“Con la richiesta della visita fiscale hanno sfondato il muro del ridicolo. E’ comico infatti che si chieda al leader di una forza politica, che ha preso milioni di voti, che occorra controllare se fisicamente si trovi al San Raffaele e se, a fronte di varie certificazioni mediche, si trovi davvero in condizioni di difficoltà di salute agli occhi” . Così Angelino Alfano sulla decisione dei giudici della corte d’appello di Milano di proseguire l’udienza del processo Mediaset dopo aver disposto la visita fiscale per Silvio Berlusconi per motivare l’eventuale legittimo impedimento del Cavaliere.

Alla fine i medici hanno stabilito l’assenza di impedimenti fisici per Berlusconi. Una decisione che ha scatenato critiche feroci da parte dai fedelissimi del Cavaliere. Il più duro è Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera: “Medici nazisti su indicazione di un tribunale stalinista sono andanti da Berlusconi e hanno emesso un verdetto disgustoso, ma a questo punto siamo al di là di ogni dialettica normale e di fronte allo scatenamento di una persecuzione che essendo fatta da fanatici ha perso anche ogni senso del limite. “Nei confronti di Berlusconi non è in corso un giudizio, ma un autentico supplizio”, aveva detto prima della decisione della Corte il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. Mentre Sandro Bondi, coordinatore del partito, ha spiegato che “se alcuni magistrati avessero sottoposto un leader di sinistra a una persecuzione giudiziaria analoga a quella di cui da vent’anni è vittima l’ex premier, avremmo senza alcun dubbio assistito a determinazioni politiche e manifestazioni di piazza”. “Cosa pensano? Che stia male per finta? – osservava polemica l’ex ministro Stefania Prestigiacomo – Se è così abbiano il coraggio e l’arroganza di inquisire anche i medici. Prima finisce questo clima da caccia alle streghe, meglio sarà per tutti”.

Stessa linea per l’ex ministro Mariastella Gelmini: “Il risultato di questi atti è un inevitabile imbarbarimento dell’idea di giustizia già messa a dura prova, in Italia, dall’esistenza di una forte componente della magistratura ideologicamente orientata, sopravvissuta al crollo dell’89. Un retaggio di quel mondo che invocava la giustizia di classe”. Per l’ex ministro Anna Maria Bernini “l’accanimento è diventato persecutorio e a tenaglia. Da un lato i giudici di Milano dispongono per Berlusconi la visita fiscale in ospedale, dall’altro l’Anm dichiara incostituzionale la critica all’uso politico della giustizia e ogni libera manifestazione a garanzia dell’imparzialità della magistratura”.

“Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio scempio”, ha dichiarato invece Manuela Repetti del Pdl. “Qui non si tratta più di perseguire la legge, ma la scena è quella di una vera e propria caccia all’uomo dove il branco eccitato dal fiuto del sangue è ansioso di azzannare la preda. E’ ormai sotto gli occhi di tutti la persecuzione di un uomo, che sta superando ogni limite di sopportazione in un Paese che si definisce democratico”. Sulla stessa linea Gabriella Giammanco, deputato del Popolo della Libertà. “La persecuzione violenta e maniacale di certa magistratura nei confronti di Berlusconi non si ferma dinnanzi a nulla”, ha detto, specificando che la visita fiscale disposta dai giudici di Milano rivela un accanimento senza precedenti nei confronti dell’ex premier.

“Le parole del Pdl – replica Enrico Letta, vicesegretario del Pd – sulle elezioni subito dimostrano che la loro agenda ha un solo punto: la difesa di Berlusconi. Non è politica, è un’altra cosa, penso che finirà male”. “Sì – è la controreplica di Paolo Romani, altro ex ministro -, abbiamo l’obiettivo di difendere Berlusconi” ed inoltre “abbiamo l’obiettivo di difendere chiunque sia perseguitato per le sue idee politiche”.

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