“Diffondete la diretta video del M5S”, “L’Italia, il Paese del lavoro”, “Amici della Lega, contro Renzi e immigrati”.

Gli autori di queste tre affermazioni potrebbero essere i leader politici dei tre principali partiti italiani: Matteo Renzi, Beppe Grillo e Matteo Salvini – riconoscerne gli autori non dovrebbe essere difficile. In effetti le ipotetiche frasi sono composte da alcune delle parole più utilizzate dai tre politici su Facebook, nel corso dell’ultima legislatura.

Salvini, Grillo e Renzi, con tempi e numeri diversi, sono stati tra i politici ad aver maggiormente sfruttato le potenzialità del social network. A colpi di foto, status e dirette i tre si contendono la vetta di un’ipotetica classifica politica dei like: in Italia Grillo primeggia di poco su Salvini – entrambi vicini ai due milioni di like – Renzi è quarto, superato solo da Alessandro Di Battista, con un milione abbondante di seguaci.

LE STATISTICHE DEGLI ACCOUNT

Analizzare la comunicazione social dei leader dei tre principali partiti italiani non è operazione semplice. Gli algoritmi studiati da Zuckerberg e soci impediscono di cogliere il reale grado di apprezzamento di un singolo status e di comprendere le ragioni della viralità di un post. Nonostante questo l’analisi dei dati sull’attivismo social dei tre leader politici permette alcune considerazioni preliminari interessanti.

Partiamo dai dati sulla quantità di post pubblicati. L’attività di Grillo è impressionante: nel corso della legislatura, dal 15 marzo 2013 a oggi, la pagina del leader del Movimento ha pubblicato oltre 28mila volte, per una media elevatissima di quasi 18 aggiornamenti al giorno. Salvini ha postato circa la metà dei contenuti, 13600, quasi 9 al giorno. Renzi, con un’attività di gran lunga inferiore rispetto a quella dei concorrenti, si attesta poco sopra il post quotidiano.

La scarsa loquacità social dell’ex premier trova compensazione nella lunghezza media. Renzi aggiorna poco ma scrive molto: una media di 78 parole, contro le 32 di Salvini. Beppe Grillo si affida a una comunicazione meno verbale, i suoi post hanno mediamente 15 parole. Il dato è fortemente influenzato dalla tipologia di contenuti diffusi dalle rispettive pagine social.

TIPI DI CONTENUTI CONDIVISI

In questo grafico emerge uno dei dati più interessanti. Mentre Renzi e Salvini utilizzano più spesso (oltre il 50% dei casi) il semplice aggiornamento scritto, la pagina di Grillo ricorre abbondantemente ad altri contenuti: foto, video e moltissimi link di terze parti. La pagina del comico di Genova è il laboratorio costante del Movimento, un organo di informazione che veicola i contenuti più disparati. Come vedremo più avanti, nelle statistiche della parole più utilizzate, Grillo tende a rendere il suo canale lo snodo di passaggio di tutte le istanze del Movimento e il megafono dell’universo di siti e blog appartenenti alla Casaleggio Associati. Ecco allora che le condivisioni di link e foto del sito di Beppe Grillo e di quello del Movimento fanno a gara con i post condivisi da La Cosa, Fucina.it e Tze Tze (quasi un post su dieci nell’intera legislatura), piattaforme di informazione in orbita pentastellata.

NUMERO DI POST PER ANNO

USO MEDIO DI PAROLE PER POST

La condivisione di contenuti esterni è una caratteristica della pagina di Grillo che si è accentuata particolarmente nell’ultimo periodo. In cinque anni la quantità media di parole si è dimezzata e link, foto e video hanno letteralmente invaso la pagina. Nell’ultimo anno anche l’attività generale dell’account ha subito un forte rallentamento. A partire dai 7309 post del 2015/2016, Grillo ha abbattuto la sua produzione social attestandosi a 3187 post, pochi di più di quelli di Salvini. Solo l’account di Renzi, con numeri ampiamente inferiori, ha registrato un aumento di post nell’ultimo anno.

TIPO DI REAZIONE AI POST

Da circa un anno e mezzo Facebook ha introdotto la possibilità di reagire a un post con emoticon che esprimono un apprezzamento più variegato rispetto all’asettico like. L’analisi delle faccine associate ai post dell’ultimo anno (2016/2017) pubblicati dai tre mostra alcune differenze. Salvini batte tutti nella percentuale di reazioni arrabbiate, la seconda principale “emozione” – al netto dei like – espressa anche dai fan del M5s. Per Renzi la diversificazione è poca: o like o love per l’ex presidente del Consiglio.

