I veicoli di Massimo Giuseppe Bossetti, l’unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, sono sotto la lente di ingrandimento dei Ris di Parma. Come disposto dal pm Letizia Ruggeri, martedì mattina è cominciato “un accertamento tecnico non ripetibile” in contradditorio con le parti sulla Volvo V40 e sul furgone Iveco Daily cassonato utilizzato dal muratore di Mapello per il lavoro, per trovare eventuali tracce riconducibili alla tredicenne uccisa. All’esame erano presenti i consulenti della difesa dell’indagato, l’assistente di Sarah Gino, Monica Omodei, e di quella della famiglia Gambirasio, Giorgio Portera, che per tutta la giornata hanno assistito ai rilievi.

Non verrà lasciato nulla di intentato, verrà analizzata qualsiasi minima traccia ipotetica o effettiva che si possa trovare all’interno dell’autovettura” ha detto Giorgio Portera, consulente per i Gambirasio. Tutto quello che sarà trovato, sarà analizzato per vedere se ci siano corrispondenze con le tracce già riscontrate in questi anni di indagini: peli, capelli, tracce ematiche. “Se dovessero essere trovate tracce o fibre, verranno analizzate e repertate anche quelle – ha chiarito Portera – perché abbiamo tanti esiti scientifici che sono stati messi da parte in questi anni come tipologia Dna e fibre, e ritrovare qualcosa che può avere una corrispondenza con quello già fatto, potrebbe essere un risultato determinante”. Anche se sono passati quattro anni dall’omicidio, infatti, non si può escludere che tra i sedili delle due autovetture ci possa essere la conferma di quanto sostiene l’accusa nei confronti di Bossetti. “Non possiamo escludere che dopo quattro anni non si possa trovare qualcosa che ci può parlare di questo caso – ha continuato Portera – quindi è doveroso aggiungere anche questi rilievi, perché potrebbero esserci altre tracce che possono completare il piano investigativo”.

Per ora c’è il massimo riserbo su quali rilievi siano stati portati a termine. Il programma degli accertamenti è solo cominciato e il lavoro proseguirà nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Il furgone e l’auto di Bossetti verranno passati al setaccio attraverso le tecniche utilizzate dai Ris in questi casi: il Luminol, che permette di individuare tracce di sangue anche a distanza di tanti anni, lampade in grado di scovare tracce biologiche, frequenza d’onda e reagenti per riconoscere eventuali tracce occulte. Un’analisi complessa, visto che le autovetture conservano anche i reperti di chi l’ha utilizzata (in questo caso Bossetti), e che quindi sarà necessario prima fare una cernita per non eseguire analisi che potrebbero portare al nulla.

Per arrivare ai risultati ci vorrà tempo, forse settimane, ma la speranza dei consulenti è quella di trovare qualcosa che parli ancora di quanto avvenuto quattro anni fa. “I tempi saranno quelli necessari per fare accertamenti con calma e con la dovuta affidabilità – ha concluso Portera – Quando ci saranno i primi accertamenti, verranno comunicati alle parti. Abbiamo lavorato in modo coordinato perché interesse è comune di cercare di capire se queste macchine possano dirci qualcosa in più rispetto a quello che abbiamo trovato”.

Articolo Precedente

Dell’Utri: “Socialmente pericoloso, decisivo per accordo mafia-Berlusconi”

next
Articolo Successivo

Concordia, Schettino aveva dato la colpa al timoniere. Ma lo aveva promosso lui

next