“I leader del paese devono ammettere che ci sono state molte falsificazioni e molti brogli e che i risultati non rispecchiano la volontà del paese”. Parole di Mikhail Gorbaciov. L’ultimo capo di stato e di governo dell’Unione sovietica, oggi ottantenne, è entrato nella polemica seguita alle accuse di brogli nel voto che ha consegnato a Russia Unita una contestatissima vittoria nelle elezioni per il rinnovo della Duma, domenica scorsa. In un’intervista all’agenzia di stampa Interfax, Gorbaciov ha dichiarato: “Penso che i leader del paese possano prendere solo una decisione, annullare le elezioni e farne di nuove”.

“Giorno dopo giorno, letteralmente, il numero di russi che non crede al risultato ufficiale delle elezioni sta crescendo – ha spiegato l’ex presidente – penso che la mancanza di rispetto per l’opinione pubblica stia screditando le istituzioni dello stato e destabilizzando il paese”.

Intanto, le proteste non si fermano, nonostante il numero degli arresti compiuti a Mosca e in altre città del paese sia arrivato ormai a superare quota 800, di cui, secondo i dati ufficiali, 569 a Mosca e 250 a San Pietroburgo. Molti dei fermati sono ancora in custodia. La polizia in tenuta antisommossa presidia i punti nevralgici della capitale russa e impedisce che ci siano manifestazioni contro Vladimir Putin e il suo delfino Dimitri Medvedev, mentre lascia svolgere i cortei a favore dello “Zar”, puntualmente documentati dalla tv pubblica che invece tace sulle manifestazioni di protesta.

“Dobbiamo continuare a fare appello alla gente – aveva detto in un’intervista poco prima di essere fermato dalla polizia il blogger Alexei Navalni, da ieri condannato a 15 giorni di prigione  – i brogli sono stati maldestri e stupidi e le grandi città sono le più insoddisfatte. Se il potere non fa qualcosa – concludeva – la situazione diventa rischiosa”.

E rischiosa la situazione potrebbe diventarlo già sabato, quando, stando ai messaggi che rimbalzano su Twitter e sugli altri social network, il movimento di cittadini “indignati” dal sistema Putin ha convocato una nuova serie di cortei di protesta.

A Mosca l’appuntamento è in Piazza della Rivoluzione, a 200 metri dal Cremlino; sarebbero una settantina le città coinvolte nelle proteste, lungo tutta l’enorme estensione del paese, da Saratov, sul fiume Volga, fino a Krasnoyarsk, in Siberia. Oggi, intanto, a piazza Pushkin, a Mosca, c’è stato un altro corteo pro-Putin, dove, secondo alcuni racconti rimbalzati sulla Rete – anche in Russia come nei paesi arabi la protesta corre su Internet – gli insegnanti di alcune scuole medie avrebbero “accompagnato” gli studenti.

Nella capitale, però, una nuova manifestazione non autorizzata, dopo quella di ieri, è attesa per oggi alle 19 ora locale (le 16 in Italia) ancora nella zona di piazza del Trionfo. Secondo le agenzie di stampa internazionali, centinaia di agenti del ministero dell’interno e della polizia sono già schierati sul posto.

E come se nulla fosse, o quasi – qualche timido cedimento è apparso sulla stampa russa – il contestato numero uno, Vladimir Putin, si è presentato stamattina negli uffici della Commissione elettorale per formalizzare la propria candidatura alle elezioni presidenziali che si terranno a marzo. Putin, già presidente dal 2000 al 2008, ha aggirato il veto costituzione dei tre mandati consecutivi grazie alla staffetta con Medvedev, che, in caso di vittoria di Russia Unita alle elezioni di marzo, lascerà il posto di presidente per tornare a fare il primo ministro. Se le proteste e le mobilitazioni di piazza glielo consentiranno.

di Joseph Zarlingo

Per i video delle manifestazioni: http://greateastvibes.wordpress.com/

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