Un’analisi più approfondita del contenuto dei singoli post aiuta a cogliere alcune interessanti sfumature della propaganda in salsa 2.0. L’uso ripetuto di alcuni lemmi e il ricorso costante a certi aggettivi o sostantivi raccontano molto del tipo di pubblico cui le pagine intendono rivolgersi, rievocano tormentoni, compongono slogan che rammentano le principali battaglie dei tre leader politici. Alcune parole si incontrano più spesso, altre espressioni spariscono o si riaffacciano in virtù della contingenza politica. Dopo queste immagini che riassumono visivamente il vocabolario più utilizzato, analizziamo nello specifico il linguaggio di ognuno dei tre leader.

BEPPE GRILLO LE PAROLE MAGGIORMENTE USATE

Per quanto visto sopra non stupisce che tra le parole più utilizzate dal guru 5 Stelle, oltre al nome del partito, compaiano vocaboli come “diffondete”, “video”, “diretta”. Citatissimo Renzi, anche nella versione “Renzie“, tra le parole più usate da Grillo troviamo alcuni lemmi che si legano ai concetti più cari al Movimento: “cittadini”, “euro”, “governo”. Se analizziamo invece le stringhe con le tre parole più utilizzate da Beppe Grillo troviamo in prima posizione “segui la diretta” con 277 citazioni, al secondo “milioni di euro”, scritto 268 volte nell’arco della legislatura. Altre combinazioni molto utilizzate sono “reddito di cittadinanza“, tema ricorrente dei pentastellati, in testa con 19 citazioni nell’anno 2016/2017, e “cosa è successo” o “cosa sta succedendo”, a conferma della vocazione “informativa” della pagina di Grillo.

Laura Boldrini e Maria Elena Boschi sono state bersaglio di numerose invettive da parte del leader 5 Stelle. Dopo l’elezione a presidente della Camera dei deputati nel 2013, Laura Boldrini diventa una vera e propria ossessione per Grillo che, nel 2013/2014 la chiama in causa 196 volte. Un’attenzione che scemerà nel tempo: negli anni successivi Grillo nomina la presidente della Camera 13, 11 e appena 2 volte nel 2016/2017. Anche l’ex ministra Boschi gode per un periodo di una simile popolarità. Citata 4 volte nel 2013/2014 e 12 nel 2014/2015, nel 2015/2016 viene nominata 99 volte – è del 18 dicembre 2015 la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle alla Camera per il decreto “salvabanche”.

GRILLO: “IMMIGRA*”, “CLANDESTI*”

GRILLO: “SICUREZZA”, “TERRORISMO”

Il tema migrazioni è quasi assente dai post di Grillo nei primi anni della legislatura. Tra il 2014 e il 2016 le parole che hanno come radice la stessa di “immigrati” e “clandestini” fanno invece registrare un picco di utilizzo. Nell’ultimo anno il tema sembra perdere nuovamente terreno: un fatto in parte spiegabile con l’abbattimento del numero di post di Grillo. Anche la parola “sicurezza” subisce un forte calo negli ultimi anni, mentre quella “terrorismo” gode di comprensibile e triste notorietà nel periodo tra il luglio 2015 e quello del 2016.

MATTEO RENZI –  LE PAROLE MAGGIORMENTE USATE

La comunicazione della pagina di Matteo Renzi mantiene nel tempo un tono istituzionale. La dialettica renziana mira alla creazione di un sentimento di unità nazionale, alla proposizione di una visione di lungo periodo. Ecco dunque che la parola più usata nell’intera legislatura è proprio “Italia” (terza l’aggettivo “italiani”, nelle sue varie declinazioni), seguita da “lavoro”. Al quarto posto “anni”, seguito da “Paese”, “insieme”, “politica”, “PD”. Renzi propone unità di intenti, pone spesso l’accento sui risultati raggiunti dal suo governo, cerca di costruire un linguaggio condiviso mirato al “futuro”, altro termine sempre più ricorrente nell’eloquio renziano. L’evoluzione negli ultimi 5 anni segue una linea parallela alla carriera dell’ex sindaco di Firenze. Ancora in carica a Palazzo Vecchio, le parole più utilizzate nel 2012/2013 erano “Firenze” e “città”, seguite da “Italia”. “Cittadini”, “grazie” ma anche “primarie”, “lavoro” e “fare” sono alcuni concetti che diventeranno lessico quotidiano del Renzi premier. Con il passare del tempo nella top ten si fanno largo parole come “Pd”, “mondo”, “paese”, “anni”, una serie di termini che raccontano l’ascesa politica di Renzi. La stringa di tre parole più utilizzata nei post renziani è “posti di lavoro” con 69 citazioni in quattro anni e mezzo. Negli anni numerosi i richiami alla legge di bilancio, a quella di stabilità e allo slogan “cambiare verso”.

