E’ difficile mettere mano a un’auto come la Prius. Perché dietro c’è una storia di pionierismo, cominciata negli anni ’90 da un manipolo di ingegneri giapponesi a cui era stato dato il compito di inventarsi la mobilità pulita del futuro. O, almeno, di indicare una strada.

Il programma si chiamava Project 21, e tutto sommato muoveva i primi passi quando ancora la questione ambientale non era una priorità per il mondo dell’auto. E certo neanche alla Toyota immaginavano che avrebbe portato a rivoluzionare il loro modo di pensare e agire.

L’ibrido nacque così, in qualche anonimo laboratorio di progettazione. E il compito di portarlo per la prima volta su strada toccò proprio alla Prius nel 1997, ecco perché si tratta di un modello difficile da approcciare. Da allora, tre generazioni che hanno tentato di eliminare l’una dopo l’altra le criticità che fatalmente una nuova tecnologia porta con sé. Affidabilità, piacere di guida, look: c’era molto da fare.

A tirare una somma ci pensa l’edizione numero quattro, che arriva a marzo. Meno “esperimento”, e molto più macchina. Una sintesi che tiene conto innanzitutto dei miglioramenti estetici: le linee sono forse un pò “cariche” per noi occidentali, ma gradevoli e dinamiche soprattutto al frontale e lateralmente. Da rivedere invece al posteriore, dove risultano troppo complicate e rendono meno agevole la visuale in retromarcia, a causa del doppio lunotto. Soluzione già tentata in passato da diversi costruttori, senza troppa fortuna.

Quel che convince, invece, è l’assetto complessivo della vettura. La nuova piattaforma costruttiva modulare GA-C di Toyota ha partorito migliorie decisive, come l’abbassamento del baricentro di 25 mm e l’aumento della rigidità torsionale (+60%), la maggiore lunghezza (+6 cm, 4,54 metri in totale), sospensioni posteriori a doppio braccio oscillante e una resistenza all’urto migliorata perché ottimizzata grazie a ben 400 crash test.

A beneficiarne è il comportamento su strada: il nuovo pianale ha regalato alla Prius un dinamismo e una reattività che, francamente, non erano mai erano state il suo punto forte. La distribuzione ottimale dei pesi fa si che non si scomponga più di tanto nei cambi di direzione, e pure l’effetto rollio risulta attutito.

A spingere ci pensa invece il “pacchetto” ibrido, anch’esso ritoccato : Il 1.8 benzina, la cui efficienza termica è ora del 40%, insieme alle due unità elettriche (una adibita a generatore, l’altra di aiuto vero e proprio alla propulsione) sviluppano l’equivalente di 122 cavalli. Quattordici in meno di quello della Prius attualmente in vendita, eppure sembra il contrario. Perché la nuova ha una spinta più fluida, e anche il cambio è più reattivo quando si affonda sul pedale, a seconda di quale modalità di guida sia attivata. Sono tre: Normal, Eco e Power, ma volendo si può anche viaggiare in  elettico puro per brevi tratti.

Spingere troppo, comunque, non è il modo migliore per guidare questo tipo di macchina: meglio cercare la prestazione gradualmente, senza volere tutto e subito. Solo così, tra l’altro, si può tentare di avvicinare i numeri dichiarati riguardo a consumi ed emissioni: 3 litri di benzina ogni 100 chilometri e 70 grammi di anidride carbonica al chilometro.

Il tutto, attingendo energia da un pacchetto batterie al nichel-metallo idruro le cui dimensioni sono più compatte rispetto al passato. Ciò che ha permesso di sistemarlo sotto ai sedili posteriori consentendo di allargare il bagagliaio, che ora ha una capienza di 502 litri. Lo spazio, in realtà, non manca neanche nell’abitacolo, curato nei materiali e nelle finiture, a parte qualche parte inserto in plastica bianca un pò cheap. La strumentazione è chiara ed essenziale, e le dotazioni high-tech non mancano: cruise control adattivo, sistema pre-collisione, mantenimento della corsia e assistenza al parcheggio, giusto per citarne alcune che fanno parte delpacchetto Safety Sense. E ci sono pure chicche come il caricabatterie wireless per gli smartphone: un accessorio che in futuro sarà sempre più diffuso.

TOYOTA PRIUS – LA SCHEDA

Il modello: è la quarta generazione della prima vettura ibrida messa in commercio da Toyota. Ordinabile già dal 22 febbraio, arriverà nelle concessionarie il 7 marzo. Previsto un open week end per il 19-20 marzo
Dimensioni: lunghezza 4,54 metri, larghezza 1,76, altezza 1.47, passo 2,70
Motori: motore 1.8 benzina VVT-i da 98 Cv più due motori elettrici, potenza complessiva 122 CV
Consumi omologati nel ciclo misto: 3 litri/100 km
Emissioni di CO2: 70 g/km di C02
Prezzi: Active 29.250 euro, Style 30.950 euro. Offerta di lancio: Active 27.850 euro, Style 28.850 euro
Ci piace: la guidabilità è buona, gli interni sono comodi e le dotazioni adeguate
Non ci piace: il doppio lunotto posteriore limita la visibilità e incide negativamente sull’estetica

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