12:54 - Sanità: Borghi (Iv), 'da Meloni spot elettorale, serve il Mes'
Roma, 4 giu. (Adnkronos) - "La sanità italiana non ha bisogno di provvedimenti spot a quattro giorni dalle elezioni. Ha bisogno di riforme strutturali, ad iniziare dalla attivazione del Mes sanitario, 37 miliardi che abbiamo lasciato in Europa a causa del voto di Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 Stelle. Il loro sovranismo ha impedito di mettere soldi per abbattere le liste di attesa, per ammodernare la rete ospedaliera, per adeguare gli stipendi di medici e infermieri". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
"Il governo oggi fatica a trovare i soldi? Può fermare l’incredibile spreco dei centri migratori in Albania, risparmiare 800 milioni che si stanno buttando via e metterli sulla sanità. Queste sono proposte concrete, sulle quali Stati Uniti d’Europa chiede il voto e per le quali sosteniamo Matteo Renzi", aggiunge Borghi.
- 12:54 - Salario minimo: Guerra (Pd), 'Meloni disco rotto, agita paure prive di fondamento'
Roma, 4 giu. (Adnkronos) - "Come un disco rotto, da mesi e mesi, la presidente Meloni ripropone come unico argomento contro il salario minimo legale il timore che la sua introduzione penalizzi i lavoratori, schiacciando la contrattazione sui livelli più bassi. Un timore totalmente privo di fondamento". Così Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd.
"Lo sappiamo dai 30 paesi su 38 dell’Ocse che hanno introdotto il salario minimo, senza che si verificasse alcuna ecatombe nella scala delle retribuzioni. Paesi in cui il salario minimo ha invece difeso con efficacia i salari più bassi dall’inflazione e ridotto il gap salariale fra uomini e donne. Ma la Meloni continua anche a fingere di non capire che la nostra proposta è tutelante per tutti i lavoratori, non solo quelli delle fasce più deboli. Richiede sì che nessun contratto possa imporre un minimo tabellare inferiore ai 9 euro lordi, ma impone anche che alle lavoratrici e ai lavoratori di qualsiasi settore sia riconosciuto il trattamento economico complessivo deciso dai contratti collettivi siglati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale".
"L’impresa che volesse cercare di schiacciare i suoi lavoratori sul salario minimo, come dice di temere la presidente del consiglio, non potrebbe farlo, perché, anche se firmasse un contratto con sigle sindacali compiacenti o pirata, non potrebbe abbassare i salari rispetto a quelli previsti dai contratti rappresentativi. Su questo la presidente è d’accordo? Non le sembra un buon modo per 'rafforzare la contrattazione' come dice spesso di volere fare?".
- 12:37 - Indagine Altroconsumo, segnalate a ministero e Agcm creme solari per bimbi
Roma, 4 giu. (Adnkronos Salute) - Con l’arrivo dell’estate e delle belle giornate si intensificano le occasioni di esposizione al sole. Bisogna però ricordarsi di farlo in sicurezza, perché i raggi solari possono essere molto nocivi per la salute se non ci proteggiamo nel modo idoneo. La crema solare rappresenta un'alleata fondamentale per una corretta esposizione al sole, ed è importante scegliere il prodotto con il giusto fattore di protezione (Spf), adeguato al proprio fototipo, ovvero al tipo di pelle. Un’attenzione maggiore è da riservare ai più piccoli, dato che tra i fattori di rischio tra i fattori di rischio per lo sviluppo di tumori cutanei in età adulta c’è proprio l’intensa esposizione al sole in età infantile, con scottature ed eritemi.
Quest’anno Altroconsumo ha provveduto ad analizzare 15 creme solari per bambini Spf 50+ e 21 creme con Spf 30 per tutti (versione crema e spray). Dal test di laboratorio emerge che 2 creme solari per bambini su 15, Nivea Sun Kids Ultra Protect & Play Crema 50+ e Bilboa Bimbi Spray 50+, non proteggono quanto promettono, in quanto la protezione corrisponderebbe a un indice di protezione Spf 30 (alta), quindi inferiore a quello dichiarato in etichetta 50+ (molto alta). Data l’importanza di una corretta protezione della pelle dai raggi solari Altroconsumo ha ritenuto doveroso segnalare le non conformità rilevate e ha quindi segnalato al ministero della Salute e all’Agcm i 2 prodotti.
Un risultato deludente - riporta una nota - tanto più se consideriamo che sono prodotti destinati ai più piccoli, perché se un solare non rispetta il fattore di protezione dichiarato crea una falsa percezione di sicurezza a chi lo applica. In più, scegliere la crema solare giusta è importante ma non basta a proteggere i bambini dai raggi ultravioletti, ad esempio è necessario usarla bene: spalmarla in abbondanza e spesso, sempre dopo il bagno (anche quella che è 'resistente all’acqua' protegge appunto in acqua) consapevoli che nessuna filtra i raggi Uv al 100% e che quindi bisogna limitare l’esposizione diretta al sole nelle ore in cui i raggi Uv sono più forti (dalle 11 alle 16). I neonati (0-6 mesi) devono stare all’ombra, avere braccia e gambe coperte e niente crema per la pelle, ancora troppo sensibile.
