Immagini violente quelle riprese al mercato di Douma, sobborgo di Damasco controllato dai ribelli che si oppongono al regime di Bashar al-Assad, dopo il bombardamento da parte delle forze governative. Almeno 45 persone sono morte e altre 140 sono rimaste ferite secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con sede in Gran Bretagna legata agli attivisti delle opposizioni, e il gruppo locale Syrian Civil Defence. L’Osservatorio ha riportato che 12 missili sono caduti su Douma, a circa 15 chilometri a nord della capitale Damasco. La località nei mesi recenti è stata colpita da pesanti bombardamenti, in azioni che il regime ha dichiarato destinate a colpire gruppi di insorti. Secondo il gruppo Syrian Civil Defence, che ha pubblicato su facebook una fotografia che mostra una decina di corpi insanguinati senza vita, nell’area non si troverebbero né soldati né ribelli, ma solo civili. La strage avviene mentre a Vienna sono in corso negoziati internazionali per una soluzione che metta fine al conflitto siriano iniziato nel 2011. Presenti delegati dell’Unione europea, delle Nazioni Unite e di diciassette paesi. Il segretario di Stato americano, John Kerry e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, sono tra i protagonisti, insieme al ministro degli Esteri iraniano, Mohamed Javad Zarif, l’alto responsabile per la Politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, e i vertici politici e istituzionali dell’Arabia Saudita, del Qatar, della Turchia. “Il futuro di Assad non è in discussione. Il summit di Vienna affronta le questioni politiche in Siria”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Che ha poi aggiunto: “Solo il popolo siriano può decidere sul futuro politico di Assad”

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