RENZI: “IMMIGRA*”

RENZI: “SICUREZZA” E “TERRORISMO”

L’immigrazione diventa tema centrale per Renzi a partire dal 2015. Quasi assente nei primi anni di attività social, la presenza della parola “immigrati” e affini, nei post della pagina, è maggiore al crescere dell’attenzione mediatica sul fenomeno e in concomitanza con i mesi di premierato di Renzi. Completamente assente il riferimento alla clandestinità. Anche “sicurezza” e “terrorismo” diventano presenze meno sporadiche negli ultimi due anni, in coincidenza con gli incarichi istituzionali del segretario PD.

MATTEO SALVINI –  LE PAROLE MAGGIORMENTE USATE

Testa a testa tra “Lega”e “Renzi” nella classifica delle parole più utilizzate da Salvini nell’intera legislatura. Il partito viene nominato 2260 volte, l’ex premier una cinquantina in meno. Molti i riferimenti all’Italia e agli italiani, termini il cui uso registra un’impennata con l’ascesa di Salvini a leader nazionale. Negli anni il linguaggio segue il percorso di trasformazione avviato anche nel partito: spariscono i riferimenti al Nord, a Milano e alla Lombardia, nella top ten delle parole più utilizzate nel 2012/2013. Stabilmente tra le prime dieci la parola “casa”, utilizzata da Salvini anche nell’invitare immigrati, governo o Renzi a tornare, più o meno coloritamente, nei rispettivi luoghi di provenienza. Ancora, la comunicazione di Salvini vuole essere calorosa, familiare. Ed ecco che a contorno di post dedicati alla scelta del menù o a un piatto tipico locale troviamo abbondante utilizzo di termini come “domenica” e “amici”. A conferma di questo, la stringa di tre parole più utilizzate consecutivamente è “notte serena amici”, con 290 citazioni nell’intera legislatura. “Roba da matti” è quella più utilizzata nell’ultimo anno. Il tentativo di unire e di superare la vocazione localista della Lega si riscontra nella crescita dell’uso di altre espressioni negli ultimi due anni: “da nord a sud” compare 40 volte nel 2015/2016 così come “milioni di italiani” nel 2016/2017.

SALVINI: “BOLDRINI”

SALVINI: “STRASBURGO”

Come Maria Elena Boschi per Grillo, così Laura Boldrini per Salvini. Da inizio legislatura i riferimenti alla presidente della Camera aumentano in modo esponenziale fino ad arrivare alle 95 citazioni dell’ultimo anno. Vette mai toccate da “Strasburgo”, città dove Salvini svolge la funzione di europarlamentare, che ottiene 40 citazioni nel 2014/2015 e diventa menzione sempre più sporadica negli ultimi due anni, in coincidenza con l’ascesa di Salvini alla leadership nazionale.

SALVINI: “SICUREZZA”, “TERRORISMO”

“IMMIGRA*”, “CLANDESTI*”

I riferimenti a immigrazione e clandestinità sono continui nella comunicazione del leader della Lega. Se le parole “immigrati” e “clandestini” figuravano spesso nelle dieci parole più utilizzate, allargando la ricerca a tutti i lemmi comprendenti le radici delle due parole, le menzioni sono nell’ordine delle centinaia. Nel 2014/2015, mesi delle polemiche sulla sospensione dell’operazione di salvataggio Mare Nostrum, Matteo Salvini parla 379 di immigrazione, 210 volte fa riferimento alla “clandestinità”.

“Sicurezza” e “terrorismo” sono concetti cari alla strategia comunicativa del leader del Carroccio. Negli ultimi due anni, complici l’aggravamento della crisi siriana e l’esplosione della violenza in Europa, i riferimenti alle due parole si fanno ricorrenti, sempre più numerosi i post dedicati alle stragi terroristiche.

I POST

Resta da scoprire quali siano i post che hanno maggiormente colpito il pubblico, gli aggiornamenti di status che hanno ottenuto il maggior numero di interazioni.

Il post più amato dai grillini è il ringraziamento del leader del Movimento dopo le elezioni europee del 2014. 118mila like per un post che rimanda a una poesia di Rudyard Kipling il cui inizio recita:

Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa.