Tra le creme solari per bambini Spf 50+ vince come 'Migliore del Test' Angstrom Bambini Latte spray solare idratante 50+ (175 ml) e come 'Miglior Acquisto' Nivea Sun Babies & Kids Sensitive Protect 5 in 1 Spray 50+ (270 ml) e Garnier Ambre Solaire Sensitive Advance Kids Spray 50+ (300 ml). Il parametro che pesa di più nel dare un voto alle creme solari è ovviamente quello della protezione: se un solare non rispetta il livello di protezione indicato viene penalizzato nel giudizio di qualità globale e quindi sconsigliato. Un laboratorio specializzato - su legge - ha verificato l’efficacia protettiva reale del prodotto e la sua corrispondenza con quella dichiarata in etichetta, valutando sia la protezione contro gli Uvb, i raggi responsabili di eventuali scottature ed eritemi, sia quella contro gli Uva, responsabili dei danni alla pelle a lungo termine e del foto-invecchiamento.
Per fare questa valutazione Altroconsumo ha applicato un nuovo metodo di analisi (Hybrid Diffuse Reflectance Spectroscopy) più etico rispetto al metodo standard ISO che prevede che i soggetti vengano sottoposti a radiazioni che provocano eritemi. Infatti, il nuovo metodo irradia poco la pelle dei volontari e non provoca danni. Quando ci sono prodotti che non rispettano il livello di protezione indicato in etichetta, come in questo test, per essere sicuri del risultato vengono ritestati secondo gli standard ISO correnti e, in questo caso, i risultati sono stati confermati.
Il test - riferisce la nota - ha verificato inoltre che nelle formulazioni non siano presenti ingredienti che possono essere dannosi per la salute e che, sebbene autorizzati, non sono considerati del tutto sicuri e per i quali sono state evidenziate delle problematiche legate al loro utilizzo. La buona notizia è che molti ingredienti poco sicuri per la salute non compaiono più nelle formulazioni pur essendo ammessi dalla legge e che le creme per bambini testate non contengono fragranze allergeniche.
Due creme su 15 però sono state penalizzate nel giudizio di qualità globale, pur essendo efficaci nella protezione, in quanto contengono degli ingredienti non raccomandati, Leocrema Bimbi tripla protezione spray 50+ che contiene octocrylene, un filtro solare molto discusso per la sicurezza d’uso e Bilboa Bimbi Spray Solare Multi-posizione 50+ che contiene ethylhexyl methoxycinnamate, un filtro solare che è considerato un potenziale interferente endocrino.
Il test ha valutato l'impatto ambientale generale di questi prodotti penalizzando quelli che contengono ingredienti tossici per l'ecosistema marino. Inoltre, sono stati valutati negativamente quelli difficili da smaltire nella differenziata o con il doppio imballaggio (Rilastil e Lancaster con scatola) e premiati quelli in plastica riciclata (Garnier Sensitive). In generale, la valutazione dell’impatto ambientale di questi cosmetici è mediocre e l’unico risultato appena sufficiente è quello di Nivea Sun Kids Mineral latte solare che ha una formula meno impattante sull’ambiente soprattutto perché contiene solo filtri fisici e non filtri chimici (o organici), che sono più di frequente quelli più negativi per l’ambiente.
Per quanto riguarda invece i solari spray e creme con Spf 30, secondo l’indagine Altroconsumo tutti i prodotti testati sono efficaci e proteggono quanto promettono. Una buona notizia se pensiamo che, invece, nel recente test di Altroconsumo sulle creme solari viso (Spf 50 o 50+) ben 5 prodotti su 12 proteggono meno di quanto promesso. Si aggiudica il titolo di 'Migliore del Test', per i solari in crema, Nivea Sun Protect & Hydrate 30 (200 ml) e di 'Miglior Acquisto' Prep Latte solare 30 (200 ml). Mentre, per gli spray, vince il riconoscimento di 'Migliore del Test' e 'Miglior Acquisto' Nivea Sun Protect & Bronze 30 Spray (270 ml) e, sempre come 'Miglior Acquisto', Nivea Sun Protect & Hydrate 30 spray (270 ml).
- 12:31 - Milano: rubano bottiglie di champagne per 4.500 euro, coppia arrestata
Milano, 4 giu. (Adnkronos) - I carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, nel Milanese, hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal tribunale di Monza, su richiesta della locale procura, nei confronti di due cittadini rumeni, un uomo di 25 anni ed una donna 35enne, entrambi censurati. Nei confronti di un terzo connazionale, 24enne, è stata invece emessa la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Il provvedimento è scaturito dalle attività di indagine avviate dai militari della stazione di Vimodrone a seguito delle denunce presentate dal responsabile di una catena di supermercati in relazione a numerosi furti di generi alimentari, avvenuti nei punti vendita di più province della Lombardia. Dagli accertamenti è emersa una particolare predilezione per i furti di costose bottiglie di champagne, prelevate dagli scaffali dei supermercati e portate fuori dai punti vendita attraverso le porte riservate all’ingresso, bypassando in tal modo le barriere antitaccheggio. Il bottino, nel solo periodo tra il mese di ottobre 2023 ed il mese di febbraio scorso, è risultato di almeno 70 bottiglie per un importo di circa 4.500 euro.
Determinanti per le indagini sono risultate le immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza, la cui analisi ha permesso ai militari di poter identificare i presunti autori, colpiti dalle misure cautelari.