“E’ una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare”. Papa Francesco parla di giustizia sociale incontrando mille delegati della Cisl, accompagnati dal segretario Annamaria Furlan. Il Pontefice ha ricevuto i delegati ricevuti questa mattina in sala Nervi prima dell’udienza generale, in occasione del congresso nazionale. “Quando i giovani sono fuori dal mondo del lavoro, alle imprese mancano energia, entusiasmo, innovazione”. Bergoglio ha parlato del ruolo dei sindacati, ma anche di pensioni d’oro e discriminazioni di genere.

Dalle pensioni d’oro agli anziani che faticano ad arrivare a fine mese, Papa Francesco ha puntato il dito contro le disuguaglianze, chiedendo che venga riconosciuto “il diritto a una giusta pensione, né troppo povera né troppo ricca”. Infatti, ha proseguito: “Le pensioni d’oro sono un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni”. Per il Papa è “urgente un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell’ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare. Il dono del lavoro è il primo dono dei padri e delle madri ai figli e alle figlie, è il primo patrimonio di una società. È la prima dote con cui li aiutiamo a spiccare il loro volo libero della vita adulta”.

Un’altra discriminazione da combattere è quella femminile, sottolinea il Pontefice: “La donna è di seconda classe, guadagna di meno, è più facilmente sfruttata, fate qualcosa!”. Alla rappresentanza sindacale presente in Sala Nervi il Papa ricorda: “Nelle nostre società capitalistiche avanzate il sindacato rischia di smarrire la sua natura profetica, e diventare troppo simile alle istituzioni e ai poteri che invece dovrebbe criticare, alla politica, o meglio, ai partiti politici, al loro linguaggio, al loro stile”. Piuttosto, compito delle associazioni sindacali è quello di lottare “nelle periferie esistenziali, tra gli scartati del lavoro, tra gli immigrati, i poveri, che sono sotto le mura della città”, Infine il Papa ha denunciato che “a volte la corruzione è entrata nel cuore di alcuni sindacalisti”, allontanando le persone.

Il lavoro è un “dono”, ma non deve essere preponderante nella vita delle persone, avverte il Papa: “La persona non è solo lavoro, perché non sempre lavoriamo, e non sempre dobbiamo lavorare. Da bambini non si lavora, e non si deve lavorare”. Bergoglio ha poi ricordato tutti quei bambini a cui viene negato il diritto all’istruzione: “Ci sono nel mondo ancora troppi bambini e ragazzi che lavorano e non studiano, mentre lo studio è il solo lavoro buono dei bambini e dei ragazzi”. Parlando di infanzia, ha anche rivolto un pensiero ai genitori che non riescono a passare abbastanza tempo con i figli per via del lavoro: “Ma questo è disumano“.

Fra gli applausi il Papa si è congedato per l’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro, avvolta da una cappa d’afa: “Grazie per la visita, adesso vado in piazza al bagno turco”.

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