Un vertice per parlare del nuovo Statuto che rivoluziona l’assetto del Movimento 5 stelle. Il 21 luglio è stato convocato a Genova il direttorio (composto dai deputati Di Maio, Di Battista, Sibilia, Ruocco e Fico) per analizzare le modifiche alle regole che saranno sottoposte alla rete a partire dal 25 luglio. Una delle ipotesi, studiate da settimane con gli avvocati, è quella di far entrare i cinque parlamentari nell’Associazione Movimento 5 stelle di cui prima erano parte Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio, il commercialista del comico Enrico Nadasi e il nipote Enrico Grillo. In questo modo verrebbe trasferita anche a loro la proprietà del simbolo: si sfilerebbero Nadasi e Grillo nipote per lasciare spazio ai portavoce, mentre Davide Casaleggio non intende subentrare al padre. La seconda opzione è quella di affidare invece il logo all’associazione Rousseau che però è stata registrata dalla Casaleggio associati. Grillo, come specificato dall’agenzia Adnkronos, è rimasto in Sardegna per festeggiare il suo compleanno, ma è in contatto per capire come evolve la discussione.

Già nel corso della festa grillina ‘Italia 5 stelle’ a Imola a ottobre 2015, il leader aveva dichiarato la volontà di donare al Movimento il simbolo. A febbraio scorso, il suo nome era venuto meno nel logo, ma la proprietà, a differenza del vecchio marchio che apparteneva a Grillo in persona, è rimasta all’associazione Movimento 5 stelle con sede nello studio legale di Enrico Grillo, nipote di Beppe e noto alle cronache per aver registrato il “Non Statuto” del M5s. Nell’incontro con il direttorio a Genova, Grillo e i suoi sono tornati anche su quest’argomento e sulle modalità per traghettare di fatto la proprietà del logo al Movimento. Si tratta, del resto, di una delle questioni affrontate nel famoso ultimo incontro tra Gianroberto Casaleggio, il direttorio e lo stesso Grillo prima della scomparsa del guru del Movimento. L’ipotesi di far subentrare i parlamentari nella proprietà del simbolo aprirebbe però alcuni problemi visto il vincolo di due mandati previsto per gli eletti, regola inderogabile per il M5s. Dunque il passaggio della proprietà del simbolo non dovrebbe avvenire nell’immediato ma ci sarà comunque a breve, da qui a una manciata di mesi.

Un altro dei punti fondamentali discussi è quello che riguarda le espulsioni. Le modifiche allo statuto sono state rese necessarie dalle decisioni dei giudici di Roma e Napoli che hanno reintegrato un gruppo di dissidenti. In quel caso i magistrati hanno detto che il “Non Statuto” non può essere ritenuto valido perché non adottato dall’assemblea. Per questo si stanno valutando le modifiche che saranno sottoposte al voto della rete: dovrà esprimersi almeno il 75 per cento degli iscritti. Il timore di Grillo è che gli espulsi ora possano chiedere anche il risarcimento danni e che quindi sia il comico a rimetterci personalmente. Di certo le nuove regole non potranno essere retroattive e quindi ci sono decide di cacciati che comunque possono ancora chiedere conto della loro posizione. Tra questi c’è il sindaco Federico Pizzarotti che da due mesi attende una decisione definitiva sulla sua posizione.

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