“Non è più pericoloso” il boss della ‘ndrangheta Rocco Papalia, definito il ‘padrino’ di Buccinasco (Milano), considerato uno dei più importanti capi della mafia calabrese al nord e scarcerato lo scorso maggio dopo 25 anni di detenzione. Ne avrebbe dovuti scontare 124, un quarto di secolo è stato sufficiente. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Milano, accogliendo un ricorso della difesa e ritenendo che non sia più socialmente pericoloso, ha revocato la misura della sorveglianza speciale nei confronti.

Una decisione che farà discutere perché Papalia solo due anni fa era stato condannato ad altri 30 anni per un vecchio omicidio, quello di Giuseppe De Rosa in via Massarani a Milano, che fu risolto come un cold case trent’anni dopo, grazie all’intercettazione in un’altra indagine. Una scoperta che sembrava chiudere per sempre la possibilità di uscita dal carcere di Secondigliano. E invece in base agli sconti previsti dall’ordinamento Papalia è tornato lo stesso in libertà e a soggiornare nella “sua” Buccinasco lo scorso maggio. Una volta fuori, tra non poche polemiche, è iniziato il ballo sulle ulteriori misure restrittive.

Lo scorso luglio, infatti, la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano aveva confermato la sorveglianza speciale, applicata a Papalia sin dal ’94, spiegando che era ancora socialmente pericoloso e che nei suoi confronti doveva essere mantenuta la “misura” con “obbligo di soggiorno” nel comune a sud del capoluogo lombardo per cinque anni e di “ricercare, compatibilmente con le imperfette condizioni di salute, un lavoro”. I giudici di secondo grado, invece, hanno dichiarato la revoca e il sostituto pg di Milano Laura Barbaini farà ricorso contro la decisione.
Non si sa se caduto l’obbligo Papalia soggiornerà altrove, tornando in Calabria. Di sicuro una volta fuori dal carcere non ha mancato di fare notizia, pur volendo allontanare da sé l’interesse dei giornalisti. Non ha mancato di presentarsi in occasioni pubbliche come la la cerimonia di comunione della nipote. E una volta capito che la sua presenza attirava i cronisti e curiosi ha fatto scrivere al sindaco dai suoi avvocati per invocare il rispetto della privacy. Quel Rocco Papalia che tanto ha fatto parlare di sé nella ‘Platì del Nord’ rivendica il diritto ‘al rispetto di quella sfera di intangibilità che ci rende un Paese – auspicabilmente – civile“.
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