“Posiamo su basi economiche molto solide. Abbiamo finanze pubbliche più forti di quasi tutti gli altri paesi europei. Quando si tenta di prendere le distanze da una recessione globale molto profonda e prolungata… bene, allora è implicito anche un deficit, che il governo ha sostenuto per proteggere la Svezia dalla disoccupazione. Ora, vediamo che l’orizzonte dell’economia si sta gradualmente rischiarando. Ritorneremo in equilibrio di bilancio e anche al surplus. I tagli fiscali sono stati effettuati come una misura necessaria per proteggere la Svezia dalla difficile recessione.

È ovvio che un Paese fortemente industrializzato e con finanze forse tra le più forti del mondo, deve muoversi per tutelare il lavoro, il welfare e il benessere dei suoi cittadini. Torneremo al pareggio e al surplus prima di quasi tutti gli altri paesi europei. Non siamo nella posizione da poterci permettere grandi tagli fiscali. Guardando al futuro, potrà rendersi necessario qualche aumento di tasse. Noi, renderemo conto korona per korona, della spesa fatta nel nostro programma elettorale. 

Ma attenzione… quando apro alla possibilità di aumentare le tasse, mi riferisco alle tasse per il sistema scolastico, l’istruzione. Guardando al futuro, infatti, è possibile possano rendersi necessari degli aumenti delle imposte, al fine di rafforzare il sistema dell’istruzione. Il Ministero della Finanza dimostra nella nuova previsione che la crescita del Pil svedese è stato ancora debole nel 2013, a causa principalmente delle esportazioni in diminuzione. Tuttavia, un graduale miglioramento è atteso per quest’anno. Il tasso della disoccupazione andrà diminuendo. 

*di Anders Borg, ministro dell’Economia della Svezia

Il Fatto Quotidiano del Lunedì, 27 gennaio 2014

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