Al governo serve già un gabinetto di crisi. Dopo due mesi di vita ecco i colpi sotto i quali l’esecutivo vede accorciare il proprio orizzonte. La maggioranza delle larghe intese comincia a realizzare che capirsi su tutto è più complicato di quanto si potesse immaginare. L’aumento dell’Iva da evitare (e la nuova puntata è lo scontro Delrio-Brunetta) e la cancellazione dell’Imu risuonano ormai da settimane al centro del confronto tra Pd e Pdl. La cannonata della condanna di Silvio Berlusconi nel processo Ruby è quella che sembra preoccupare di più. E ora l’allergia di molti parlamentari del Pd all’operazione che dovrebbe portare all’acquisto di 90 caccia F35 con gli attriti che si spostano dal Parlamento al governo (di nuovo Delrio contro il collega della Difesa Mario Mauro). Dunque l’incontro tra il Cavaliere e il presidente del Consiglio Enrico Letta diventa cruciale. Il capo del governo ha già incontrato i leader delle altre forze politiche che sostengono l’esecutivo, Guglielmo Epifani e Mario Monti

Proprio il segretario del Pd mette in guardia gli alleati di governo: “Sarebbe irresponsabile – dice da Bruxelles – far saltare l’azione di governo” a fronte di “episodi giudiziari” che riguardano il capo del Pdl. “Per quel che ci riguarda bisogna tenere distinti il piano giudiziario da quello politico”. Proprio il confronto tra Berlusconi e Letta, secondo Epifani, dovrà “chiarire” questo punto “perché la cosa che non può essere è che un governo viva una fibrillazione continua in ragione delle scadenze giudiziarie che riguardano Berlusconi. Questo sì che indebolirebbe l’azione del governo”. Tutto questo mentre in piazza Farnese Giuliano Ferrara chiama a raccolta i berlusconiani in difesa dell’ex presidente del Consiglio.

La conferma arriva nientemeno dalle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che avverte che non si può mettere in discussione un governo ogni due mesi: è un modo per ammettere implicitamente che il rischio di una crisi esiste davvero e che potrebbe farsi più concreto già in autunno. E’ anche la dimostrazione che l’ottimismo di facciata sui riflessi politici della sentenza di Milano è infondato. E la tentazione di mollare tutto non è solo dei “falchi” del Pdl, ma anche di parte del Pd, visto che molti si sentono “stretti” su diverse questioni.

Berlusconi ha riunito lo stato maggiore del Pdl a palazzo Grazioli per studiare le contromosse dopo la sentenza Ruby, alla vigilia dell’ultimo atto del Lodo Mondadori (giovedì) e dell’udienza preliminare a Napoli per la compravendita di senatori. Il Cavaliere ribadirà a Letta che per ora non abbandonerà il governo, ma la giustizia è una delle partite principali. Il leader azzurro, raccontano, punta a una riforma della magistratura e attende segnali concreti subito (già dal consiglio dei ministri di mercoledì nel quale si parlerà di Iva e svuotacarceri) sui provvedimenti economici sui quali il Popolo delle Libertà punta in modo particolare: Imu e Iva, per cominciare, senza dimenticare la detassazione per imprese che assumono i giovani.

Il clima nella maggioranza è quindi molto teso. Per la prima volta Letta ha parlato in Aula alla Camera senza i ministri pidiellini. La maggioranza poi si è divisa sulla questione degli F35. Oltre che, naturalmente, sulle tasse: il Pd ha promesso 3 mesi di sospensione dell’imposta sul valore aggiunto, ma Renato Brunetta ha puntato i piedi (“E’ una presa in giro”). Berlusconi attende le mosse del Partito democratico perché sa che una crisi di governo in estate non conviene a nessuno, ma anche che potrebbe affacciarsi l’ipotesi di una maggioranza “alternativa” con i Cinque Stelle o con parte di essi. O addirittura con maggioranze variabili. Insomma: cautela, ma l’appoggio del Pdl non deve apparire scontato. L’irritazione dei berlusconiani è dovuta poi al fatto che Letta – come già aveva detto durante la scorsa settimana – continua a non riconoscere “l’anomalia”, non vede il problema. Così ecco che le questioni economiche – Iva e Imu – tornano ad essere condizioni imprescindibili. 

 

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