“Non mi faccio intimidire dal metodo Boffo”. Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri non fa passi indietro. Dopo il caso politico scatenato dal suo interessamento per la scarcerazione di Giulia Ligresti, la ministra si dice convinta a continuare sulla sua strada, a meno che il Presidente del Consiglio non gli chieda di farsi da parte. “Se me lo chiedessero”, dice in un’intervista al Messaggero in cui commenta il caso Fonsai “farei un passo indietro. Ma dovranno anche spiegare al Paese il perché. Non consento che si passi sopra il mio onore”. Ma la fermezza sotto i riflettori è anche il risultato di due incontri avuti con Enrico Letta durante i quali, secondo le ricostruzioni de il Corriere della Sera, Cancellieri avrebbe offerto le sue dimissioni. L’ultimo poco prima della conferenza stampa al convegno dei Radicali. “Non ci sono problemi, devi stare tranquilla”, le avrebbe detto il Presidente del Consiglio. Per due volte ha detto che se fosse stato necessario sarebbe stata pronta ad andarsene e per due volte il suo addio è stato respinto. E così il ministro è passata al contrattacco difendendo il suo operato. L’attesa ora è per il chiarimento davanti alle Camere e la reazione del Parlamento alla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle.

Ma se deve restare al suo posto, Annamaria Cancellieri non intende accettare in silenzio quello che definisce “metodo Boffo”, un sistema di presunte pressioni a mezzo stampa per metterla in difficoltà. In questione “un quotidiano” che le “attribuisce proprietà mai avute e stipendi mai percepiti” con lo scopo di “alimentare il sospetto di presunti favori che con esistono. O per gettare fango”. Cancellieri non getterà la spugna: “combatto, querelo e vado avanti. Non mi faccio intimidire. Personalmente sono una roccia. Il metodo Boffo lo abbiamo ben conosciuto in altri tempi. Bisogna reagire”. “Non ho mai brigato per avere posti nella mia vita – spiega -. Tutto quello che mi hanno chiesto di fare l’ho fatto con spirito di servizio. Se il mio servizio non va bene, non sono certo attaccata alla poltrona”.

Sulla telefonata alla compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, subito dopo gli arresti del patron della Fonsai e dei suoi figli, Cancellieri sottolinea che “nell’emotività” non si pesano le parole, “non posso rinunciare ad essere un essere umano”. Alla Corte europea di Strasburgo oggi il ministro porterà “la strategia” messa a punto “a 360 gradi” sulle carceri: partirà “dal decreto legge che ha ridotto i flussi di ingresso in carcere. Abbiamo poi allo studio un altro provvedimento, non sappiamo ancora se un decreto o un ddl, che presto sarà portato in Consiglio dei ministri” che prevede “interventi sulla custodia cautelare in carcere, sui tossicodipendenti e sugli extracomunitari”.

La confusione del Partito democratico – Pippo Civati chiede le dimissioni del ministro Cancellieri. Ma la sua voce rischia di restare isolata. “Penso e spero non si dimetta”, ha commentato il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, espresso su Radio24, sul ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e il suo coinvolgimento nel caso Fonsai. Delrio spiega che “Cancellieri usa la stessa sensibilità verso tutti, l’ho sentita spesso parlare con sofferenza della situazione delle carceri”. La telefonata del ministro alla compagna di Salvatore Ligresti, dice Delrio, “non mi imbarazza perché conosco la sensibilità del ministro”. Più cauto il segretario del Partito democratico Guglielmo Epifani: “Sul caso Cancellieri”, ha detto, “abbiamo assunto una posizione seria che è quella di attendere i suoi chiarimenti in Parlamento. Ascolteremo e valuteremo”.

Pdl compatto a sostegno del ministro: “Ma invece su Berlusconi quale solidarietà?”
Il Popolo della libertà difende l’operato di Anna Maria Cancelleri, approfittando per chiedere “umanità” anche nel caso Berlusconi. Il Pdl ne sta facendo una bandiera per denunciare i “due pesi e due misure” usati dalla giustizia italiana contro il Cavaliere. Ma il ministro afferma che “c’è una bella differenza: io sono – sottolinea – il responsabile diretto della vita dei carcerati, mi sono mossa per il rischio di un suicidio. E’ surreale” il “paragone pretestuoso” tra i casi Ligresti e Ruby, si indigna il responsabile Giustizia del Pd Danilo Leva. “Si rassegni – ribatte Maurizio Gasparri – Saremo martellanti”. Il paragone sarebbe “azzardato non farlo”, dice Renato Brunetta. Proprio il “garantismo” che è nel dna del Pdl, spiega Raffaele Fitto, assicura fin d’ora che non si cercherà di usare in modo strumentale la vicenda Cancellieri “per indebolire a prescindere il governo” e neanche per ottenere un rimpasto (“Lo escludo”). Brunetta annuncia che non ci saranno richieste di dimissioni. Ma ciò non basta a fugare le preoccupazioni, ammette Pier Ferdinando Casini. “Molti” vorrebbero cogliere l’occasione “per indebolire il governo o addirittura farlo cadere”, denuncia il leader Udc.

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