Dopo i volantini e lo sciopero del biglietto, oggi gli studenti dei collettivi si sono presentati direttamente sotto la sede dell’Atc per protestare contro il carobus. I manifestanti hanno cercato di entrare negli uffici, ma sono stati bloccati dal cordone di poliziotti antisommossa, schierato a difesa dei cancelli dell’azienda.

Gli studenti si sono dati appuntamento verso le 9.30 in piazza San Francesco, per dirigersi verso la sede dell’azienda dei trasporti bolognese in via Saliceto con striscioni e cartelli.

Arrivanti lì davanti, hanno incontrato un delegato dell’Atc, che ha negato loro ogni possibilità di aprire delle trattative circa le loro richieste . “L’Atc -ha dichiarato l’amministratore – non ha alcuna responsabilità sugli aumenti tariffari”.

Dopo il colloquio però il presidio è proseguito ugualmente. Gli studenti hanno cercato di entrare, avanzando fino al cordone e spingendo i poliziotti i tenuta antisommossa schierati a difesa delle porte. “Abbiamo tentato di entrare e siamo stati caricati dalla Polizia”, ha riferito poco dopo al telefono uno degli studenti del Cas, il collettivo che riunisce studenti delle superiori, presente alla manifestazione. Subito la smentita della Questura:  “Non c’è stato nessun uso della violenza, né manganellate”.

Nel pomeriggio, però, dopo averlo annunciato, gli studenti hanno pubblicato su youtube e sul sito www.infoaut.org un video, dove si vedono i poliziotti che, per non fare entrare i manifestanti negli uffici Atc, usano anche i manganelli. “Abbiamo ricevuto una carica, che smentisce quello che la Questura ha dichiarato alla stampa”, si legge in un comunicato diffuso dal Cas.

La manifestazione di questa mattina, denominata Free Movement Day, fa parte della campagna “Atc non puoi rubarci la città”, che gli attivisti del collettivo autonomo Cas stanno portando avanti da settimane per protestare contro i rincari dei biglietti del bus. Una protesta accompagnata da proposte concrete, come lo sconto del 30% sugli abbonamenti annuali, e l’istituzione di fasce orarie coincidenti con gli orari di inizio e di fine lezione in cui i ragazzi possano viaggiare gratuitamente. L’iniziativa che ha raccolto anche la solidarietà di alcuni genitori, che qualche giorno fa hanno scritto ai componenti del collettivo una mail di solidarietà. “Le vostre richieste – si legge nella lettera – ci sembrano più che adeguate alla situazione economica che come famiglie stiamo attraversando”.

g.z.

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