Nelle elezioni del 2012 il Front national ha raccolto il 18 per cento dei consensi e da allora ha continuato a crescere: alle Europee del 2014 ha portato a casa il 25 e nel 2015, alle Amministrative, il 27 per arrivare alla cifra record del 30 per cento degli elettori all’ultima tornata in cui si votava per le regioni. “Chi dice che Marine Le Pen è stata sconfitta sbaglia”, sostiene Eva Giovannini, giornalista e autrice di “Europa Anno Zero” (Marsilio editore), un libro in cui si spiegano le ragioni della crescita inarrestabile delle destre populiste nel Vecchio continente.

Secondo la cronista, sono i dati a spiegare il successo della lista d’Oltralpe: “E’ il primo partito fra chi guadagna meno di 30mila euro l’anno e fra i giovani compresi fra i 18 e in 24 anni sta al 35 per cento”. Il programma del clan Le Pen non differisce molto dalle altre formazioni di estrema destra dalla Germania all’Italia. “Dal punto di vista economico sono contrari all’euro, da quello della sicurezza interna avversano Islam e migranti e chiedono la rinascita delle frontiere nazionali”.

Infine questi movimenti si propongono di rappresentare “gli sconfitti della globalizzazione”. La giornalista cita una frase di Victor Orban, il premier populista ungherese, che fotografa bene la situazione: “Al mio popolo non interessa la democrazia, ma le bollette”.

Tanti i punti di contatto anche con la Lega Nord di Matteo Salvini, anche se quello che cambia è la strategia delle alleanze sia a destra che con il centro. “La Le Pen vuole vincere da sola tant’è che ha tagliato i contatti con i movimenti neofascisti francesi e ha come primo nemico i Repubblicani dell’ex presidente Nicolas Sarkozy. Al contrario il Carroccio è alleato sia di CasaPound che di Berlusconi”, conclude Giovannini  a cura di David Perluigi e Samuele Orini

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