Smartphone e tablet al posto dell’auto. Secondo molti è questa la sostituzione avvenuta nella graduatoria delle preferenze dei ragazzi di oggi, quella Z-Generation a cui è difficile parlare per aziende produttrici di prodotti tradizionali come le automobili. Così Toyota ha provato a immaginare come dovranno essere i modelli del futuro, per attirare l’attenzione dei giovani che stanno prendendo ora la patente o che ancora devono farlo.

L’idea è partita dalla filiale americana di quello che è ancora il primo brand al mondo come numero di auto prodotte: Toyota North America normalmente sviluppa in Michigan i modelli destinati agli Stati Uniti, ma questa volta ha deciso di cambiare strategia.

Così, il team che ha progettato e costruito a mano la Toyota uBox è stato selezionato tra gli studenti e i ricercatori dell’International Center for Automotive Research della Clamson University, che si trova in Sud Carolina. La squadra ha curato il progetto – denominato Deep Orange – in tutte le sue fasi, dalle ricerche di mercato, agli studi di design e fino all’assemblaggio; l’intera operazione è durata due anni e sono stati coinvolti tutti i tecnici Toyota di stanza in Michigan. Il risultato è una vettura dalle forme avveniristiche, che sembra quasi uscita da un film di fantascienza e non ha particolare attinenza con quello che si vede sulle nostre strade.

E’ stata pensata per un cliente tipo giovane ma già attivo nell’imprenditoria, che desideri un’auto per i propri bisogni di mobilità privata, per un utilizzo nel tempo libero e che possa essere usata come ufficio mobile, senza tuttavia trascurare lo stile. Che il design piaccia o meno è (sempre) una questione di gusto personale, ma non si può negare che sia distintivo e con una forte personalità, come dimostrano le forme muscolose della carrozzeria. Le “invenzioni” più importanti, in ogni caso, si trovano all’interno, a partire dalla versatilità dei sedili che scorrono su binari e possono essere sia ripiegati che rimossi per adattarsi a diversi usi.

Molto originale è anche il cruscotto, che insieme alle prese d’aria e agli alloggiamenti dei display si può realizzare a casa con una stampante 3D. Ognuno può creare il proprio modello e poi condividerlo su una piattaforma online, dove si trovano anche quelli degli altri. Anche il tetto panoramico non è da meno, con la sua curvatura sorretta da un telaio in alluminio e fibra di carbonio. E il motore? Elettrico, of course, anche se Toyota non ne ha diffuso le specifiche tecniche eccetto che per l’impianto da 110 volt che supporta anche le prese nell’abitacolo.

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