Dagli avvocati ai giornalisti, dagli accademici agli imprenditori. In buona compagnia di magistrati, banchieri e sindacalisti. Oltre, ovviamente, ai politici e alle vecchie glorie della Prima e della Seconda Repubblica. Ma negli elenchi dei vitalizi, aggiornati ad ottobre 2016, non mancano neppure nomi noti del cinema, dello spettacolo e della cultura. Un esercito, quello del privilegio più odiato e invidiato dagli italiani, che conta nei suoi ranghi oltre duemila ex parlamentari. E non è tutto. Perché in molti casi il ricco assegno a carico del contribuente finisce per cumularsi anche con altri trattamenti previdenziali.

La lista dei rottamati è lunga. E non risparmia neppure big e pezzi da novanta della politica italiana. Come l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, l’unico uomo capace di battere per due volte Silvio Berlusconi alle elezioni politiche. Tra i redditi del professore figurano i 2.996 euro netti al mese di vitalizio parlamentare. Certo, un assegno di tutto rispetto, ma ben poca cosa rispetto, ad esempio, ai 6.939 incassati dall’attuale sindaco di Benevento Clemente Mastella. Che proprio nel governo guidato dallo stesso Prodi ha occupato il ministero (pesante) della Gustizia. Non scherzano neppure i post comunisti. Dall’ex sindaco di Torino e segretario dei Ds Piero Fassino (5.296 euro) a Massimo D’Alema (5.523), già leader del Pds prima e dei Ds poi, primo ed unico esponente del vecchio Partito comunista italiano a ricoprire la carica di presidente del Consiglio. Completa la terna l’ex primo cittadino di Roma e fondatore del Pd Walter Veltroni (5.504). Nel centrosinistra si collocano pure un altro sindaco della Capitale del carico di Francesco Rutelli (6.408), convertitosi, sulla via dei Radicali, al culto della Margherita, partito confluito nel Pd. Quasi dei ‘dilettanti’ al cospetto dei 10.131 euro al mese che l’ex An e Dc Publio Fiori ha maturato nella sua lunga carriera parlamentare. Tra i volti noti della politica ci sono poi l’ultimo segretario del Partito popolare Pierluigi Castagnetti, (5.171) e l’ex ministro della Difesa e leader del dissolto partito de I Democratici Arturo Parisi (4.814). Ma anche l’ex sindaco di Catania e ministro dell’Interno Enzo Bianco (5.601) e il presidente emerito del Senato Nicola Mancino (6.939 euro). L’ex presidente del Consiglio Lamberto Dini si è assicurato un gruzzolo di 4.756 euro. Mentre il magistrato simbolo di Mani Pulite, fondatore e leader fino a qualche anno fa dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, deve accontentarsi, si fa per dire, di 4.002 euro. Nelle file della sinistra, non passano inosservati gli assegni dell’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, che può godersi un’agiata pensione grazie all’assegno da 4.852 euro. Lo supera di misura l’ex compagno Nichi Vendola, già governatore della Puglia, che ha messo insieme un mensile da 4.985 euro. Sul fronte opposto, un altro ex presidente di Montecitorio, l’ex An Gianfranco Fini (5.882). Con un altro ex missino del calibro di Gianni Alemanno (4.313), predecessore di Ignazio Marino alla guida del Campidoglio nei panni di sindaco della Capitale. Nel grande ‘partito’ del vitalizio c’è spazio anche per le donne. Dalla radicale doc Emma Bonino (6.715), alla pluriministra e prima cittadina di Napoli, Rosa Russo Jervolino (5.588) A colorare un po’ di verde gli elenchi del privilegio, ci pensano invece i leghisti Francesco Speroni (4.581) e il collega Giancarlo Pagliarini (5.011), entrambi ministri dei governi Berlusconi.

Prestati al mondo della politica, anche volti noti del mondo dello spettacolo. Come il cantante Gino Paoli (2.140), la ex pornostar Ilona Staller (2.231) e l’attrice Ombretta Colli (3.460). Altri arrivano, invece, dalla militanza sindacale. E’ il caso, tra gli altri, dell’ex governatore dell’Abruzzo Ottaviano Del Turco (4.581), e degli ex segretari generali della Cisl Franco Marini (6.457), già presidente del Senato, Sergio D’Antoni (3.870) e Pierre Carniti (2.381). Persino i banchieri sono degnamente rappresentati: dall’attuale presidente dell’Abi Antonio Patuelli (3.011) e Nerio Nesi (2.984), già presidente della Bnl. Per non parlare dei magistrati: negli elenchi di Camera e Senato spiccano i nomi dell’ex ministro Enrico Ferri (2.139), Ferdinando Imposimato (4.581) e Giuseppe Ayala (5.692). Direttamente dalla cattedra universitaria arrivano invece Alberto Asor Rosa (2.123), Domenico Fisichella (5.692), Nicolò Lipari (3.408) e l’ex ministro Tiziano Treu (4.984).C’è persino chi ha deciso di appendere la penna al chiodo per intraprendere la strada della politica. Come i giornalisti Eugenio Scalfari (2.269), Jas Gawronski (2.381), Demetrio Volcic (2.934), Fabrizio Del Noce (2.962), Beppe Giulietti (5.303) e Fiamma Nirensztejn (1.604). L’ex presidente del Coni, Mario Pescante (3.891) e il fuoriclasse della Nazionale italiana Gianni Rivera (5.205) aggiungono al calderone dei vitalizi anche una nota di sport.

Ecco i vitalizi pagati dalla Camera dei deputati con gli importi mensili. Nel primo elenco sono riportati gli assegni liquidati con il vecchio sistema di calcolo. Il secondo elenco comprende invece i vitalizi maturati dai parlamentari in carica anche dopo il gennaio del 2012 e calcolati per il periodo successivo con il nuovo sistema introdotto con la riforma voluta dai vertici di Montecitorio.

Ecco i vitalizi pagati dal Senato con gli importi mensili.

Articolo Precedente

Hacking Team. “Motivazione inadeguata”: il Consiglio di Stato contraddice il Mise sulla revoca dell’autorizzazione all’export

next
Articolo Successivo

Brindisi, il ritorno dell’ex sindaco Consales: racconta la città (e la politica) da giornalista

next