Un nome ventiquattro ore prima del voto in Parlamento e un dialogo, almeno sulla carta, aperto a tutti. Anche al Movimento 5 stelle che ora “dovrà cogliere l’occasione”. Matteo Renzi alla direzione Pd spiega la sua strategia per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica: “Alla vigilia del primo voto”, ha detto, “formalizziamo la proposta riunendo i grandi elettori. Prima ci sarà un giro con gli altri partiti fatto da una delegazione formata da capigruppo, vice segretari e presidente, mentre la Direzione resta convocata in modo permanente. Niente ironie, niente demagogie, coinvolgeremo tutti. Se qualcuno si chiama fuori faremo senza di lui. Non accettiamo veti”. Nessun accenno al nome del futuro candidato, anche se nei corridoi i pronostici si sprecano. Chi si continua a tirare indietro è Romano Prodi: “Ho già fatto le mie dichiarazioni”, ha detto a margine di un incontro a Bologna. “Sto passando una fase molto interessante e creativa della mia vita, non voglio più essere in mezzo a queste tensioni e a questi problemi”.

L’appuntamento è quello del 29 gennaio quando il Parlamento in seduta comune si riunirà per la prima votazione. La strategia di Renzi è quella di aprirsi a tutti, a partire dagli alleati ma arrivando naturalmente anche al Movimento 5 stelle. “Se vogliono stare al tavolo della scelta del presidente della Repubblica”, ha detto il leader Pd, “ci stiano. Devono scegliere se essere nelle mani di quelli che vogliono impiccare gli altri o nel gioco istituzionale. Spero colgano l’occasione, faremo anche senza di loro ma sarebbe bello insieme a loro”. Solo poche ore prima il deputato M5S Danilo Toninelli si era rivolto direttamente a Renzi perché facesse la sua proposta. I grillini che di solito hanno  Il tentativo è quello di trovare un accordo già nelle prime votazioni in Parlamento. “Il Pd ha una responsabilità”, ha detto Renzi, “nell’elezione del nuovo presidente della Repubblica per cui “o siamo in condizioni di fare quel che necessario o se si fallirà come nel 2013 noi saremo additati come colpevoli”.

Renzi ha citato Mitterand, ringraziato Napolitano e chiesto ai suoi di lavorare per la stabilità. “Siamo nelle condizioni di assicurare al Paese altri sette anni con un Capo dello Stato costante punto di riferimento di tutti noi, sarà un arbitro rigoroso per il bene nostro e di tutto il Paese. Siamo una forza tranquilla, come diceva Mitterand. Questa partita la vinceremo insieme con la solidità di chi sa che non si tratta di piantare una bandierina ma di offrire un punto di riferimento a tutto il Paese con la consapevolezza che chi gioca su paura e terrore, a tutti i livelli, ha di fronte a sé il principale avversario: il Pd”. Il leader democratico ha anche ringraziato nuovamente Giorgio Napolitano: “Caro presidente Napolitano, grazie per come hai guidato il tuo e il nostro paese e per la sensibilità e l’autorevolezza dimostrata”.

Nel programma del presidente del Consiglio per i prossimi giorni non c’è solo la corsa per il Quirinale, ma anche le riforme che continuano ad essere discusse in Aula. M5S, Lega nord e parte di Forza Italia hanno chiesto di sospendere fino all’elezione per il Colle, ma con scarsi risultati. “Brunetta che diventa il re dei fannulloni dopo averli contestati è una sorta di assurdità”, ha detto Renzi. “Il tempo in cui i deputati stavano sui divanetti tipo modello ‘ho perso l’aereo e devo aspettare il prossimo’, a ingannare il tempo, a perdere tempo. Se c’è chi ha nostalgia di quel tempo, il loro alleato è lo status quo, il loro sogno è la palude. Noi siamo un’altra cosa”.

Sulla legge elettorale, ora in discussione al Senato, il leader Pd ha ribadito che non ci saranno ulteriori cambiamenti: “Non è facilmente migliorabile, non è il male minore, non è lo sciroppo da ingerire”. Ha poi respinto le critiche sui capilista bloccati: “Non sono capilista bloccati, il modello è il candidato di collegio. C’è un sistema per cui il 60% cento è eletto con le preferenze e per il resto sono candidati in quel collegio. E’ un incrocio fra il Mattarellum e i collegi nelle province”. Ed è tornato a provocare i 5 stelle: “Sul premio e sulle soglie nella riforma elettorale è stata accolta una “richiesta dei 5 stelle, ora vedremo come voteranno in aula. Sarà divertente perchè della coerenza non ci si può ricordare solo a giorni alterni”. Lo ha detto Matteo Renzi parlando della legge elettorale in Direzione.

“Dallo #staisereno allo #staitranquillo”, ha scritto sul suo blog Pippo Civati ironizzando sull’intervento di Renzi. Ha ricordato poi l’hashtag, #staisereno, che Renzi usò in un messaggio a Enrico Letta prima di sostituirlo al governo. “A gennaio si parte sempre con il piede giusto la citazione di Francois Mitterrand (la forza tranquilla) è il miglior viatico all’elezione del nuovo Presidente”.

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