Maserati? Non abita più solo a Modena. E la preoccupazione è che nello storico stabilimento emiliano romagnolo rimangano in produzione solo vecchi modelli, con le top della gamma del Tridente fabbricate altrove. A cominciare dalla Quattroporte, berlina di lusso assemblata a Grugliasco, in provincia di Torino, e con i motori prodotti dallo stabilimento Ferrari di Maranello. Velocità massima: 307 km all’ora. Praticamente un’auto da corsa, la berlina più veloce al mondo. A Torino sarà prodotta anche la Ghibli, altro modello atteso nel 2013 e destinato a competere con le rivali Audi A6, Mercedes Classe E e Bmw Serie 5.

A Modena resterebbero dunque solo vecchi modelli come il GranCabrio e il Coupè, e da metà dell’anno prossimo la nuova Alfa 4C da 250 cavalli. Non una grande notizia, considerando che per produrla servirà il 50% in meno di ore lavorative rispetto ai procedenti modelli a marchio Maserati. Con tutte le prevedibili conseguenze sul piano occupazionale per i 700 dipendenti (350 dei quali operai) dello stabilimento modenese di viale Ciro Menotti. Considerando che l’attuale linea della Quattroporte in via di trasferimento a Grugliasco occupa da sola il 60% della capacità lavorativa del sito modenese, passare all’Alfa 4C potrebbe significare, stime Fiom, quasi un operaio su tre con le mani in mano. In tutto un centinaio di lavoratori.

Nel frattempo, aspettando la ristrutturazione delle linee di assemblaggio per la produzione della nuova Alfa, 50 dipendenti Maserati sono stati spostati in Ferrari. Un provvedimento alternativo alla cassa integrazione e necessario per colmare un “buco produttivo” che andrà avanti fino a giugno. “E dopo cosa faranno? – incalza l’Rsu Fiom Giuseppe Violante – Non c’è nessun piano industriale chiaro, e senza nuovi modelli Modena si spegnerà in silenzio. Soldi e produzione vanno altrove. E’ questo il vero problema”. “Noi non diciamo che ci saranno licenziamenti – precisa Fernando Siena della Fiom-Cgil di Modena – Ma che a forza di togliere lavoro lo stabilimento finirà per diventare insignificante, con magari sempre più personale spostato in altre aziende del gruppo Fiat. Mi chiedo ad esempio: davvero 50 persone staranno in Ferrari per 6 mesi, saranno formate e istruite sul nuovo lavoro, e poi saranno rispedite indietro? Questo è solo l’inizio”.

“L’azienda non ci dà garanzie sugli attuali livelli occupazionali – rincara la dose la Fiom di Modena –  Questo significa meno lavoro e nessuna garanzia per il futuro. Abbiamo più volte sollecitato Maserati, ma nessuno ci ha ancora spiegato come la dirigenza intende colmare gli annunciati cali produttivi”. Una paura, quella della Fiom, alimentata anche dalle recenti dichiarazione del numero uno del Tridente, l’amministratore delegato Harald Wester: “Modena è e resterà il cuore dell’azienda e l’impianto storico della società, ma in futuro ci saranno altri due siti produttivi, di cui uno sarà quello di Grugliasco”. Dell’altro sito,  probabilmente Mirafiori, si sa poco. Quello che è certo è che gli investimenti previsti dal gruppo Fiat finiranno tutti fuori dall’Emilia Romagna. Quattroporte, Ghibli e il nuovo crossover Levante attireranno un miliardo e duecento milioni. Di questa valanga di denaro nemmeno un euro arriverà a Modena.

Si conferma così lo scenario annunciato dalla Fiom ormai un anno fa, quando il sindacato di Landini aveva espresso chiaramente le proprie paure: “La produzione potrebbe svuotarsi pian piano, senza annunci clamorosi”. Tanto più che Wester ha parlato di “rivoluzione industriale” e annunciato un impressionante balzo della produzione. Nei piani dell’azienda il trio Quattroporte, Levante e Ghibli dovrebbe vendere 50mila vetture all’anno dal 2015 in poi. Contro le attuali 6mila unità del 2011. Tutti e tre i modelli saranno prodotti a Torino. A Modena? Sole le briciole.

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