Il villaggio di Votbari è una specie di piccola isola circondata dal grande Bangladesh. Un’isola molto arretrata: non ha strade asfaltate né elettricità, scuole primarie, un ospedale o un presidio medico. “Non c’è nessuno che pensa a noi” dice Jober Ali, un residente. “Non abbiamo un paese. Non abbiamo un’identità. Non siamo da nessuna parte”. Se c’è un atto di criminalità o di vandalismo la polizia non c’è, se gli abitanti hanno un qualsiasi bisogno non sanno a chi rivolgersi. Lo Stato è assente. Perché Votbari è un’enclave, in bangla un chitmohol, che significa “pezzo di carta”. È un’isola che non c’è, una terra di nessuno, vittima dell’incerto disegno dei confini avvenuto durante la spartizione del 1947 con cui l’India ha recuperato l’indipendenza, l’Impero Britannico si è sfaldato ed è nato il Pakistan. Votbari ora è un villaggio abbandonato sia dall’India sia dal Pakistan, non riceve aiuti di alcun genere da entrambi gli Stati e anni di tensioni regionali lo hanno tenuto in un limbo politico e sociale.

Domani questo stato di cose cambierà. Il 6 e 7 settembre il primo ministro dell’India Manmohan Singh visiterà il Bangladesh, accompagnato dai quattro primi ministri degli Stati indiani confinanti di Assam, Tripura, Meghalaya e Mizoram. Grazie a questa visita le relazioni fra India e Bangladesh potranno prendere una nuova strada e alcuni vecchi problemi potranno essere risolti. La visita avviene dopo 40 anni dalla guerra fra India e Pakistan, di cui il Bangladesh era parte come “Pakistan orientale”, che ha portato alla creazione della Repubblica Popolare del Bangladesh proprio grazie all’appoggio dell’India. Durante la visita di Singh i governi dell’India e del Bangladesh si sono accordati per scambiare 162 enclavi, dando ai residenti l’opzione di scegliere la nazionalità che vogliono. L’India ne deve dare al Bangladesh 111 e ne deve avere in cambio 51. Secondo un sondaggio compiuto recentemente dai due governi, queste terre di nessuno hanno nell’insieme una popolazione di 51.000 persone. I residenti delle enclavi non hanno nessuno dei servizi minimi che dà uno Stato, sia pure povero, come l’assistenza medica, e nessuna amministrazione si è presa finora la responsabilità di rappresentarli. “Abbiamo vissuto qui per decenni. Ma nessuno si è mai curato di noi. Siamo esseri umani, ma questo ‘loro’ non lo tengono in considerazione” dice un residente di Votbari.

Il viaggio di Singh è importante non solo per i due paesi, ma per la stabilità e la crescita economica dell’intera regione orientale dell’Asia meridionale. Gli accordi includeranno la demarcazione esatta della linea di confine fra India e Bangladesh, che è lunga 4.096 chilometri. Nel 2001 la disputa dei confini ha dato luogo a un breve conflitto armato. Un’altra questione pendente è quella della divisione delle acque dei fiumi Teesta e Feni. Il Teesta nasce sull’Himalaya, attraversa lo stato indiano del Sikkim e si getta nel Brahmaputra, in Bangladesh. L’India sta costruendo delle dighe per lo sfruttamento idroelettrico delle acque, nonostante le obiezioni che le dighe possono causare della sismicità nelle aree circostanti. Anche il Feni è un fiume che scorre in ambedue gli Stati e l’uso delle acque è stato motivo di disaccordo fra l’India e l’allora Pakistan sin dagli anni Cinquanta. Un’altra questione che verrà trattata è quella economica, dovuta al crescente deficit delle esportazioni. Nel 2010-2011 l’India ha esportato in Bangladesh per 3,84 miliardi di dollari mentre ha importato per 406,3 milioni di dollari.

Arvind Gupta, ex diplomatico dell’Indian Foreign Service e direttore degli Studi Strategici e della Difesa all’Institute for Defence Studies and Analyses, ha dichiarato che entrambi i paesi hanno bisogno di trovare nuove aree di cooperazione. “Ci sono due serie di problemi da discutere. Il primo è l’eredità del confine che pesa molto su entrambi i lati del territorio. Un altro è la connettività fisica. La comunicazione è un fattore molto importante perché gli Stati del nordest sono il Bangladesh, il Myanmar, il Bhutan e la Cina e la sola strada di accesso a questi stati dall’interno dell’India è attraverso l’Assam”. L’ex Alto Commissario indiano per il Bangladesh a Dacca negli anni 2003-2006, la professoressa Veena Sikri, ha detto che il viaggio di Singh stabilisce un nuovo tipo di trasformazione nelle relazioni fra India e Bangladesh. Il professore Mohammad Faridul Alam dell’Università di Chittagong, in Bangladesh, ha dichiarato: “La visita è molto importante per tutta l’area. Per la prima volta si concentra l’attenzione sul nordest”. Lo sviluppo economico sarà uno dei fattori chiave della visita perché verranno decisi i modi per implementare le decisioni e gli accordi presi durante il viaggio in India nel 2010 del primo ministro del Bangladesh Shaikh Hasina. Altri problemi al tappeto sono l’uso del porto di Mongla, la fornitura di energia elettrica e la definizione della questione delle enclavi indiane e bangladeshi.

La visita del primo ministro Singh si preannuncia un viaggio che trasformerà la vita di molti. A lungo termine porterà dei cambiamenti a diverse centinaia di milioni di persone sia in India sia in Bangladesh. A breve termine, dovrebbe finalmente riconoscere la piena dignità di cittadini e i diritti umani dei 51.000 abitanti delle “terre di nessuno”.

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