“Un rapporto di complice confidenza, ma anche il senso di una utilità corrispettiva da entrambi ricercata, concretizzatasi nello scambio di informazioni”. Sono le motivazioni per cui la sezione disciplinare del Csm, presieduta da Antonio Leone, il 31 maggio scorso ha condannato l’ex procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo alla perdita dell’anzianità di sei mesi e il trasferimento come procuratore aggiunto a Torino. Robledo era accusato di aver divulgato atti coperti da segreto nell’inchiesta relativa ai rimborsi indebiti percepiti dai consiglieri lombardi conversando con l’avvocato della Lega Nord Domenico Aiello.

“Il tenore letterale degli sms ed il contenuto dei colloqui tra Aiello e i vertici della Lega – scrive Luca Palamara, relatore della sentenza – consente di ritenere dimostrato che l’Aiello aveva la disponibilità di una fonte informativa privilegiata all’interno della procura milanese, in grado di fornirgli informazioni riservate, concernenti gli sviluppi soggettivi di indagini preliminari, non ancora venute a conoscenza degli indagati, e la scansione temporale delle indagini, atti pacificamente coperti dal segreto“.

Robledo era accusato anche di aver chiesto, sempre tramite l’avvocato Aiello, di avere copia degli atti presentati da Gabriele Albertini, allora eurodeputato, al Parlamento Europeo per l’immunità in un procedimento penale. “Appare evidente – si legge nella sentenza – che il dottor Robeldo non si era limitato a richiedere l’acquisizione di copia di documenti allo scopo di interloquire con la commissione, ma aveva argomentato nel merito delle doglianze esposte dall’on. Albertini, al chiaro scopo di ottenere sostegno nella prospettiva del loro rigetto da parte del Parlamento Europeo”.

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