Voto annullato in 13 seggi, ma il risultato non cambia. Raffaella Paita resta la vincitrice delle primarie del centrosinistra in Liguria tanto che il Pd ha proclamato candidata della coalizione alle Regionali. Il risultato non cambia perché lo scarto tra la Paita – assessore regionale della giunta di Claudio Burlando, moglie del presidente della Port Authority di Genova Luigi Merlo – e Sergio Cofferati è stato di circa 4mila voti. I seggi annullati sono quelli di Lavagna, Moconesi, Beverino, Albisola Superiore, Savona Villapiana, Badalucco, Perinaldo, Spezia Centro, Santo Stefano al Mare, Deiva Marina, Sarzana 48, Millesimo, Savona Lavagnola. Dopo il conteggio dei voti Paita risulta vincitrice con 26,623 voti (52,98%) contro i 22.965 voti (45,70%) di Cofferati. Domenica sera la differenza tra i due era di 4.087, oggi è di 3.658. I garanti hanno annullato in tutto 3.928 voti: 2.398 per la Paita, 1496 per Sergio Cofferati, 34 per Massimiliano Tovo (centro democratico).

La Paita rivendica le parole del segretario nazionale Matteo Renzi: “Mi ha detto che il partito è con me e si stringerà intorno alla mia candidatura”. Il tema è diventato centrale anche durante la direzione del Pd, a Roma. Renzi ha definito il capitolo chiuso: “Il Pd è l’unico partito che fa le primarie e che ha una Commissione di garanzia che verifica le cose che non vanno bene. Ora attorno alla Paita ci sarà tutto il Pd della Liguria e quello nazionale”. Ma la questione è ripresa durante il dibattito da Stefano Fassina: “Non può essere archiviata facendo le congratulazioni alla vincitrice”, dal momento che sono state rilevate “irregolarità in 13 seggi e la magistratura indaga in due seggi: è un problema più rilevante di quello emerso a Napoli” e pongono “problemi politici seri da affrontare”. Ma il segretario ha ribadito che la storia sul punto è finita e in questi casi il perdente delle primarie aiuta il vincitore. “La discussione sulle primarie liguri per noi finisce qui”, da oggi si lavora “per vincere” le elezioni. “Dove è successo un casino, ci sono stati problemi, abbiamo trovato una soluzione. Ora per cortesia” bisogna “smetterla” di “fare i tafazzi” sulle primarie.

Tra le motivazioni che hanno portato all’annullamento del voto, elencate dalla commissione di garanzia presieduta da Fernanda Contri, sono stati citati il voto di esponenti del centrodestra, la foto scattata da un elettore alla scheda, il mancato versamento di due euro da parte di alcuni votanti, l’apertura del seggio in anticipo rispetto all’orario ufficiale, la mancata firma del presidente del seggio sulle schede. “Nella valutazione positiva dell’ampia partecipazione al voto – si legge nel verbale del comitato dei garanti – il collegio rileva che alcune criticità nell’esercizio del voto alla primarie potrebbero essere superate da regole più precise e meglio interpretabili in modo univoco ed auspica un comportamento dei partecipanti alla competizione rispettoso dell’importanza del voto”.

Il voto di elettori non di centrosinistra è stato un tema al centro della discussione per settimane. Cofferati – e la sinistra Pd – hanno chiesto più volte regole più strette per evitare la partecipazione “anche di ex fascisti”. E dopo la pronuncia dei garanti approfitta per riprendere il discorso Giovanni Lunardon, segretario (cuperliano) regionale: “Le primarie sono uno strumento importante, da difendere, ma come dicono i garanti è necessario cambiare le regole per correggere i limiti usando anche l’albo degli elettori”. Per Lunardon quello dei garanti “è un segno forte e sono pronto ad accogliere l’appello del collegio a correggere i limiti della competizione con un dibattito che deve essere però nazionale. Sarà prezioso l’albo degli elettori”. “Da queste primarie emerge la grande partecipazione degli elettori, un valore da tutelare” ha concluso il segretario ligure del Pd.

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