Sono 5mila i rifugiati siriani che, su approvazione del Dipartimento per la Sicurezza nazionale americano, potranno entrare negli Stati Uniti d’America. Lo afferma il segretario alla sicurezza nazionale Jeh Johnson, sottolineando che altri 5-6mila rifugiati potranno entrare se supereranno i controlli di sicurezza.

Un decisione che, come riporta il sito di Bloomberg, è stata presa dopo l’impegno del presidente Barack Obama ad ospitare diecimila siriani entro la fine dell’anno (l’anno scorso furono solo duemila), fortemente sostenuta anche dal senatore Amy Klobuchar del Minnesota. Bloomberg fa infatti sapere che Klobuchar è tra i democratici che hanno chiesto una velocizzazione del processo di valutazione dell’ammissione dei profughi siriani per motivi umanitari, definendolo a più riprese “troppo lento”.

Almeno 15 società americane, fra le quali Goldman Sachs e Google, si sono già impegnate ad aiutare finanziariamente l’amministrazione Obama, offrendo fondi per i rifugiati in fuga dalla guerra civile in Siria e in altri paesi. È proprio dai privati, infatti, che la Casa Bianca punta a ottenere impegni finanziari e altro tipo di assistenza per il programma di ricollocamento dei rifugiati di guerra, e lo fa prima dell’incontro di settembre all’Onu.

Meno entusiasta il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump, che torna ad attaccare i programmi in materia di accoglienza dell’amministrazione Obama affermando che “molti” dei rifugiati siriani che arrivano negli Stati Uniti sono membri dello Stato Islamico. “Ora sono un gruppo di persone che sta diventando sempre più grande e che diventerà enorme se Clinton arriverà alla presidenza. Noi non saremo più un Paese, avremo paura ad uscire di casa”, dice a Fox News. Aggiungendo che “stanno permettendo a decine di migliaia di persone di entrare dalla Siria e molte di loro sono dell’Is“.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Usa, Pentagono dà il via libera all’arruolamento dei trans nelle forze armate. Carter: “Decisione storica”

next
Articolo Successivo

Brexit: un potenziale terremoto geopolitico, dagli Usa al Medio Oriente

next