A una settimana dall’inizio delle operazioni militari Saudite in Yemen sono “almeno 62 i bambini uccisi e 30 quelli feriti”, lo denuncia l’Unicef in un comunicato. L’agenzia delle Nazioni Unite sottolinea che la violenza “sta terrorizzando” i ragazzini. C’è una “disperata necessità di proteggerli – si legge nella nota – le parti in conflitto devono fare tutto il possibile per garantire la loro sicurezza”.

Il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, intervenendo in un’audizione nelle commissioni Esteri riunite di Camera e Senato, si è detto preoccupato di una possibile alleanza tattica tra al-Quaeda e lo Stato Islamico: “Riteniamo che ogni escalation dell’attività militare possa ripercuotersi sulle prospettive con riverberi pericolosi nella regione”.

I raid aerei della coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita sullo Yemen per contrastare l’avanzata verso sud dei ribelli Houthi infatti non si fermano: i caccia della forza congiunta hanno colpito numerosi siti controllati dai ribelli sciiti (che combattono l’autorità del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi) in tutto il Paese, in particolare nella capitale Sanaa, a Yarim e nella roccaforte del gruppo etnico di Saadeh.

L’agenzia Onu per gli affari umanitari (Ocha), dal canto suo, citando i dati dell’Oms, stima siano 361 le persone uccise e 1.345 quelle ferite dall’inizio dell’escalation militare nel Paese, il 23 marzo. Le vittime “sono in gran parte civili”. Le operazioni della Coalizione araba, iniziate il 26 marzo, prima incentrate su Sanaa e Saada, ora sono “estese a 13 governatorati su 22”.

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