“Grazie ai 5.804.810 italiani che hanno votato il MoVimento 5 StelleVi dedico questo pensiero: http://bit.ly/1tEBT7Y”

Anche il secondo post ha sapore elettorale. È il 2013, ci sono le elezioni politiche e Beppe Grillo posta una foto di se stesso, nell’atto di votare, corredata da un benaugurante: “Sarà un piacere”. 80mila like e 20mila condivisioni che non bastano a portare i 5 Stelle al governo. Il terzo posto è occupato da un video di Di Maio a Quinta Colonna che ottiene 58mila reazioni e oltre nove milioni di visualizzazioni. A margine del video Grillo commenta:

“PER ABOLIRE I VITALIZI BASTANO 5 MINUTI – “Dicono che sono diritti acquisiti, ma quando hanno modificato le pensioni con la legge Fornero, quelli non erano diritti acquisiti in quel caso?. CONDIVIDI SE SEI D’ACCORDO CON DI MAIO!”

Lo status più efficace di Renzi è la lettera con cui il premier si congeda da Palazzo Chigi il 10 dicembre 2016. Le reazioni per le parole con le quali Renzi decide di fare un passo indietro, dopo il no al referendum costituzionale, sono quasi 250mila. Ecco un breve estratto del lungo post:

“Torno a Pontassieve, come tutti i fine settimana. Entro in casa, dormono tutti. Il gesto dolce e automatico di rimboccare le coperte ai figli, un’occhiata alla posta cartacea arrivata in settimana tanto ormai con internet sono solo bollette, il silenzio della famiglia che riposa.Tutto come sempre, insomma. Solo che stavolta è diverso. Con me arrivano scatoloni, libri, vestiti, appunti. Ho chiuso l’alloggio del terzo piano di Palazzo Chigi. Torno a casa davvero.Sono stati mille giorni di governo fantastici”.

Curiosamente il post secondo per successo è indirizzato proprio a Beppe Grillo. Renzi gli si rivolge in risposta alla provocazione del comico genovese che lo aveva accusato di “voler rottamare il padre” a seguito delle note vicende di cronaca. Con questa lettera – di seguito un breve stralcio – l’ex premier ottiene 135mila like.

“Caro Beppe Grillo, ti rispondo da blog a blog dopo aver letto le tue frasi su mio padre. Non sono qui per discutere di politica. Non voglio parlarti ad esempio di garantismo, quello che il tuo partito usa con i propri sindaci e parlamentari indagati e rifiuta con gli avversari. Quando è stata indagata Virginia Raggi io ho difeso la sua innocenza che tale rimane fino a sentenza passata in giudicato. E ho difeso il diritto-dovere del Sindaco di Roma di continuare a lavorare per la sua città. Ma noi siamo diversi e sinceramente ne vado orgoglioso. Niente politica, per una volta. Ti scrivo da padre. Ti scrivo da figlio. Ti scrivo da uomo.”

Terzo in classifica, con 80mila interazioni, il ringraziamento post dimissioni, sempre nel dicembre 2016. Un video racconta gli obiettivi raggiunti in mille giorni di governo, accompagnato da queste parole:

“Mille giorni difficili ma belli. Grazie a tutti, viva l’Italia”.

189mila il record di “mi piace” raggiunto da Salvini, con un post successivo alle stragi di Parigi del novembre 2015.

“Una preghiera per i morti innocenti di Parigi. E poi chiusura delle frontiere, controllo a tappeto di tutte le realtà islamiche presenti in Italia, bloccare partenze e sbarchi, attaccare in Siria e in Libia. I tagliagole e i terroristi islamici vanno ELIMINATI con la forza!”

Il secondo posto è occupato da un contenuto che ha suscitato numerose polemiche. Salvini condivide il video di Mattino Cinque “La testimonianza choc di due zingare minorenni”, in cui due giovani raccontano come riescono a vivere grazie agli scippi. Questo il commento:

“Ragazzi, da non credere! Ascoltate e divulgate. Sabato e domenica tutti in piazza, vieni a firmare. WWW.CHIEDOASILO.ORG “.

I like sono 136mila ma a pochi giorni dalla pubblicazione le rom protagoniste rivelano di essere state pagate per le loro dichiarazioni. L’ultimo gradino del podio è appannaggio di un noto caso di cronaca nazionale. Anche in questo caso il tema è di quelli cari al leader della Lega. Salvini posta una foto con Graziano Stacchio, il benzinaio di Vicenza che, durante l’assalto a un’oreficeria vicina alla sua pompa, uccise a colpi di fucile il rapinatore Albano Cassol. In posa con l’uomo e il figlio, Salvini commenta:

“Insieme agli Stacchio, padre e figlio. Giù le mani da chi si difende!”

In difesa della legittima difesa, il contatore dei like schizza a 128mila.

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