Accordi a tavolino e pure a lume di candela, protagonisti che cambiano casacca all’ultimo modificando scenari ed equilibri della partita della regionali che si gioca il 31 maggio prossimo, quando quasi 23 milioni gli italiani saranno chiamati a rinnovare sette Consigli regionali – in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia – e oltre 1000 Consigli comunali (tra cui 20 città capoluogo). E’ scaduto oggi alle 12 il termine per le candidature e quel che vien fuori, spulciando centinaia di liste e migliaia di candidati, è uno spaccato di tutti gli scontri politici in atto a livello nazionale e locale, con conseguente caos e codazzo di polemiche su impresentabili, eterni trombati e voltagabbana, fedeli e traditori. Tra gli altri, spunta come candidato in Campania anche il figlio del giudice che condannò Berlusconi, a sostegno del candidato di Berlusconi Caldoro. Iniziamo proprio dalla Campania, dove la notte ha portato consiglio e accordi che riaprono la partita.

Campania, il centro divorzia. E nella notte trova moglie
A poche ore dalla presentazione delle liste i centristi si sono spaccati:  l’Udc sostiene la sinistra e Ncd va con Caldoro. Vincenzo De Luca, candidato del centro sinistra alla presidenza della Regione, e Ciriaco De Mita, sindaco di Nusco e leader dell’Udc in Campania, nella notte hanno stretto un patto elettorale per il voto del 31 maggio. L’accordo riapre completamente la partita per la conquista della Regione che si gioca su 24 liste. Se infatti De Luca ha perso il sostegno di SEL che ha un proprio candidato (il segretario regionale Salvatore Vozza), con l’appoggio dell’Udc torna in partita: dalla sua può contare anche su pezzi del PD e sull’ex assessore bassoliniano Nicola Oddati, che sarà in corso per la Regione nella lista del Pd a Salerno. Ncd resta invece fedele a Caldoro di Forza Italia che ha invece consolidato il rapporto con Clemente Mastella. Capolista di Forza Italia nel Sannio, sarà infatti Sandra Lonardo. A Napoli, invece, la lista sarà guidata da Alessandra Mussolini. Il presidente in carica nelle ultime ore si è avvicinato anche ad alcun esponenti dei movimenti che lottano per la bonifica della terra dei fuochi nelle province tra Napoli e Caserta. Il “Movimento 5 Stelle” ha come candidato alla presidenza Valeria Ciarambino. Infine “Solidarietà popolare-No Euro”, il cui candidato alla presidenza è Sergio Angrisano.

In Puglia la corsa dei mille per 50 posti
Mille candidati per 50 posti. In Puglia la divisioni del centrodestra hanno favorito l’esplosione di liste e candidati, tanto che gli aspiranti consiglieri regionali sono arrivati a quota 950 che si contenderanno uno dei cinquanta seggi di via Capruzzi. I due candidati del centrodestra, Francesco Schittulli e Adriana Poli Bortone, hanno consegnato all’ultimo minuto le liste dei candidati. Alla Corte d’appello di Bari si tirano le somme: complessivamente sono 19 le liste presentate a sostegno di sette candidati presidente. Schitulli è appoggiato da tre liste: Movimento Schittulli – Area popolare, Fratelli d’Italia e Oltre con Fitto. La Poli è sostenuta da quattro liste: Puglia Nazionale, presentata oggi, Forza Italia, Noi con Salvini e Partito liberale italiano. In cima ai sondaggi Michele Emiliano primeggia anche per numero di sostenitori: otto i partiti o movimenti collegati all’ex sindaco di Bari: Pd, La Puglia con Emiliano, Emiliano sindaco di Puglia, Noi a sinistra, Partito comunista d’Italia, Popolari, Popolari per l’Italia, “Pensionati, invalidi e giovani insieme”.  Una sola lista a sostegno per gli altri quattro candidati:  la grillina Antonella Lariccha (Movimento5stelle)  Riccardo Rossi (L’altra Puglia), Gregorio Mariggiò (Verdi) e Michele Rizzi (Alternativa comunista).

