Fino agli ultimi giorni si recava quotidianamente alla sede de Il Giornale, che aveva fondato, per rispondere alle lettere dei suoi numerosi lettori. Ma questa mattina, alle 8.30, si è spento a 94 anni Mario Cervi, già direttore del quotidiano di via Negri. Ad annunciarlo è stata la direzione del giornale.

Nato a Crema il 25 marzo del 1921, durante la Seconda guerra mondiale è ufficiale di fanteria in Grecia dove, dopo l’8 settembre del 1943, viene fatto prigioniero dai tedeschi. Inizia la carriera di giornalista nel 1945, come cronista giudiziario del Corriere della Sera, seguendo i processi più importanti. Da inviato speciale è testimone di eventi destinati a rimanere nella storia, quali la crisi di Suez (1956), il golpe dei colonnelli in Grecia (1967), quello di Augusto Pinochet in Cile (1973). E Cervi è uno dei tre giornalisti italiani presenti a Santiago il giorno della morte di Salvador Allende.

Nel giugno del 1974 la scelta che segna la sua carriera ma che rappresenta anche un momento di rilievo nella storia del giornalismo: Cervi lascia il Corriere della Sera per fondare, insieme a Indro Montanelli e ad altri colleghi usciti da via Solferino, Il Giornale. Qui ricoprirà incarichi di editorialista e inviato, poi anche quello di vicedirettore. Con Montanelli ha un consolidato rapporto di amicizia e collaborazione: insieme infatti scrivono tredici volumi della Storia d’Italia e Milano ventesimo secolo. Cervi segue il suo direttore anche nell’esperienza de La Voce, tornando poi a Il Giornale come direttore nel 1997, quando sostituisce Vittorio Feltri.

Lascerà la guida del quotidiano a Maurizio Belpietro nel 2001, nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Continua comunque la sua collaborazione come editorialista, in particolare con la sezione quotidiana “La stanza“, nella quale risponde ai suoi numerosi lettori, recandosi fino all’ultimo in redazione.

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