“Abbiamo detto no alla legge anticorruzione perché è un accordo al ribasso con un partito che ha paura che arrestino tutti e perché non ci sono le intercettazioni per falso in bilancio di società non quotate come le cooperative“. Così Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera ed esponente di M5S, al termine dell’incontro con il pm della Procura di Napoli, Alfonso D’Avino, ribadisce il voto contrario alla legge anticorruzione al Senato di M5S e riferisce le richieste presentate. “Abbiamo chiesto – spiega – una verifica sui sistemi delle cooperative perché, per come sono conformate dal punto normativo e legislativo, permettono maggiori infiltrazioni. Non siamo un nuovo partito delle procure -prosegue Di Maio –  siamo venuti a chiedere al procuratore di Napoli di mettere sotto i riflettori le relazioni sempre più fitte che ci sono tra mondo cooperativo, criminalità organizzata e fenomeni di corruzione. La verità è che non esiste una procura nazionale che si occupi dei casi di corruzione, se esistesse dovrebbe seguire il filo conduttore delle cooperative o dei reati di corruzione per riuscire a trovare quelli che sono i più grandi scandali in Italia che sono legati alle tasse dei cittadini, che vanno in tangenti o in sprechi”  di Fabio Capasso

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