Liguria, si conferma la sfida a due
A Genova il deposito delle liste conferma la sfida a due con l’incognita Pastorino. Paita è sostenuta da Pd e dalla lista “Liguri per Paita”; Giovanni Toti da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Nuovo Psi, Riformisti, Ap-Liguria, Liberali. L’esito potrà dipendendere anche dal risultato che otterrà l’ex Pd Luca Pastorino, che si è candidato in contrapposizione a Paita, e che potrebbe erodere consensi alla candidata renziana. E poi c’è Alice Salvatore, 32 anni, che corre per il Movimento 5 Stelle. Gli altri candidati sono Antonio Bruno per ‘Progetto Altra Ligurià, lista civica che si ispira al leader greco Tsipras; Enrico Musso, per la lista civica di centrodestra ‘Liguria Liberà”; Matteo Piccardi del Partito comunista dei lavoratori; Mirella Batini per Fratellanza donne. In tutto sono 8 candidati. Tra le curiosità, la candidatura di Mirella Batini, figlia di Paride, storico console della Culmv – Compagnia Unica dei Lavoratori Portuali. I veri contendenti, Paita e Toti, se la devono vedere con due incognite. Paita che ha vinto le primarie Pd può contare sul legame con la giunta uscente di Claudio Burlando ma su di lei pesa l’avviso di garanzia ricevuto per la mancata allerta meteo durante l’alluvione dell’ottobre 2014. Dall’altra parte, Giovanni Toti e’ visto da molti come un candidato “catapultato” da Roma, sulla base di un accordo nazionale tra Forza Italia e la Lega Nord che ha accettato di sostenere la candidatura di Toti in Liguria in cambio del sostegno di Forza italia alla candidatura di Zaia in Veneto.

Anche nelle Marche incroci pericolosi
Anche nelle Marche si assiste ai cambi di casacca all’alba delle regionali. Di Russo, ex sindaco di Fermo col centrodestra, va a sostegno del centrosinistra. Contro di lui Spacca, il governatore uscente che ha compiuto il percorso inverso. L’incrocio pericoloso ha destabilizzato la corsa sparpagliando candidature e liste di sostegno da una parte e dall’altra. In tutto sono cinque i candidati presidenti. Sono cinque i candidati presidenti per le regionali nelle Marche. Tra loro, appunto, il presidente uscente Gian Mario Spacca, in lizza per la terza volta, dopo avere rotto con il centrosinistra (con cui ha governato per anni), questa volta sostenuto da Marche 2020 (la sua lista in cui sono confluiti anche candidati di Area Popolare), Forza Italia; l’ex sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli del Pd, sostenuto da Pd, Uniti per le Marche e Popolari Marche-Udc. E ancora Gianni Maggi di M5S, Edoardo Mentrasti (Altre Marche-Sinistra Unita) e Francesco Acquaroli con la coalizione Centrodestra Marche (Fdi-An e Lega). La candidatura di Acquaroli è stata depositata dalla leader di Fdi-An Giorgia Meloni.

Toscana, in casa di Renzi il Pd
Alla fine sono sette i candidati governatori in Toscana. Sulla scheda i fiorentini si troveranno 10 liste: la Lega Nord, la prima a presentare gli elenchi, alleata con Fratelli d’Italia candida governatore Claudio Borghi. Il Pd è alleato con la lista civica Popolo Toscano e candida governatore il presidente uscenteEnrico Rossi. Poi il Movimento 5 Stelle con Giacomo Giannarelli, Forza Italia alleata a Lega Toscana-Più Toscana con Stefano MugnaiPassione per la Toscana sostenuta da Ncd/Udc punta su Gianni Lamioni. Sì Toscana a sinistra candida Tommaso Fattori e poi Democrazia Diretta, lista presentata a sorpresa da Gabriele Chiurli che cinque anni fa eletto nelle liste della Lega ed era poi confluito come consigliere regionale nel Gruppo Misto.

Veneto, la Lega spaccata fa lievitare le liste
In Veneto la spaccatura della Lega ha contribuito a produrre una maxi scheda con una ventina liste e sette candidati. Sette in corsa per la carica di presidente. Luca Zaia, governatore in carica, cerca la riconferma sostenuto da Lega e Fi. Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, corre con una lista propria. Alessandra Moretti è la candidata del centrosinistra; Iacopo Berti quello del M5S. Gli altri sono Alessio Morosin di Indipendenza VenetaLaura Di Lucia Coletti per la lista L’Altro Veneto e Sebastiano Sartori per Forza Nuova. Sono 10 i candidati sindaco per le comunali a Venezia. Dopo 10 mesi di commissariamento, Ca’ Farsetti tornerà ad avere una guida politica che dovrà vedersela con un bilancio comunale su cui gravano diversi milioni di debiti: Bellati, Brugnaro, Busetto, Casson, d’Elia, Fiore, Pizzo, Scano, Seibezzi e Zaccariotto.

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